La Fondazione della Seta è finalmente realtà. Nelle prossime settimane, infatti, prenderà il via il progetto che prevede l’unione dei tre enti che da sempre lavorano con l’intento di promuovere e salvaguardare la cultura del tessile attraverso la ricerca, la conservazione, lo studio, l’esposizione ma anche la formazione: Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi e Associazione per il Museo della Seta.
Una fusione che rappresenta il primo caso in Italia nel quale, attraverso lo strumento giuridico della fusione trasformativa, confluiranno in un unico soggetto tre enti che da oggi potranno portare avanti con ancora più forza i loro progetti dal momento che la nuova Fondazione della Seta E.T.S. (Ente del Terzo Settore) potrà accedere a bandi riservati agli enti del terzo settore, entrare nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille, promuovere iniziative di raccolta fondi e svolgere attività terzo settore, entrare nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille, promuovere iniziative di raccolta fino ad oggi precluse ai soci fondatori, con le quali potrà raccogliere i fondi necessari per perseguire le finalità che hanno consentito a Como di essere conosciuta e apprezzata nel mondo per la cultura tessile, in particolare per la creatività, il fashion, il mondo della moda e il made in Italy.
Un successo che, però, nasconde anche un piccolo “giallo” perché la nascita di questa nuova importante realtà sembrerebbe coincidere anche con l’uscita del Comune di Como dall’Associazione Museo della Seta. Questo infatti è quello che ci raccontano alcuni dei presenti ieri alla riunione dei soci dell’Associazione Museo della Seta durante la quale il sindaco Alessandro Rapinese in persona ha dichiarato l’intenzione irrevocabile del Comune di uscire dall’associazione fin dall’anno in corso. Casus belli, stando a quanto ci è stato riferito, il fatto che nel Consiglio sieda un solo rappresentante dell’amministrazione comunale (Daniele Roncoroni) mentre, stando a quanto sostenuto dal primo cittadino, il peso finanziario del Comune (che versa una quota associativa di circa 40mila euro) varrebbe qualche seggio in più.
Un dissapore che, però, ci risulta avere radici più profonde proprio nella nascita della futura Fondazione, e in particolare del suo Consiglio di amministrazione, per il quale il Comune, unico tra tutti i soci dei tre enti che ne promuovono la nascita, aveva posto un veto chiedendo venisse formato da un numero ridottissimo di membri, oltre a sottocommissioni delegate a esprimersi su temi specifici, invece che dei poco meno di venti previsti (di cui nessuno percepirebbe alcun emolumento, vale la pena sottolinearlo).
Un sistema, quello indicato dal Comune, che a detta degli addetti ai lavori avrebbe reso inutilmente farraginoso il lavoro della futura Fondazione rischiando, tra l’altro, di escludere dal Consiglio molti che hanno attivamente contribuito alla nascita e alla crescita delle tre realtà che la comporranno.
Da qui, probabilmente, l’incredibile decisione da parte del Comune di sfilarsi dai giochi abbandonando il suo ruolo nell’Associazione Museo della Seta, e quindi della futura Fondazione, di cui fanno parte, e continueranno a far parte, tutte le anime del nostro territorio a partire da enti pubblici come la Provincia di Como e la Camera di Commercio di Como e Lecco per arrivare a Confindustria Como oltre a numerose categorie professionali e imprenditoriali legate al mondo serico, società e realtà industriali del territorio.
Nota della redazione: come sempre il sindaco, se lo vorrà, potrà avere ampio spazio di replica.
LA PRESENTAZIONE DELLA FONDAZIONE
Nasce a Como un progetto ambizioso e inclusivo, unico nel suo genere, che ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura del tessile, attraverso la ricerca, la raccolta, lo studio, il restauro, l’esposizione del patrimonio strumentale e documentale della storia del tessile e della seta nell’area comasca e lombarda, nonché di promuovere la formazione scolastica ed extrascolastica costantemente adeguata all’evoluzione della tecnologia e coordinata alle esigenze dell’industria tessile, in particolare con riferimento all’I.S.I.S Paolo Carcano di Como. Sono queste le principali finalità sottese all’importante progetto, che prenderà avvio nelle prossime settimane, di creazione della Fondazione della Seta E.T.S. (Ente del Terzo Settore). Attraverso l’istituto giuridico della fusione trasformativa confluiranno in un unico soggetto giuridico i tre enti che da decenni operano sul territorio comasco avendo a cuore gli obiettivi citati: Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi Setificio APS e Associazione per il Museo della Seta.
Oltre che ambizioso, si tratta di un progetto inclusivo che mira a coinvolgere tutto il mondo associativo che fa riferimento ai tre soci fondatori e che rappresenta l’importante storia del tessile e della nostra città. Questo tipo di fusione è attualmente il primo caso in Italia e potrà rappresentare una vera e propria case history in ambito giuridico nonché esempio virtuoso per altri enti che vorranno intraprendere il medesimo percorso. La Fondazione della Seta E.T.S. potrà accedere a bandi riservati agli enti del terzo settore, entrare nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille, promuovere iniziative di raccolta fondi e svolgere molte altre attività caratterizzanti gli enti del terzo settore, fino ad oggi precluse ai soci fondatori, con le quali potrà raccogliere i fondi necessari per perseguire le finalità che hanno consentito a Como di essere conosciuta e apprezzata nel mondo per la cultura tessile, in particolare per la creatività, il fashion, il mondo della moda e il made in Italy.
La Fondazione della Seta E.T.S. potrà inoltre giovarsi della decennale esperienza dei soci fondatori che possono essere qui sintetizzate in tre grandi aree: la formazione che deriva dalla Fondazione Setificio e dall’Istituto Paolo Carcano, il rinnovamento che deriva dall’Associazione Ex Allievi Setificio APS e la cultura che deriva dall’Associazione Museo della Seta. Questa iniziativa va a rafforzare la visibilità e le relazioni nazionali ed internazionali non solo nell’ambito della cultura tessile ma in generale per tutto il mondo dell’imprenditoria, dell’innovazione e della ricerca.
9 Commenti
Dam scià i né cic che mi vu a ca..
Mah… mi sembra che questo Sindaco sia convinto di avere lui tutte le verità in tasca…..
Tanto per cambiare…
Anche questa volta Rapinese si dimostra una persona divisiva.
Mi sembra di aver capito che il Comune chiede che il consiglio d’amministrazione sia formato da un ristretto numero di elementi invece della somma dei tre enti unificati (perché dopo le parolone di una più efficiente e costruttiva associazione ognuno vuol tenersi il cadreghino per aver voce in capitolo). È così sbagliato?
Sì, potrebbe essere sbagliato. Perché più voci possono esprimere più idee, specialmente in una fase di fusione a vocazioni multiple. Ricordo che non viene percepito nessun emolumento. E nessuno vieta una sintesi, se più efficace, negli anni a venire. Per questo bisogna andarsene sbattendo la porta? Abbiamo perso un’altra occasione, una tra le tante.
Ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di questo sindaco. Non si fa come vuole lui allora ciao. Chi ci smena? Noi.
Commenti illuminati e competenti arriveranno di certo, anche se trattasi di materia complessa.
Forse meglio così. Farebbe solo casino. Se non comanda lui nessuno deve giocate. Il Nulla è arrivato.