Dopo diverso tempo, lunedì scorso in consiglio comunale si è tornati a parlare di uno dei cantieri più grossi a Como legati al Pnrr. E’ stato il consigliere comunale di Svolta Civica, Vittorio Nessi, a dedicare parte di un lungo intervento all’asilo di via Longhena, ad Albate, per cui è prevista una maxi riqualificazione, che si potrebbe quasi definire un rifacimento tout court, da ben 5,5 milioni di euro (3 Pnrr).
La scuola comunale venne chiusa il 1° luglio del 2023 e con l’intervento nascerà un nuovo polo per bambini fino ai 6 anni tramite la costruzione di un nuovo piano che ospiterà la scuola dell’Infanzia. Prevista anche la riqualificazione del nido con un aumento della capienza e tutte le opere esterne a servizio della nuova struttura. I lavori, nel cronoprogramma annunciato all’epoca, sarebbero dovuti durare 3 anni, tenendo presente che si tratta di un appalto integrato, ovvero in cui era compresa anche la progettazione dell’opera (che il sindaco Alessandro Rapinese, nel gennaio scorso, definì “finita”).
“Sappiamo la fretta con cui è stato sgomberato l’asilo – ha però rimarcato Nessi, in aula, due sere fa – l’appalto è stato assegnato nel 2023 ma io stamattina sono passato e ho trovato un cantiere abbandonato. Non ci sono operai, le impalcature sono affastellate come sono state depositate, c’è l’erba alta e mi è venuto il parallelo con i giardini a lago (cantiere nemmeno a metà, con l’azienda cacciata dal Comune)”. A queste affermazioni, il primo cittadino non ha replicato.
Nelle foto che vedete in pagina, ecco come si presentava ieri mattina la scuola, a due anni all’aggiudicazione dell’appalto a un’impresa veneta, nell’aprile 2023.
Materiali e impalcature sono effettivamente stati portati in loco, tanto da occupare praticamente tutti gli spazi esterni della scuola. E segno, evidentemente, che qualcosa nel corso dei mesi si è mosso (segnali di ‘speranza’ che però cozzavano un poco con le meno rassicuranti erbacce alte anche mezzo metro nelle fasce verdi non occupate dalle impalcature ammassate).
Insomma, considerando le affermazioni del sindaco dello scorso gennaio sulla fine della progettazione, di lavori veri e propri – almeno all’esterno dell’edificio, attorno alle 11.30 del 17 giugno – non si vedeva traccia. Almeno ieri, nessun mezzo all’opera e nessun operaio era percepibile nella pur vasta area interessata. Impossibile escludere che all’interno vi fosse qualche opera in corso, ma da fuori nessun movimento era percepibile.
Difficile dubitare sul fatto che i lavori possano veramente iniziare, se non altro vista la quantità di materiale trasportato sulla futura area di cantiere e viste le ripetute rassicurazioni del sindaco rispetto ai primi dubbi affioranti su possibili ritardi sul rispetto dei tempi. Da capire, piuttosto, se i 3 anni conteggiati dalla chiusura del luglio 2023 basteranno per portare a compimento il maxi intervento. E, soprattutto, per ridare la scuola al quartiere di Albate.