Il tema della città al buio è stato al centro di proteste e polemiche, nei mesi scorsi: molte, troppe le zone della città completamente all’oscuro, causa lampioni rotti o malfunzionanti.
Ora, però, sembra prendere corpo in maniera concreta la via indicata dall’assessore alle Opere pubbliche, Vincenzo Bella, peraltro approvata dal consiglio comunale lo scorso 10 settembre, di acquistare direttamente da Enel Sole i circa 8.600 lampioni sparsi per la città.
Poi toccherà al Comune scegliere il modo con cui gestire la “patata luminosa”: o direttamente (pressoché impossibile) oppure tramite un terzo soggetto l’illuminazione di Como. La strada che con ogni probabilità imboccherà Palazzo Cernezzi sarà quella del project financing, come già fa la gran parte dei Comuni.
Già lo scorso anno, Palazzo Cernezzi incaricò una società – lo Studio Cavaggioni – al fine di avere una perizia sul valore degli impianti per il successivo riscatto. Ora il documento è pronto e definitivo e l’amministrazione ha dunque impegnato la cifra necessaria: si tratta di 508mila euro per il riscatto vero e proprio, somma che con tutti le spese collaterali di rito ha portato lo stanziamento complessivo a 600mila euro tondi.
Restano ancora da stabilire le tappe precise dell’acquisizione da parte del Comune, ma la strada ora è tracciata. Non resta che sperare che al riscatto segua la liberazione della luce nelle vie e nei quartieri di Como da troppo tempo al buio.
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