[Vi avvisiamo, per correttezza, questo è un articolo difficile da leggere: può colpire comprensibilissime sensibilità]
Sarebbe stato abbandonato in casa tra i suoi stessi escrementi, senza cibo, tanto da passare da 40 a 14 chili.
E, come da referto veterinario che trovate sotto, è certamente stato costretto a cercare di calmare i morsi della fame nutrendosi di stracci, calze, pezzi di gomma che si sono accumulati nel suo stomaco formando un gigantesco bolo di due chili che l’ha ucciso. E questo è un fatto.
Così è morto Aaron in un paese della provincia di Como, un pitbull di sei anni dallo sguardo da cucciolo, dimenticato da chi sembra avesse promesso di prendersene cura e che, invece, avrebbe pubblicato sui Social vecchie foto e video di lui sano e felice per, secondo chi accusa, nascondere l’orrore che si sarebbe consumato tra quelle mura.
A raccontarlo a ComoZero, dopo che siamo entrati in contatto due giorni fa, è la sorella del proprietario. La chiameremo Anna con un nome di fantasia per tutelarne la privacy, poiché sono in corso indagini da parte delle forze dell’ordine.
Anna ci ha inviato referti veterinari e foto che sono un pugno allo stomaco (ne pubblichiamo una più che minima parte) e ci ha raccontato una storia agghiacciante. Storia che cela forse, ma non lo sappiamo, anche un disagio umano che va sicuramente approfondito. Ma che per ora ha una sola vittima innocente: Aaron.
“Lo scorso marzo quando mio fratello si è dovuto assentare da casa per ragioni personali per alcuni mesi, una mia amica si è offerta di prendersi cura temporaneamente del suo cane sapendo che io ho già due pitbull e mi sarei trovata in difficoltà – ci racconta Anna al telefono, ricostruendo la sua versione dei fatti – io le portavo periodicamente sacchi di mangime o le davo soldi per comprargli da mangiare, quindi ero tranquilla. Inoltre, lei mi mandava quasi quotidianamente foto e messaggi rassicurandomi sul fatto che stesse bene e pubblicava sui suoi social video in cui lui sembrava in ottima salute”.
Poi, a fine ottobre, qualcosa cambia: “Ha iniziato a negarsi al telefono trovando mille scuse per non farmi vedere il cane, ma comunque mi continuava a rassicurare sulla sua salute e abbiamo continuato a frequentarci come sempre – spiega – finché a fine gennaio, lo stesso giorno in cui lei mi aveva mandato un vocale per dirmi che era a passeggiare con Aaron, suo padre e la sua compagna mi hanno contattata per dirmi che erano riusciti a entrare in casa e lo avevano portato a Milano da un veterinario. Li ho videochiamati immediatamente e ho visto Aaron sotto una coperta. Ho chiesto di spostarla e sotto c’era uno scheletro”.
Da qui poi una successiva e ulteriore corsa disperata a Como per tentare di salvarlo, con un’ecografia e un’operazione d’urgenza che hanno mostrato tutto l’orrore vissuto da questa povera bestiola: “Gastrotomia e svuotamento del contenuto gastrico – leggiamo nel referto del veterinario – plastica, tessuti, etichette, guarnizioni di plastica e plastica dura incastrata nella mucosa”, fino all’esito finale, la morte.
Dopo una lunga sofferenza, si legge nei documenti: “Il paziente è deceduto durante il ricovero post operatorio […] riferito alla nostra struttura in gravissime condizioni di denutrizione, con lo stomaco pieno di 2 kg di materiali vari, trovato in casa della persona che l’aveva in custodia abbandonato a se stesso, senza cibo né acqua e coperto dai propri escrementi”.
“Il veterinario ci ha detto che i morsi alla plastica che aveva ingoiato dimostrano che Aaron non li ha mangiati per noia, ma perché aveva fame – ci racconta ancora Anna – in tutto questo tempo, chi poteva intervenire non ha fatto nulla: il padre della ragazza e la sua compagna mi hanno detto che erano almeno due mesi che lei non li faceva entrare in casa e che cercavano di contattarmi, ma sarebbe bastato cercarmi sui social, come hanno fatto quando era ormai troppo tardi mentre i vicini di casa che mi hanno riferito che sentivano da tempo una forte puzza di escrementi e non vedevano più Aaron, ma nessuno si è preoccupato di fare domande”.
Ora Anna ha sporto denuncia ai Carabinieri contro l’ex amica (denuncia fornita alla redazione, documento che abbiamo letto, nella foto sopra trovate un piccolissimo estratto) chiedendo che venga valutata l’aggravante della crudeltà.
Racconta ancora: “Ho scoperto che, mentre questa ragazza continuava a uscire con me la sera mostrandomi vecchie foto per dirmi che Aaron stava bene, ad altri aveva raccontato che aveva un tumore e che stavano pensando di farlo sopprimere. Voglio che sia punita per quello che ha fatto e che non possa più farlo ad altri animali”.
Ovviamente nel pieno rispetto delle indagini che verranno e della presunzione di innocenza, non possiamo ignorare che ci siano oggi, e ci saranno in eventuale sede di confronto, opposte ragioni. Ma le immagini e i documenti che ci sono stati forniti – e di cui avete letto alcuni parziali estratti – sono senz’ombra di dubbio sconcertanti.