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Attualità, Cronaca

Como, le famiglie vincono contro il sindaco Rapinese: l’asilo Magnolia non chiude. Ecco la decisione del Consiglio di Stato

Se in prima battuta il Tar aveva dato ragione al sindaco Alessandro Rapinese ecco che in secondo grado di giudizio amministrativo il Consiglio di Stato ieri, 4 luglio, ha invece ribaltato la decisione e accolto il ricorso presentato da quattro genitori di altrettanti bambini iscritti all’Asilo Magnolia rappresentati dagli avvocati Giovanni Murgia e Ruggero Tumbiolo.

La struttura, ricordiamo, secondo i piani dell’amministrazione non avrebbe più dovuto riaprire il prossimo anno scolastico (stesso destino poi per il nido di Monte Olimpino ma nel 2025). Davamo la notizia in questo articolo, poi arrivò la conferenza stampa con conferma ufficiale dell’amministrazione: Chiusure nidi, aumento dei posti, convenzioni: ecco come funziona la riforma Rapinese. “Asilo più lontano e si lamentano? Spiace ma dormo sereno”. Peraltro sul concetto di “più lontano” i giudici amministrativi si esprimono con grande chiarezza come vedremo tra poco.

Quindi i mesi di proteste e manifestazioni con la nascita del Comitato genitori. Poi appunto il ricorso contro la chiusura del Magnolia, che il consiglio di Stato ha accolto, spiegano i giudici amministrativi: “Ritenuto che l’istanza di sospensiva (istanza di sospensiva, è bene evidenziarlo, Ndr) sia meritevole di accoglimento avuto riguardo al periculum in mora (possibile danno in cui potrebbe incorrere il diritto soggettivo cioè quello delle famiglie, Ndr), con riferimento alla disposta chiusura dell’asilo nido “Magnolia” di via Passeri n. 2 a partire dal prossimo anno scolastico, non identificabile nella mera distanza rispetto all’asilo nido più vicino, ma nel pregiudizio, attestato anche da relazione psicologica di parte, alla continuità del percorso formativo di bambini in tenera età nello stesso ambiente prescolare e nella comunità di riferimento”. Passaggi estremamente significativi dove i togati entrano ampiamente nel merito della scelta.

E non si fermano qui, si legge ancora: “Ritenuto ad un primo sommario esame proprio della presente fase cautelare che appaia ravvisabile anche il al fumus boni iuris (espressione che indica uno dei due presupposti – l’altro è il periculum in mora di cui sopra – necessari per ottenere un provvedimento cautelare, Ndr), avuto riguardo al difetto di istruttoria e di motivazione evidenziato in particolare nei primi due motivi del ricorso, con la conseguente necessità di approfondimento dell’analisi costi – benefici e di comparazione con gli interessi contrapposti dei privati, non essendo stato peraltro neppure considerato nella delibera gravata che nell’edificio ove ha sede l’asilo nido Magnolia vi è anche la scuola dell’infanzia e che pertanto l’asilo nido, insieme alla scuola dell’infanzia costituisce un polo dell’infanzia, idoneo a garantire un percorso educativo continuativo dalla nascita sino ai sei anni, nonché alla circostanza che la qualità del servizio, cui sembrerebbe volta la delibera gravata, si apprezza anche avendo riguardo al rapporto tra educatori e bambini, laddove con la delibera medesima i posti disponibili negli altri asili nido vengono aumentati sino al massimo ed anche oltre il limite massimo, usufruendo della possibilità di deroga; ciò in disparte dalla considerazione che le rappresentate esigenze manutentive dell’immobile – tra l’altro in condivisione con la scuola dell’infanzia – si sostanziano all’attualità nella necessità della sostituzione della vetrata di ingresso e che alcun diritto soggettivo sussiste in capo ai dipendenti all’accoglimento delle istanze di mobilità”.

Insomma vengono accolte le tesi espresse da tutte le famiglie in questi mesi, e argomentate dai legali, circa la validità dell’intero polo scolastico e del percorso educativo che offre. Non solo, viene evidenziato come la delibera della giunta Rapinese abbia aumentato i posti negli altri asili fino al limite massimo e anche superandolo in deroga. Mentre nel Magnolia: “La qualità del servizio, cui sembrerebbe volta la delibera gravata, si apprezza anche avendo riguardo al rapporto tra educatori e bambini”. Il riferimento alla “vetrata di ingresso” poi smentisce l’argomento relativo ai costi di ristrutturazione.

