Un bellissimo murales è apparso sulla grande parete laterale della casa che affaccia su piazza Martinelli, in pieno centro storico di Como. L’opera, molto grande e coloratissima, raffigura un viso in realtà composto da due volti diversi.
La parte sinistra pare proprio riprodurre metà viso di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, senatrice a vita fino al giorno della scomparsa, il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni, ma anche una delle figure più importanti dell’emancipazione femminile.
L’altra metà del volto apparso sulla parete riprodce la foto scattata dal fotografo Steve McCurry a Sharbat Gula, nel 1984 quando la donna era ancora una bambina di 12 anni. Gli occhi verdi e lo sguardo sotto al velo, che nel 1985 apparvero sulla celeberrima copertina del National Geographic, erano stati immortalati l’anno precedente in un campo profughi di Peshawar.
Shabat Gula era fuggita dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan con la nonna, il fratello e le sorelle, mentre i genitori erano morti. All’inizio, tra l’altro, non si conosceva il suo nome, solo l’etnia pashtun, per questo la foto è diventata famosa come “Ragazza afghana”.
Per tutta la vita, tra l’altro, la donna ha vissuto cercando di allontanarsi da quel paese di cui è divnuta un simbolo in Occidente, ma che non le permette vita e libertà in quanto donna.
Tornando all’apparizione del murales, non è ancora stato attribuito ufficialmente. Certamente è forte la suggestione tra l’apparizione dell’opera in piazza Martinelli e la prossima “Passeggiata arrabbiata” in programma a Como il 25 novembre, organizzata dal Collettivo femministra Nonunadimeno.