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“Como ittà d lla S ta”, a Camerlata il ricordo della gloria tessile finisce in pezzi

Sporco, degrado e vandalismi: questo quello che si trova in piazza Fisac, davanti all’Esselunga di Camerlata, nello spazio dedicato a “Como città della seta”, come recita una scritta rotta e ormai quasi illeggibile, e al ricordo di quando qui sorgeva una delle più importanti industrie seriche cittadine, la Trevitex.

Quasi al centro della piazza proprio di fronte all’ingresso del centro commerciale, infatti, un piccolo edificio custodisce, sotto un pergolato, le colonnine in ghisa memoria del passato industriale di quest’area, ma anche pannelli didattici dedicati alla seta.

Ex Fisac

“E’ un peccato che ci siano vandalismi perché la piazza è apprezzata e molto utilizzata da chi abita a Camerlata – è il commento di Lorenzo Spallino, ex assessore all’Urbanistica della Giunta Lucini sotto la cui guida fu condotta la riqualificazione della zona – basta andare nel piccolo parco giochi per rendersi conto di quanto sia utilizzato”.

La colpa? Non certo di Esselunga, a cui è affidata per trent’anni la manutenzione di questo spazio, ma di chi maltratta un luogo che dovrebbe essere un punto di sosta piacevole e, perché no, anche uno spazio in cui conoscere una parte importante della storia della propria città.

 

“Esselunga è sempre stata molto attenta alla manutenzione e non ho dubbi che interverrà a breve – spiega infatti Spallino – ripeto, è un peccato che uno spazio così apprezzato sia rovinato da pochi”.

Paolo Aquilini

“Non credo che ci siano molti turisti che si fermano qui a guardare i pannelli dedicati alla storia della seta e il rischio che questo diventi un luogo abbandonato in cui degrado chiama degrado è dietro l’angolo – è il pensiero del direttore del Museo della Seta Paolo Aquilini – forse la soluzione potrebbe essere quella di immaginare questo come uno spazio fatto non solo per ricordare il passato industriale di quest’area, ma anche per raccontare il presente di un quartiere in cui ci sono capolavori come la Villa del Floricoltore di Terragni, la fontana opera di Cesare Cattaneo e Mario Radice, ma che è stato anche teatro di episodi della storia recente come le fucilazioni nazifasciste al cimitero di Camerlata”.

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