Come noto, ieri si è tenuta la Marcia della Pace organizzata da Coordinamento comasco per la Pace, Como senza frontiere, Arci, Ecoinformazioni e tutte le organizzazioni pacifiste del territorio nell’ambito del Mese della Pace di Cantù, Como e Mariano Comense. Due i percorsi dei cortei, che sono poi confluiti in Piazza delle Fornaci a Navedano, Senna Comasco.
Gli organizzatori, già ieri hanno dato lettura del messaggio che oggi pubblichiamo integralmente di seguito (qui invece le critiche rivolte all’iniziativa da +Europa Lario).
L’iniziativa, che doveva tenersi il 23 gennaio 2022 come principale appuntamento del Mese della Pace, è stata rinviata in primavera a causa del peggioramento della situazione sanitaria.
Il 23 gennaio 2022 era prevista la marcia provinciale della Pace, manifestazione che costituisce il cuore del Mese della Pace nei territori di Cantù, Como, Mariano Comense e altre località limitrofe. Con tale iniziativa, rimandata a causa dell’aumento di contagi da Covid 19 e del conseguente peggioramento della situazione sanitaria in Lombardia, noi realtà pacifiste comasche ci proponevamo di riportare la pubblica attenzione sul tema così importante della Pace, nonché di presentare alla cittadinanza tutta, a partire dalle considerazioni del Pontefice per la 55esima Giornata mondiale della Pace, proposte concrete per costruire un mondo altro, fraterno, giusto e solidale, negli ambiti del lavoro, dell’educazione e del dialogo tra generazioni.
Questa idea, unita al desiderio di celebrare il primo anniversario della entrata in vigore del Trattato per la proibizione delle armi nucleari e alla volontà di denunciare l’esorbitante crescita della spesa militare in atto nel nostro paese e nel mondo, ha animato la serie di presidi diffusi intitolata “Pace: non lasciamola spegnere”: eventi rischiarati dalla Luce della Pace giunta da Betlemme. Citiamo questi episodi recenti del nostro impegno di lunga data per dimostrare che siamo da sempre ben consapevoli di come Pace non sia solo una bandiera arcobaleno da sventolare quando imperversa la violenza, ma un impegno concreto quotidiano, un’utopia che cammina sulle nostre gambe, un orizzonte ideale che si deve incarnare nelle scelte ordinarie di singoli, collettività e Stati ben prima che risuonino i colpi di cannone.
A questi valori ci siamo sempre ispirati. Il nostro impegno e le nostre azioni si rivolgono in primo luogo all’affermazione di principi universali, che hanno nell’intransigente rifiuto della guerra e della violenza il fondamento primo.
Anche la marcia provinciale della Pace 2022 ribadisce queste motivazioni.
Ora la guerra è tornata nel cuore dell’Europa, e non certo per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, come affermano commentatori disattenti o volutamente strabici. Per questo riteniamo nostro dovere affermare il nostro essere pacifisti in questa tragica fase storica che sta provocando nuovi lutti, dolori e devastazioni, nella speranza di sensibilizzare il maggior numero di cittadini, affinché siano disponibili a partecipare alla costruzione di un futuro di Pace per tutti.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa è una violenza inaccettabile, che condanniamo con fermezza e senza riserve. Nulla può giustificare un intervento armato contro una nazione. Lo abbiamo gridato nelle piazze ai tempi degli attacchi alla Bosnia, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, alla Siria, allo Yemen, all’Eritrea; lo gridiamo con forza oggi, aborrendo la criminale scelta del governo guidato dall’autocrate Vladimir Putin.
E se ci opponiamo a questo conflitto con una ancor maggiore apprensione rispetto al passato, ciò si deve non certo alla vicinanza tra gli scenari di battaglia e le nostre case o alla maggiore familiarità che il nostro paese ha con il popolo ucraino, ma perché ai nostri occhi tutte le vittime delle guerre sono meritevoli di compassione, godono di pari dignità e sono portatrici degli stessi Diritti inalienabili.
La guerra in Ucraina è gravida di ulteriori preoccupazioni nella misura in cui si è da subito configurata come uno scontro sovra territoriale tra blocchi di potere. L’ampiezza di tale scontro potrebbe abbracciare l’intero globo: incombe lo spettro di una Terza guerra mondiale combattuta con armi atomiche. Pur nella nostra relativa impotenza, sentiamo il dovere morale di opporci a questo scenario con la massima energia possibile: ne va della sopravvivenza della stessa vita sulla Terra.
In sintonia con le principali reti pacifiste del nostro paese, e in piena comunione di intenti con i nonviolenti ucraini e russi, con cui ci sentiamo moralmente e praticamente coinvolti, ci siamo interrogati sui caratteri che deve assumere qui e ora la mobilitazione contro la guerra. Riportiamo di seguito, in estrema sintesi, le nostre parole d’ordine, affinché su di esse possa convergere l’impegno di quanti le condividono, e la chiarezza sgombri il campo da ogni possibile equivoco.
