Per i bambini non residenti a Como che volessero iscriversi a un asilo nido del capoluogo, sarà il comune di residenza a dover pagare a Palazzo Cernezzi 15mila euro. Ovvero il costo medio annuo di un bambino quantificato dal comune di Como. Poi, semmai, sarà sempre il comune di residenza del bambino che venisse iscritto a Como a chiedere alla famiglia una compartecipazione (da definire) all’esborso dei 15mila euro. L’ultima novità in tema di scuola è stata appena approvata dalla giunta di Palazzo Cernezzi e si lega direttamente alle modifiche al servizio – con annesse le chiusure di due nidi – che fanno discutere da oltre un mese.
In estrema sintesi, con la programmazione per gli anni educativi 2024-2025 e 2025-2026 Palazzo Cernezzi è convinto che sarà garantita una maggior offerta di posti ai nidi in città, grazie al coinvolgimento delle strutture private convenzionate. Il punto, però, è che l’amministrazione è sempre convinta di spendere troppo per il servizio e che “una buona gestione delle risorse dell’Amministrazione prevede, tra l’altro, la necessità di contenimento degli stanziamenti di bilancio”. Dunque, per coprire almeno una parte dei 4,7 milioni di costo dei nidi (cifra coperta per la minima parte delle rette), la giunta ha deciso di agire sulle famiglie e sui bambini non residenti a Como città.
Già oggi l’accesso al servizio nidi è consentito anche ai minori non residenti a Como ma a determinate condizioni, le seguenti:
– attribuzione di 0 punti nell’ambito della residenza, al fine della formazione della graduatoria di ammissione;
– esclusione dalle agevolazioni tariffarie su base Isee per il calcolo della retta di frequenza, con relativa attribuzione di una retta fissa in base all’orario fruito;
– esclusione dalle riduzioni per disabilità, casi sociali, secondo e terzo figlio frequentante.
Ma adesso arriva un’altra stretta. Infatti, preso atto che “il costo medio annuo di un bambino per la frequenza all’asilo nido comunale è stato, per l’anno 2022, di € 15.463,99” – cifra calcolata per differenza tra la spesa del servizio a carico dell’Amministrazione, ammontante a € 4.722.189,34 e le entrate da riparto del Fondo Sociale Regionale, ammontante a € 160.310,92, rapportati al numero medio dei bambini iscritti, pari a 295 – ora ecco l’intenzione di Palazzo Cernezzi di ‘rivalersi’ sui municipi d’origine dei bambini che si iscriveranno a un nido a Como.
E dunque la giunta ha deciso – letteralmente – di “subordinare, per l’anno formativo 2024-2025, l’accesso al servizio di asilo nido dei bambini non residenti nel Comune di Como alla corresponsione da parte del Comune di residenza del costo medio annuo di un bambino a carico del Comune di Como, come precedentemente quantificato (cioè 15mila euro, ndr)”.
Nello stesso tempo, il capoluogo demanda “al Comune di residenza l’eventuale incasso di una quota di compartecipazione da parte delle famiglie richiedenti il servizio, secondo propri criteri”, cioè in pratica il municipio di residenza del bambino che si iscriverà a Como potrà chiedere a sua volta alla famiglia una parte dei 15mila euro che dovrà versare a Palazzo Cernezzi. Il tutto previa modifica di “quanto previsto dalla Delibera di Giunta n. 90 del 29.03.2023, nel senso che le rette per non residenti ivi previste debbono intendersi applicabili ai bambini non residenti già ammessi alla frequenza alla data di esecutività del presente provvedimento, che hanno diritto a frequentare l’asilo nido fino al termine del ciclo triennale”.
In ultima analisi, se la nostra interpretazione della delibera (che trovate qui) è corretta – e dobbiamo precisarlo sia perché la materia molto tecnica, sia perché, purtroppo, contattati via mail il sindaco Alessandro Rapinese e via telefono l’assessore Nicoletta Roperto, non abbiamo avuto risposte – il Comune di Como impone alle famiglie non residenti in città che volessero iscrivere i bimbi a un nido del capoluogo, di chiedere al proprio municipio i 15mila euro di costo richiesti da Palazzo Cernezzi, facendo sostanzialmente dipendere dalle amministrazioni locali la possibilità o meno di iscrizione.
47 Commenti
Dibattere sul servizio asili nido in termini monetari è una sconfitta in partenza.
Farlo senza che siano resi noti i dati delle rette versate dai genitori è impossibile ed espone tutti a figuracce.
