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Como, farmacie assediate ma le mascherine della Regione non ci sono. Acquistapace: “Comunicazione sbagliata, servono criteri”

Farmacie assediata da telefonate, richieste, domande. E intanto le 300mila mascherina gratuite promesse dalla Regione a partire da oggi non ci sono, non sono arrivate e nessuno sa esattamente quando arriveranno.

Da domani a Como le prime 178mila mascherine gratis: in farmacia e nei negozi. Contagi in provincia, 1.384 (+65 oggi)

A denunciare il caos anche in provincia di Como (“Ma non per fare polemica, per aiutare tutti a capire”) è Renato Acquistapace, coordinatore regionale di Confservizi-Assofarm. In pratica, il referente lombardo per tutte le farmacie comunali.

“Mi duole dirlo ma ieri la comunicazione su questo tema è stata un po’ sciagurata pur se l’iniziativa resta lodevole – dice Acquistapace – L’indicazione è che 300mila mascherine arriveranno alle farmacie della regione e saranno poi distribuite gratuitamente. In realtà, però, a oggi non sono arrivate, bisognerà attendere qualche giorno”.

Il problema è che la gente inevitabilmente ha già iniziato a tempestare le farmacie di chiamate e richieste di informazioni, o al telefono o (chi può) di persona.

“E’ la verità e purtroppo i farmacisti non hanno risposte precise perché non hanno avuto indicazioni precise, non hanno responsabilità dirette – spiega ancora Acquistapace – E intanto si verificano casi spiacevoli, ad esempio persone che entrano in farmacia senza mascherina e sperano di ottenerla lì gratuitamente, ma quelle annunciate da Regione Lombardia ancora non si sono”.

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Un altro problema grosso sarà nelle prossime ore l’individuazione di criteri precisi per la distribuzione, perché se si dividessero senza alcuna specifica particolare le 300mila mascherine della Regione per il numero di farmacie lombarde, ogni punto vendita ne avrebbe qualche decina o poco più.

“Ma non è possibile, naturalmente – osserva ancora Acquistapace – Innanzitutto perché quantitativi così limitati rischierebero di finire in pochissimo tempo. E poi, perché chi entrasse in farmacia dopo che la fornitura di quelle gratuite fosse finita si vedrebbe davanti all’unica opzione di comprarle pagando di tasca propria e potrebbe comprensibilmente irritarsi o sentirsi vittima di un’ingiustizia. Inoltre, a oggi non è chiaro se esista o meno un criterio per la distribuzione alle farmacie comunali: ma mi pare ovvio che lo stesso quantitativo non possa andare alla farmacia centrale della grande città e a quella del piccolo paesino”.

 

Insomma, “non si può scaricare tutto sui farmacisti e dire di arrangiarsi – conclude Acquistapace – E non si può scaricare sui professionisti l’onere di scegliere come e a chi dare le mascherine. Peraltro, in un momento in cui nessuno sa con esattezza quando le dotazioni arriveranno. Serviva più chiarezza, maggiore organizzazione – è la conclusione – è mancato un coordinamento fondamentale, speriamo la situazione possa chiarirsi nelle prossime ore”.

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