Dunque ora cosa succede? La delibera è sospesa, quindi non efficace e l’asilo Magnolia non chiuderà i battenti. Naturalmente il Comune potrà tentare altre vie avviando un nuovo procedimento ma per ora (specifichiamo ancora, come già fatto sopra, a scanso di equivoci: si tratta di un’istanza di sospensiva) la decisione è questa. Da evidenziare infine come la quanto stabilito dal Consiglio di Stato non invalidi l’intera delibera sui nidi ma solo il punto specifico di cui stiamo parlando.

Gli avvocati Murgia e Tumbiolo si sono detti molto soddisfatti del risultato poiché sono state accolte tutte le argomentazioni già presentate al Tar.

NEL POMERIGGIO POI E’ ARRIVATA UNA NOTA DEL COMITATO GENITORI, ECCOLA:

Con piacere il Comitato Como a misura di famiglia annuncia che il Consiglio di Stato nella camera di consiglio del 4 luglio ha accolto il ricorso delle famiglie, sentenziando la sospensione della delibera comunale e imponendo in sostanza la non chiusura del nido Magnolia di via Passeri già dal prossimo anno scolastico.

L’ordinanza del Consiglio di Stato ha riconosciuto l’importanza e il valore per l’intera città di Como del percorso educativo modello che si sta realizzando, per vicinanza e per continuità educativa, tra il nido di via Passeri, l’adiacente scuola d’infanzia Raschi e le scuole di ordine superiore del quartiere.

Il Comitato Como a misura di famiglia auspica che questa possa essere una nuova occasione perché si instauri un dialogo costruttivo tra l’amministrazione comunale, il plesso scolastico, le famiglie e molte parti attivamente coinvolte.

SUCCESSIVAMENTE UNA NOTA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Abbiamo appreso con gioia la notizia dell’accoglimento, da parte del Consiglio di Stato, del ricorso delle famiglie sulla decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere l’asilo nido Magnolia. L’ordinanza ha previsto la sospensione della delibera comunale, riformando la prima decisione del Tar e imponendo, quindi, l’apertura della struttura anche per il prossimo anno.
Ci rende molto felici che il Consiglio di Stato abbia riconosciuto l’importanza degli asili nido territoriali e dei valori e delle peculiarità di cui sono portatori. Valori e motivazioni per i quali ci siamo battuti, al fianco dei genitori in questi mesi, come l’importanza della vicinanza, della funzione pedagogica che gli asili di quartiere rivestono, dell’importante continuità educativa di un polo 0-6 come quello di via Passeri, incentivato dalle normative nazionali e che invece, il sindaco, aveva deciso di cancellare.
Riteniamo che questo debba essere un nuovo punto di partenza, per iniziare a pensare al territorio cittadino in maniera diversa. Alla politica della privatizzazione e razionalizzazione, è necessario contrapporre politiche di prossimità, attenzione e valorizzazione delle strutture dei singoli quartieri. Ora sarà importante tenere viva l’attenzione e la partecipazione, affinché le iscrizioni, che hanno sempre riempito tutti i posti disponibili, continuino a dare ragione a noi e alle famiglie. Continueremo a lavorare accanto ai genitori comaschi, affinché, a questa prima vittoria della città, possano seguire azioni concrete.
Il Segretario cittadino Daniele Valsecchi e i Consiglieri comunali del PD
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14 Commenti

  1. Due grandi avvocati che in passato vinsero anche su Piazza De Gasperi (in particolare Murgia) danno una lezione non solo al Sindaco ma anche a colui che gestisce il Consiglio Comunale, supino sul primo cittadino ed incapace a suggerire scelte sensate

  2. Propongo a chi ha sostenuto le spese del ricorso di lanciare una raccolta fondi on line….sarò il primo ad aderire.
    Avete fatto un servizio civile!

    1. Ahahahhah no! E la prova che chi non capisce una mazza di diritto amministrativo (per usare le sue parole) siede a palazzo Cernezzi! Ahahahah che figura!!!

    2. Mi scusi, ma gradirei una risposta: coloro che si sono rivolti ai giudici, dunque, secondo lei non sono cittadini?

  3. Ora il minimo sarebbero le scuse del primo cittadino e magari anche un rapidissimo cambio della vetrata d’ingresso. Accadrà il miracolo e il Primo cittadino saprà farsi perdonare tutto questo spreco di tempo e soldi pubblici perché le spese legali per il ricorso al consiglio di Stato le abbiamo pagate noi pantaloni non lui???

    1. Conoscendo il personaggio diventerà ancora più aggressivo e cinico. Non si fermerà ma attaccherà tutto e tutti

  4. Grandissima vittoria della società civile, genitori, nonni, bambini. Per il bene del quartiere contro una spending review miope a beneficio di privati e a discapito della città

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