Abbiamo imparato a consoscere il meccanismo retorico della “sparata fuori contesto” gettata in pasto ad un’opinione pubblica disattenta per polarizzare, prendere tempo e distrarre dall’obiettivo principale: demolire il concetto di bene comune in favore del profitto. Si chiama neoliberismo e ha più di 40 anni di “gloriosa” storia alle spalle.
Poi la chiamano lista civica… che pena
mi sembra giusto…quanto portavo mio figlio all’asilo si un comune limitrofo, pagavo il doppio o forse più. Quibdi, va bene cosí.
Buongiorno.
Lei scrive: ” Nell’articolo si dice che il costo del servizio è coperto “minimamente” dalle rette, pertanto a mio avviso sarebbe necessario approfondirne le motivazioni, ci sono così tanti iscritti con esenzioni importanti? quanti non pagano effettivamente le rette? ”
Stante i costi più o meno la cifra indicata € 1.600,00.= bambino / mese quanti pagano la retta e quanti utilizzano esenzioni e/o sconti importanti?
Qui i costi per bimbo in Comune di Milano:
la quota d’iscrizione annuale è di € 56,20, a prescindere daIlo scaglione di riferimento rapportato alla certificazione ISEE.
L’importo va pagato tramite PagoPa e non è rimborsabile.
Di seguito, le quote contributive mensili per residenti, rapportate alla certificazione ISEE, in base all’adeguamento tariffario approvato con deliberazione di Giunta comunale 1964 del 29/01/2022 successivamente modificata e integrata dalla deliberazione di Giunta comunale 33 del 19/01/2023.
Isee da € 0,00 a € 6.500,00 – gratuita
Isee da € 6.500,01 a € 12.500,00 – € 111,30
Isee da € 12.500,01 a € 27.000,00 – € 250,60
Isee oltre € 27.000,00 e in caso di assenza dati Isee – € 502,20
Quote contributive mensili per non residenti
Le famiglie delle bambine e dei bambini non residenti nel Comune di Milano non hanno diritto alla contribuzione agevolata. In questo caso, la quota mensile è di € 669,35.
Al netto delle rette, 15.000euro diviso 9mesi circa (anno scolastico) fanno ca 1660 euro al mese a bambino. Un’esagerazione! Vuole farci profitto oppure, nonostante le razionalizzazioni tanto decantate, sa di non riuscire a ridurre i costi? Molto più probabilmente Rapinese Sindaco, come suo solito, vuol far spettacolo con l’ennesima speculazione. E poi, quanti sono i bambini non residenti a Como che frequentano gli Asili Nido? E siamo sicuri che residenti a Como non siano i nonni? E per i dipendenti comunali del Comune di Como che non risiedono a Como, sono sempre previsti gli sconti? Mentre non sarà previsto per gli altri che a Como ci lavorano? Mah…. L’impressione è l’ennesima boutade per giustificare l’impulsiva chiusura dei plessi. Tra l’altro con le chiusure in periferia quanti saranno i genitori comaschi che chiederanno ospitalità agli asili nido dei paesi limitrofi? E quanto gli faranno pagare? 15.000euro? Ho l’impressione che sia la solita stupidaggine sparata sotto i riflettori. Un po’ come quella dei ticket dei turisti. A proposito, chissà come li incasserà? Mah 😊…. Rapinese Sindaco se vuole recuperare soldi per il Comune e dimostrare di non essere un dilettante allo sbaraglio, si concentri sulle concessioni a lago. Non ha idea di quanto potrebbe entrare in cassa al Comune.😊
Comune di como, niente di più vergognoso.
Ho lavorato per molti anni nella piscina olimpionica di Muggiò, seguendone l’agonia…fino alla chiusura
Ero anche fisioterapista in via del doss…fino alla chiusura.
Il lungolago, un dispendio di soldi inutili e dannoso.
Asili che chiudono.
Abolito il luna park
Devo continuare?
Insomma, Como città meravigliosa, gestita da…pinocchio, il gatto è la volpe.
Buongiorno.
La partecipazione ai costi da parte del Comune dove ha la residenza il nucleo familiare del bambino è un atto normale nei rapporti tra Enti pubblici… non da ora ma da sempre…
Forse in Comune a Como gli Uffici hanno sorvolato il problema fino ad ora…
L’altro grosso problema è la partecipazione alla spesa da parte della famiglia…
Stabilito che il costo di gestione è di € 15.000,00.= pro capite la domanda è quanto effettivamente contribuisce la famiglia…
Sono convinto che qui ci sono le sorprese vere… Quanti pagano le giuste quote?