No alla guerra in Ucraina! No ad ogni guerra! Dalla parte delle vittime!
Siamo contro l’aggressione russa ai danni del popolo ucraino. Ci opponiamo ad ogni pacificazione esito di una sconfitta militare e ottenuta con la forza delle armi. Riconosciamo come unici strumenti per dirimere le controversie tra gli stati la diplomazia e il diritto internazionale. Cessate il fuoco, in Ucraina e ovunque nel mondo!
No all’entrata in guerra dell’Unione europea e dell’Italia! Sì alla neutralità attiva!
Ricordando il progetto di Pace che portò alla costruzione dell’Unione europea, e l’articolo 11 della Costituzione repubblicana, chiediamo che l’Italia non intervenga militarmente nel conflitto in corso in Ucraina. Siamo contro la politica interventista della maggioranza di governo italiana e contro l’aumento della spesa militare.
Siamo contrari all’invio di armi italiane all’Ucraina perché:
– è un atto contro la Costituzione italiana e i valori costitutivi dell’Unione europea;
– è un atto indiretto contro la Russia, un passo verso la Terza guerra mondiale;
– è un ’inaccettabile deroga alla legge 185/90 relativa al commercio di armi, uno degli esiti più significativi delle lotte pacifiste nel nostro paese; -è un atto militare, che contribuisce all’escalation di violenza.
– è un atto che potrebbe renderci corresponsabili di massacri perpetrati dall’una e dall’altra parte in guerra. È bene non dimenticare che nelle regioni di Donetsk e Lugansk l’occupazione militare russa si sovrappone ad una guerra fratricida; -è un atto che mina la credibilità futura di ogni eventuale tentativo di mediazione tra Russia e Ucraina da parte del nostro Paese e dell’Unione europea; -è un atto che rischia di provocare l’utilizzo di armi pesanti russe anche in un contesto urbano;
– è un atto che determinerà l’instabilità della regione negli anni a venire, come ci insegnano i passati conflitti;
– è un atto che incrementa gli introiti dell’industria armiera, che costituisce essa stessa un pericolo per la democrazia e la Pace;
– è un atto che favorisce le compagnie di trafficanti, miliziani e mercenari che si occupano dell’ingresso clandestino delle armi nella regione.No al possesso e all’uso di armi nucleari, di chiunque esse siano! Italia, ripensaci!
La possibilità di combattere una guerra nucleare è un’assoluta follia e rende necessario rimettere all’ordine del giorno il disarmo nucleare mondiale. In sintonia con il Pontefice, con la società civile organizzata, con le vittime dei bombardamenti e dei test nucleari e con diverse Amministrazioni comunali del territorio, chiediamo la messa al bando delle armi atomiche. Siamo totalmente contrari alla presenza e al mantenimento di armi nucleari nel nostro Paese e in Europa, nonché all’acquisto, alla produzione e alla commercializzazione dei vettori di tali ordigni, come ad esempio i costosissimi cacciabombardieri F-35. Ancora una volta chiediamo al Governo italiano di rivedere le proprie posizioni e di sottoscrivere il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, che è entrato in vigore a livello internazionale nel gennaio 2021, ma senza l’adesione delle potenze nucleari.
No a profughi di serie A e di serie B!
Siamo per l’accoglienza dei profughi ucraini e di tutti i profughi che scappano da qualsiasi altra guerra. Ci consola vedere come la cittadinanza europea e italiana, nelle sue varie articolazioni, si sia prontamente attivata per sostenere le popolazioni in fuga, anche sotto lo stimolo del sistema mediatico. Denunciamo come si stiano venendo a creare profondi squilibri nel sistema di protezione internazionale, con profughi giustamente riconosciuti e profughi totalmente ignorati. Prestare soccorso a una famiglia ucraina è atto meritorio, degno delle prime pagine dei giornali. Fare lo stesso con una famiglia afgana o siriana può portare invece ad un’incriminazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, o addirittura ad un’indagine per terrorismo internazionale. Chi fugge da guerre e violenze dovrebbe essere aiutato sempre: ora sappiamo con certezza che le risorse materiali ed umane non mancherebbero.
Auspichiamo che la crisi dei profughi ucraini porti ad una radicale trasformazione del sistema di accoglienza europeo e che le politiche migratorie mettano finalmente al centro la dignità della persona umana e i Diritti fondamentali di ogni individuo.
Concludiamo il presente documento impegnandoci a procedere con rinnovata determinazione nella quotidiana attività pacifista, antimilitarista, nonviolenta, per promuovere lo sviluppo umano integrale e la fraternità tra i popoli, contro i mercanti di morte e le banche armate. É il momento di far risuonare e di mettere in pratica il grido dei neutralisti che si opposero al Primo conflitto mondiale:
Abbasso la guerra! Viva la Pace!
Mese della Pace Cantù, Como e Mariano Comense.
Per aderire mesedellapacecomo@gmail.com