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Como, non solo la rinascita dei musei, il piano del Comune per il bando Cariplo è per la rinascita culturale. Ecco l’enorme progetto con partner nazionali

E’ un progetto enorme, ambizioso, destinato a rivoluzionare la città non solo sul fronte culturale ma anche economico e sociale e che, se realizzato, restituirà a Como diversi gioielli perduti. Il Comune di Como ha presentato  “CoMmUnity. Musei connessi per l’innovazione” candidato all’Emblematico Maggiore di Fondazione Cariplo e in ballo (contando anche il finanziamento Regionale connesso all’ammissione al bando Cariplo) ci sono in ballo 8 milioni (oltre ai 7.6 del Comune di Com). E’ di fatto un’estensione di quanto già in fase di realizzazione tra piazza Medaglie d’Oro e via Balestra con la messa a norma del museo (l’antica questione dell’antincendio) e la realizzazione nella ex Chiesa delle Orfanelle per l’esposizione del Tesoro di Como, le antiche monete trovate durante gli scavi all’ex Cineteatro Cressoni di via Diaz. L’idea, come è stato più volte sottolineato in conferenza stampa stamattina a Palazzo Cernezzi, è mettere a sistema l’intera città e tutti i luoghi della cultura perché la comunità tutta diventi parte attiva e dinamica dei propri musei fruendo dei servizi offerti. Certo, c’è anche il turismo che è ampiamente compreso nel piano ma sicuramente Como e i comaschi sono il primo obiettivo.

IL PROGETTO, COSTI, TEMPI

Il maxi piano di intervento prevede dunque: la riqualificazione degli spazi verdi tra via Balestra e le mura con la creazione di una arena per eventi con una caffetteria; la riqualificazione del piano terra di palazzo Olginati per la realizzazione di servizi di accoglienza al pubblico dimensionati per l’intero sistema urbano; la sistemazione e l’adeguamento di Palazzo Giovio/Lucini, con il riordino delle sale espositive e riservando l’appartamento nobile a mostre temporanee ed eventi, l’apertura, come detto, della chiesa delle Orfanelle e l’apertura del secondo piano per la sezione delle collezioni archeologiche oltre alla razionalizzazione dei depositi; l’inserimento del Broletto nel sistema museale integrato con trasferimento al luogo di origine degli affreschi trecenteschi tolti e oggi esposti in Pinacoteca; la realizzazione di un modello multimediale per il racconto della storia urbana di Como e dei punti di interesse della città; la sistemazione del secondo piano di Palazzo Olginati; il coinvolgimento della comunità e tavoli di confronto con i portatori di interesse per la realizzazione di un Patto per la Cultura; la definizione dell’immagine dei musei e la realizzazione di una campagna di comunicazione; l’elaborazione di soluzioni integrate dell’offerta culturale; la costruzione del sistema di gestione integrata.

Tra le altre novità, come raccontato dall’assessore ai Lavori Pubblici, Maurizio Ciabattoni e dal dirigente Luca Noseda ci sarà il nuovo ingresso, non più dal cortile del ninfeo di Palazzo Giovio ma da Palazzo Olginati oltre alla realizzazione di una biblioteca al terzo piano della stessa struttura. Costo complessivo stimato in 15 milioni e 600mila euro: 7,6 milioni sono stanziati dal Comune di Como) 5, in caso di vittoria, arriveranno da Fondazione Cariplo cui si aggiungeranno e 3 messi contestualmente a disposizione dalla Regione.

La scadenza del bando Emblematico Maggiore 2024 ha visto chiudersi la prima fase lo scorso 11 aprile con l’invio delle proposte mentre il prossimo 7 novembre sarà la data ultima per l’invio del progetto vero e proprio. I tempi di realizzazione, in caso di assegnazione del contributo, sono stimati in un triennio.