rimane un dato, io genitore (che sia residente in Como o meno) se iscrivo mio figlio agli asili nido devo pagare. per mio figlio pagavo all’incirca 500 € al mese per iscrizione al nido comunale qui a Como… e non è che avessi un reddito così elevato. per cui non si sta parlando di un servizio a costo “0” per gli utenti, ma anzi che può avere un impatto importante rispetto alle tasche del cittadino – tuttavia, di fronte ad un servizio indubbiamente valido, ci si è organizzati. Nell’articolo si dice che il costo del servizio è coperto “minimamente” dalle rette, pertanto a mio avviso sarebbe necessario approfondirne le motivazioni, ci sono così tanti iscritti con esenzioni importanti? quanti non pagano effettivamente le rette? quanto incidono i costi di gestione/manutenzione dei fabbricati? questi edifici sono stati sottoposti ad interventi di efficientamento per ridurne i consumi?….
In questa quanto meno fantasiosa (a essere educati) scelta dell’attuale Amministrazione di Como c’è un aspetto, fra i tanti, che proprio non convince. L’asilo nido è un servizio a domanda individuale e quindi non prevede la partecipazione di un terzo soggetto (il Comune di residenza) per il versamento della quota di frequenza. Il rapporto si concretizza fra Amministrazione che eroga il servizio e famiglia richiedente il servizio. Unica soluzione possibile è la sottoscrizione di accordi con altri Comuni per la compartecipazione di questi ultimi alla spesa a fronte della riserva di un certo numero di posti. Strada molto in salita, considerata anche la squisita affabilità del Sindaco nei confronti degli altri Comuni.
Buongiorno.
Lei scrive: ” L’asilo nido è un servizio a domanda individuale e quindi non prevede la partecipazione di un terzo soggetto (il Comune di residenza) per il versamento della quota di frequenza. Il rapporto si concretizza fra Amministrazione che eroga il servizio e famiglia richiedente il servizio…”
Le assicuro che tanti Comuni (dove magari non vi è un asilo nido pubblico) partecipano con quota concordata alla spesa del Comune dove ha sede l’asilo nido o scuola materna comunale.
Esperienza diretta.
Esattamente il concetto con cui chiudevo il mio intervento. La prossima volta legga tutte le righe prima di rispondere.
Provate a chiedere come il Comune di Como contribuisce ai costi di servizi x disabili usufruiti in altri comuni che sul territorio del proprio non ha….
10 minuti di applausi!
Quello che dovrebbe preoccupare sono le convenzioni con asili privati. Insomma non ci basta vedere quello che succede in giro con gli appalti. Un servizio pubblico ha una funzione precisa e non può e non deve generare profitto un servizio privato o genera profitto o genera profitto…fate vobis
E la piscina di via del doss e i disabili gravi che la frequentavano?
Per una volta che c’è un sindaco che sa fare i conti…. Vi lamentate anche?
Non ha scoperto l’acqua calda questo sindaco, io sono un’ex amministrativa del servizio nidi del comune di Como, negli anni scorsi tanti comuni si convenzionavano con il comune di como per far accedere i loro residenti, pagando il costo intero per ogni bimbo iscritto, a loro volta si rivalevano sui loro cittadini . Quei comuni nel tempo si sono organizzati a fare degli asili nidi sul loro territorio. Perché un comune si distingue anche per i servizi che offre ai propri cittadini!!!
Mentre ora il nostro sindaco si convenziona con i privati….che con tutto il rispetto, un servizio privato non può certo permettersi di andare in perdita e si cosa taglia????
evidentemente parli perché non sai cosa significhi prendersi cura di un anziano, un disabile, un bambino… e non ragioni nemmeno sul fatto che un comune non può essere trasformato in una S.P.A…. senza contare che Landriscina ha lasciato 190 mln in cassa… manipolazione dell’informazione, disinteresse verso la categorie fragili… ma tutto torna nella vita, sai? ti accorgerai perché nella vita tutto torna, prima o poi
Per lo yacht club però i conti non li sa fare eh
Così sicuro che sappia fare i conti?
Ma il discorso vale anche per i bambini residenti a Como che si iscriveranno in un altro comune ? Como pagherà la quota ?
Con tutti soldi che si sono mangiati sul lungo lago quante famiglie in difficoltà si sarebbero potute aiutare …….. ASILO GRATIS PER 10 ANNI.
15000 mila euro all’anno per ogni bambino che va al nido forse qualcuno dovrebbe controllare chi gestisce questo business.
Forse conviene offrirne 12000 alle madri per stare a casa.
Si dovrebbe tener conto di chi deve lanciare il bimbo a pochi mesi di vita per recarsi al lavoro e chi lo fa per andare a fare una passeggiata.
