E’ morto oggi, 31 dicembre, Meco Lillia stella luminosa del Lario, nome conosciuto in tutto il mondo per quel gioiello di scafo che è la Star, capolavoro d’artigianato costruito nel famosissimo cantiere di Musso.
Barche che hanno vinto tutto, ribattezzate le Ferrari della vela e che hanno portato il nome dei Lillia (prima Gianni, poi Meco e ora Stefano) nell’olimpo dei costruttori, dei maestri d’ascia e dei progettisti. La star è nata nel 1911 negli Stati Uniti e appartiene lala categoria barche a chiglia. Tutto cominciò quando Gianni Lillia acquistò dal Coni una Star dalla quale ricavò lo stampo. Ebbe un grande intuito dato che da lì a poco la Star ritornò ad essere classe olimpica e tuttora riscuote un grande successo e i cantieri Lillia trasformarono la barca nel capolavoro che è oggi.
E proprio la Star Lillia ha aperto la carriera del Mago del Vento Torben Grael, grandissimo amico di Meco. Qui (e nella foto di copertina) li vediamo insieme:
Vogliamo ricordare Lillia con il racconto-intervista che ne ha fatto Giuseppe Guin per Gente di Lago (viaggio tra i grandi personaggi delle nostre rive, uscito su queste pagine e poi diventato libro):
DAL VECCHIO DINGHI A UNA VITA DA STAR
Domenico Lillia, chiamato Meco, un macellaio sul podio dei mondiali. La leggenda di un successo italiano, dai velisti di Luna Rossa a Torben Grael
di Giuseppe Guin
Il primo Dinghi in legno è conservato nel cantiere di Musso come fosse una reliquia. L’ha costruito Gianni Lillia nel 1957, lavorando di notte, dentro una cantina buia e umida, scaldata dall’ardere della legna dentro un bidone di lamiera e rischiarata dalla traballante luce delle candele. Al suo fianco c’era un maestro d’ascia di quelli bravi, che il Gianni era riuscito a portare via dal cantiere di Guido Abbate e, insieme, sono riusciti a costruire un gioiello.
La storia dei Lillia è tutta scritta nel legno di questa barca e, anche se oggi qui nascono le mitiche “Star” e si respira aria di alta tecnologia da competizione, uno spazio per conservare il vecchio Dinghi c’è ancora.
Ne è entrata tanta di gente in questo capannone di mille metri quadrati, che profuma di legno, resina e vernici. Qui, proprio per veder nascere le Star, sono approdati professionisti e appassionati di vela, timonieri iridati e prestigiosi produttori di scavi, campioni di regata e finanziatori di imprese storiche. Eppure tutti, ogni volta, davanti a questo Dinghi di legno, spalancano gli occhi e rimangono incantati.
Il Dinghi del Gianni ha infatti avviato una storia che dura ancora adesso e che ha portato le Star Lillia a vincere l’impossibile: ventitre volte sul podio dei mondiali, otto medaglie alle Olimpiadi e, nel 2004 ad Atene, persino un’impresa storica, quella di occupare tutto il podio: bronzo, argento e oro.
Anni di gloria, di grandi fatiche, ma anche di desolanti amarezze.
La secca peggiore, quella che avrebbe potuto completamente arenare una storia, accadde nel 1981, quando il destino si portò via troppo presto il Gianni. C’era un cantiere in piena attività, con sei persone al lavoro ma, insieme a lui se ne era andata anche la speranza di continuare. Tutto finito, se non fosse che, a riaprire il futuro, arrivò in soccorso il fratello Domenico che, in quel di Musso, aveva sempre e soltanto fatto il macellaio.
I Lillia, in effetti, erano approdati sul lago, proprio per fare i macellai e non i costruttori di barche.
La prima famiglia con quel nome sbarcò sul Lario nel 1690, al seguito dell’esercito spagnolo, per assicurare i vettovagliamenti alle truppe. Terminato il dominio spagnolo, nessuno sa se attratto dalla voglia d’impresa, o più semplicemente da una donzella del lago, sta di fatto che uno dei figli si fermò a Musso e aprì la prima macelleria. Da allora i Lillia non hanno più smesso di fare i macellai e l’ultimo della dinastia è proprio Domenico Lillia, 79 anni, chiamato da tutti Meco.
Lui, dietro al bancone ci andò quando aveva appena quattordici anni, perché papà Pietro non ne poteva più di mantenere a scuola un figlio così scapestrato. Al Setificio ci era entrato infatti per intercessione del commendator Luigi Guggiari, ma quella raccomandazione non bastò a salvarlo da una sonora bocciatura alla fine del primo anno. Del resto, era impossibile sperare nella promozione se, alla mattina, invece di andare a scuola, il Meco si infilava al cinema Moderno e se, il pomeriggio, invece di fare i compiti, caricava in barca le olandesine del campeggio di Pianello. Insomma, una storia di studi senza successo che, però, come per una sorta di contrappasso, si trasformò in una storia di grandi successi nel lavoro. «Non so se ho fatto tutto bene nella vita – dice lui – ma di certo non sono mai stato fermo».
Rilevata dunque l’attività del fratello Gianni, i cantieri Lillia hanno cominciato a sfornare le miglior Star e proprio con le Star il nome Lilia ha sbaragliato il mondo della vela.
Da questo capannone, in trent’anni, sono uscite più di cinquecento Star e per vederle sono approdati qui i migliori velisti: dal tattico del Moro di Venezia, Enrico Chieffi, a Torben Grael, che con le barche del Lillia ha conquistato dieci mondiali, dall’olimpionico Ross MacDonald , al finnista brasiliano Jorge Zarif , dal timoniere Edvin Mellebi, allo statunitense Dennis Conner.
Insomma il mondo della vela è di casa al cantiere Lillia del Meco e, anche se certi suoi detrattori l’hanno sempre definito, con sprezzo, “il cantiere del macellaio”, oggi, proprio qui, il figlio Stefano, che del padre segue le orme, sta ultimando una Star che nei prossimi giorni andrà a Miami, per partecipare alla “Bacardi Cup” e per portarsi a casa l’ennesima vittoria.
L’ha progettata l’architetto navale Juan Kouyoumdjian, insieme a Gilberto Colombo e Claudio Maletto del team di Luna Rossa.
È qui lustra, perfetta, impeccabile, pronta per competere.
Accanto, però, c’è sempre il Dinghi del Gianni, il miglior porta fortuna per una Star, targata Lillia, che vuole andare in America e, a tutti i costi, vuole provare a vincere ancora.
LA PAGINA DEL LIBRO
libro_gente di lago_Guin_ml
2 Commenti
Mi porto nel cuore un caro ricordo di un grande professionista che amava il suo….nostro lago e la sua terra. Riposa in pace Meco??
Ho conosciuto sia il Gianni che il Meco e Stefano.Ho regatato con le Lillia e devo dire che sono stati i Lillia che hanno dato impulso mondiale alla classe Star.Ho visto dove Gianni costruì le prime barche .luogo angusto e buio ma pochi metri dal lago .Gente loro sempre attivissimi e tenaci.Proverbiale l’ospitalità.Il filetto dalla Tecla per i clienti e amici e lo champagne al ristorantino Pianello.Ricordi indelebili.Grazie famiglia Lillia