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Attualità, Politica

Como, l’ex consigliere: “Le inesattezze del sindaco sui costi di recupero dei materiali accumulati nel lago”

Sulla pulizia delle acque nel primo bacino del lago interviene l’ex consigliere comunale Vittorio Mottola che invia una missiva (arrivata ieri, 13 ottobre) il cui oggetto è: “Le inesattezze del Sindaco sulla gestione dei costi di recupero dei materiali accumulati nel lago”. Ecco la riflessione:

Buongiorno,

Il 1° ottobre ho assistito a una seduta del Consiglio Comunale durante la quale il Sindaco è intervenuto in risposta ad alcune dichiarazioni preliminari, tra cui una relativa al recupero dei materiali accumulatisi nel lago in seguito alla recente alluvione che ha colpito il territorio comasco e la città di Como. In quell’occasione, il Sindaco ha affermato che l’Amministrazione comunale non sarebbe in grado di sostenere i costi di recupero, dichiarando testualmente: «Chi recupera la merda, paga».

Una frase inequivocabile che ha lasciato non poca sorpresa tra i presenti. È doveroso sottolineare come, in qualità di primo cittadino, il Sindaco abbia l’obbligo di documentarsi in modo puntuale e preciso prima di rilasciare dichiarazioni pubbliche su tematiche tanto rilevanti. Come recita il noto principio giuridico, ignorantia legis non excusat (“la legge non ammette ignoranza”): non è accettabile che un Sindaco ignori — o scelga di ignorare — le normative che regolano la gestione delle risorse del nostro lago. Continuare a rilasciare dichiarazioni non conformi al quadro normativo vigente rischia non solo di generare confusione tra i cittadini, ma anche di compromettere una gestione efficace e trasparente del nostro patrimonio ambientale. È importante chiarire le competenze relative alla gestione dei materiali accumulati nel lago e al recupero dei costi connessi alla loro rimozione.

Con la Legge Regionale 26/2003, le funzioni in materia di salvaguardia degli ambienti lacustri venivano attribuite alle Province, che hanno continuato a operare tramite propri programmi, prevedendo l’intervento diretto dei natanti provinciali. Tuttavia, con la Legge 56/2014 di riordino delle Province, è stato modificato l’approccio: il programma provinciale è stato rivisto prevedendo la stipula di convenzioni con i Comuni e con l’Autorità di bacino, attraverso la cessione in comodato gratuito delle attrezzature necessarie (come i battelli spazzini), ma senza più un intervento diretto della Provincia. Di conseguenza, la struttura operativa provinciale è stata gradualmente smantellata. Dal 2016 al 2022, sono state sottoscritte convenzioni tra la Provincia e il Comune di Como, che prevedevano la cessione in comodato gratuito di un battello spazzino per la pulizia delle acque demaniali di competenza comunale. L’ultima convenzione è stata aggiornata con Delibera del Consiglio Provinciale n. 40/2024, senza alcun onere economico per la Provincia. Con l’entrata in vigore della Legge 60/2022 e sulla base della normativa regionale (L.R. 6/2012), le competenze in materia sono oggi ancora più chiare: la responsabilità per la rimozione dei materiali galleggianti è esclusivamente comunale, salvo che non vi siano accordi con l’Autorità di bacino — accordi ai quali il Comune di Como non ha aderito. Il Comune di Como incassa l’intero introito dei natanti che approdano sul bacino di Como. Tale incasso non viene condiviso con l’Autorità di bacino, quindi non può pretendere di avere rimborsi: in altre parole, non è possibile ottenere benefici senza assumersi le relative responsabilità.

Per opportuna conoscenza, ARERA, con propria delibera n. n. 386/2023, ha in seguito approvato il meccanismo di perequazione che permette ai Comuni di ottenere il rimborso delle spese sostenute per le attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti raccolti nelle acque. È importante chiarire, inoltre, che la Regione interviene soltanto in presenza di eventi eccezionali, come le recenti alluvioni di settembre, che hanno portato alla dichiarazione dello stato di calamità. Al di fuori di tali emergenze, la gestione ordinaria compete al Comune. Nonostante la disponibilità della Provincia a rinnovare la convenzione, il Comune di Como ha rifiutato tale proposta, chiedendo invece un rimborso delle spese sostenute. Questo ha determinato una situazione di stallo che, di fatto, ha bloccato l’attivazione di un piano condiviso per la pulizia del lago. È fondamentale che il Comune di Como prenda atto delle modifiche normative intervenute, si adegui alla Legge 60/2022 e smetta di attribuire ad altri Enti responsabilità che, oggi, ricadono chiaramente sulla sua Amministrazione. È auspicabile che l’Amministrazione Comunale apra un confronto serio e costruttivo con gli altri Enti coinvolti, nel pieno rispetto delle normative vigenti, affinché si possa finalmente avviare un’azione efficace, coordinata e trasparente per la tutela del nostro territorio.
Prof. Vittorio Mottola

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