Spero che questo continuo attacco a chi lavora in città porti a trovare sempre meno persone disposte a farlo
Secondo me preferirebbero comunque lasciarli al nido
I costi di gestione , le assicuro sono molto alti…ma il servizio che viene garantito è al top. Non certo solo assistenza
Un lavoratore o una coppia di lavoratori nel capoluogo dovrebbero essere penalizzati portando qui i figli al nido… Producono reddito però non possono appoggiarsi alle strutture con sede nel comune… Io sono sconcertato. È l’ennesima follia di una giunta in cui, lo ho ammetto, avevo creduto.
Mai più
Producono reddito sul quale pagano tasse… al proprio comune di residenza! Quindi giusto che il comune di residenza sostenga il comune che accoglie il loro figlio al nido.
Davvero vogliamo dividerci su una cosa così logica?
Miserevole “fare la cresta” sui servizi… E per di più per i bambini! Sarebbe divertente a questo punto se i comuni limitrofi addebitassero a Como l’accesso ai ps (quello pediatrico a Como città non esiste più) o ai parco giochi (in città sono indecenti). I comaschi per cercare servizi funzionanti spesso vanno fuori, il nido è rimasto l’unico servizio di eccellenza e vuole pure smantellarlo!!! Senza parole per il “signor” sindaco e per la sua giunta !!!
I servizi sanitari sono “pagati” anche con le imposte dei cittadini di Como pur essendo ubicati fuori Como. C’è una bella differenza. Con ogni probabilità, la mossa della giunta Rapinese porterà alla firma di convenzioni con i comuni limitrofi come già accade in tante realtà.
I comuni limitrofi si sarebbero dovuti offrire, altrimenti appaiono miserevoli a scaricare i costi sugli altri comuni .
Eh certo. Infatti siamo tutti pronti a pagare le spese dei nostri vicini in difficoltà, vero?
“ci costa” a chi?
A NOI cittadini ?!?! Mica paga Rapinese i costi degli asili nido
Finalmente!
I comunelli attorno si fanno belli senza offrire servizi ai propri cittadini (quindi, risparmiando) salvo poi scaricarli su Como.
Ben venga la richiesta al piccolo Comune di “rimborsare” il costo che noi cittadini di Como dobbiamo sostenere.
Ma che problema ha Rapinese con i bambini?
Penso lo stesso che ha con gli anziani della bocciofila; le luminarie di Natale con tutto il loro indotto; i giostrai di piazza d’armi a Muggiò; e chi più ne ha più ne metta
Cosa centrano i bambini , quando si parla solo di competenze economiche tra comuni di residenza ? ..
I 50€ per il ritardo all’ingresso dell’asilo rientra tra le competenze economiche? Oppure un modo per limitare servizi pubblici alle famiglie?
Lui ha dichiarato tra le tante cose, che sua figlia non ha potuto andare al nido comunale perché non c’era posto….allora “chi se ne f….”degli altri!!!
in primis i problemi sono con se stesso…….
Erode era più magnanimo nei confronti dei bambini
Certo ! Perchè ha chiesto all’infante stesso di fare un bonifico !?!?
.. Quello che chiede è giusto e ovvio … Immagina che tutti i lavoratori del turismo con figli , arrivando nel capoluogo si portassero anche i pargoli all’asilo Comunale di COMO .. Che facciamo ?
Bene, i conti li so fare anch’io: nessun genitore residente versa nelle casse comunali 15000€ l’anno, perché devo pagare io, che di figli non ne ho, per qualcuno che ha figliato non potendo permetterselo? Perché i soldi dei miei contributi dovrebbero mantenere un egomaniaco narcisista che sta demolendo ogni forma di vivibilità della città anziché risolvere problemi reali?
DALLE TUE PAROLE TI RICONOSCO… AVETE IN MENTE DI TRASFORMARE COMO IN UN BAZAR PER TURISTI PERCHE’ IL VOSTRO DIO E’ IL DENARO…MA ESISTONO ALTRE COSE PIU’ IMPORTANTI E VE NE ACCORGERETE…MA SARA’ TROPPO TARDI
Faccio presente che in molti comuni privi di Asilo è più o meno così. Si pagano contributi ai comuni vicini che coprono la retta al netto del contributo famiglia.
Non si vede perché le famiglie comasche debbano fornire servizio ad altri comuni senza ricevere alcun contributo.
Puro buonsenso. Ci voleva Rapinese?
Appunto…
Di solito però è il risultato di un accordo tra i Comuni stessi e non un’imposizione da parte di uno solo….
Esatto. Quo mi sembra una richiesta assurda, invece di pensare ai nidi pensasse alle strade che non si può circolare ne in bici ne in moto, senza parlare dei marciapiedi . .. uno scempio…