RAPINESE, COLOMBO, VITTANI, DELLA TORRE

“E’ un percorso importantissimo – ha sottolineato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese – per ridare un futuro a piazza Medaglie d’Oro, ai palazzi, alle corti, ai giardini e ai camminamenti pensili. Como attrae migliaia di turisti e c’è una vocazione culturale inespressa. La sfida è enorme vogliamo che diventi uno dei veri poli attrattivi della città, abbiamo la determinazione ferrea di far diventare Como una città di cultura. Il progetto è meticoloso e agli occhi di Fondazione Cariplo noi siamo credibili come ha dimostrato l’avvio del cantiere alle serre comunali, sono finiti i tempi dove si cancellavano i fondi perché non utilizzati, quello che diciamo lo facciamo in fretta. Non si tratta solo di ristrutturare un immobile ma dare alla città un compendio fondamentale. La decadenza ha caratterizzato Como, non faccio politica dico solo come è andata, ora questi tempi sono finiti”. Inevitabile chiedere al sindaco un commento sull’altro progetto comasco in corsa per gli emblematici, parliamo del maxi restauro di Villa Porro Lambertenghi immaginato dall’Amministrazione Provinciale con il presidente Fiorenzo Bongiasca (qui i dettagli), Rapinese ha però abilmente e diplomaticamente lasciato cadere la domanda con un sorriso.

“Questo è l’unico vero Emblematico”, ha poi esordito l’assessore alla Cultura Enrico Colombo forse con un malizioso riferimento al progetto di Villa Saporiti. Ha poi sottolineato: “E’ un progetto che ha ricadute sociali, economiche e culturali e conta sull’appoggio di realtà importantissime che vanno oltre i confini del territorio (tra queste: Brera, la Cattolica, la Statale e il Politecnico di Milano oltre alla Normale di Pisa, elenco in fondo all’articolo). E’ un progetto di rete, di connessione tra le realtà culturali del territorio per consolidare la città come meta di eccellenza non solo per il patrimonio paesaggistico ma per la storia che abbiamo da raccontare. Costruiamo il futuro culturale prime che turistico perché la comunità si senta parte del compendio museale”.

“La restituzione degli spazi – ha spiegato Veronica Vittani, responsabile dei musei – consente la creazione di un valore, non solo economico. E’ un valore sociale, crea connessione nella comunità proponendo servizi di cui fruire ampiamente. Rivedere i musei in una veste nuova e attuale è un concetto chiarissimo a tutte le città. I musei devono connettersi con la comunità, soprattutto i musei minori, ne va della loro sopravvivenza. Aprire alla comunità significa entrare in collegamento con le scuole, con il terzo settore, con i privati, con il profit e il no profit. L’obiettivo è creare una rete strutturata e credibile per l’innovazione dei musei”.

Tra i relatori anche un big assoluto come Stefano Della Torre docente ordinario del Politecnico di Milano curatore di centinaia di progetti e in questo caso nel ruolo di consulente. “Mi sto già impegnando per San Giacomo e il Museo del Duomo è sytato dunque naturale entra nel progetto della rete museale cittadina. Como deve rispondere alla pressione turistica, all’overtourism. Negli anni abbiamo lavorato sulla destagionalizzazione del lago e ci siamo riusciti anche se resta il picco insostenibile dell’estate. Lavorare sull’offerta culturale significa lavorare sulla diversificazione, sulle prenotazioni e sull’offerta. Il sistema musei lavora per la comunità”. Ha poi aggiunto: “Gli investimenti sulla cultura a volte funzionano e a volte no. Sappiamo che funzionano dove c’è propensione alla trasformazione e qui c’è. Questo investimento genererà vantaggi e un’ampia rete di consenso, la città murata deve essere un museo a cielo aperto”.

I PARTNER

Sono moltissime le adesioni al progetto firmato dalla giunta Rapinese e tra i partner spiccano nomi di assoluto rilievo e prestigio a livello nazionale e internazionale.

GESTIONE INTEGRATA DELL’OFFERTA CULTURALE/TURISTICA
Diocesi di Como, Camera di Commercio Como-Lecco, ANCE Como, Confartigianato Imprese Como, Confindustria Como, Compagnia delle Opere Como, CNA del Lario e della Brianza, Confesercenti provinciale di Como, Confcommercio Como, Comune di Lecco*, Comune di Sondrio, Comune di Albese con Cassano*, Comune di Bosisio Parini, Comune di Maslianico, Comune di San Fermo della Battaglia, Comune di Bellano, Comune di Tavernerio*, Comune di Tirano, Comune di Torno.

FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE
Accademia di Belle Arti di Brera*, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano*, Università Statale degli Studi di Milano, Università degli Studi dell’Insubria*, Politecnico di Milano*, Scuola Normale Superiore di Pisa, ISPC-CNR Istituto di Scienze del Patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche*, Accademia di Belle Arti Aldo Galli IED Network di Como*, Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Como* Liceo Classico e Scientifico Alessandro Volta di Como, Pontificio Collegio Gallio di Como, Centro Studi Casnati di Como, ENAIP Lombardia, