Un post pubblicato su Facebook dal sindaco di Como, Alessandro Rapinese, riaccende il dibattito politico cittadino e assicurerà nuove reazioni.
Al centro del post una cena svoltasi giovedì 18 dicembre 2025 alla parrocchia di Rebbio, dove, come scrive il sindaco “Don Giusto accoglie e sostiene il PD e comitati contro il Comune di Como”. Un riferimento al fatto che si ritrovassero alla stessa tavola diversi esponenti del PD e di quanti a vario titolo stanno discutendo di differenti battaglie legali contro alcune delle decisioni più controverse dell’amministrazione comunale.
E così nel post il sindaco pone una questione di natura fiscale per colpire politicamente i propri avversari. Ecco l’accusa. “Considerato che gli immobili dei partiti politici sono assoggettati al versamento dell’IMU, ed essendo la parrocchia di Rebbio ormai diventata sede del PD, ritengo che la parrocchia dovrebbe a sua volta pagare l’Imposta”.
L’attacco social si chiude con una chiosa carica di sarcasmo — “Giusto?” — che gioca sul nome del parroco, seguita dagli hashtag #LiberaChiesaInLiberoStato e #Ingerenze.
L’uscita social del sindaco arriva in un clima già estremamente teso, in cui ogni gesto pubblico diventa terreno di scontro. Il sindaco chiama in causa direttamente uno dei parroci più noti e attivi della città, puntando il dito contro il ruolo delle realtà sociali e associative che, in questa fase politica, starebbero fungendo da cassa di risonanza per le contestazioni che attraversano la città di Como.
In realtà l’iniziativa è stata promossa da più realtà politiche, non solo dal Pd Veniva spiegato in una nota diffusa ieri, 19 dicembre, come si sia trattato di una cena di Natale per raccogliere fondi per sostenere i ricorsi in favore delle scuole che l’amministrazione comunale vuole chiudere:
