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Attualità, scuola

A Como il sindaco chiude la scuola, c’è l’ipotesi autosilo e le insegnanti rispondono in rima: “Non senti cantare maestri e bambini, senti una musica di tanti scontrini”

L’annuncio a sorpresa dell’intenzione di chiudere la scuola primaria “Corridoni”, fatto pochi giorni fa dal Sindaco Alessandro Rapinese e dall’assessore alle Politiche Scolastiche, e vicesindaco, Nicoletta Roperto, ha ovviamente scatenato le proteste da parte della politica e dei genitori (qui tutta la cronaca degli ultimi giorni).

Ma, in questo rimbalzare di numeri e accuse, ancora non si era sentita la voce di chi in quella scuola lavora ogni giorno con passione per farne un luogo vivo, accogliente e didatticamente all’avanguardia, le insegnanti.

E per farlo, oggi hanno scelto il modo più delicato, ma non per questo poco incisivo, e consono a quello che fanno ogni giorno in aula con i loro alunni: una lavagna, seppur virtuale, una filastrocca e l’obiettivo di rispondere alle decisioni dell’Amministrazione con garbo e bellezza.

Si legge: “C’è chi ha trasformato il marmo in un certo Dante, chi con le mani fa un elefante… certo che a noi è capitato di peggio: con una scuola si fa un parcheggio non più filastrocche di Rodari e Piumini, non senti cantare maestri e bambini, ma strombazzano i clacson, sgommano i primi, senti una musica di tanti scontrini! Coloreremo i muri di musica e parola, perché dove tu parcheggi, c’era la nostra scuola!”. E, a chiusura, lo slogan: “Insieme per la scuola primaria “F. Corridoni”.

A fare da sfondo, l’idea che la scuola venga chiusa – nonostante i numeri non proprio da “inverno demografico” e l’essere stata indicata nel programma di chiusure del Comune stesso come alternativa a quella di via Perti – per farne un autosilo al servizio del futuro nuovo stadio.

Ipotesi che, bisogna ricordare, fu anticipata a inizio anno sul quotidiano La Provincia di Como dai colleghi Paolo Moretti e Nicola Nenci e che non fu mai confermata dal Sindaco. Il primo cittadino si era limitato a dire in Consiglio comunale che visto che la scuola non era stata citata nella riorganizzazione, in programma non c’era alcuna chiusura. Salvo poi evidentemente cambiare idea.

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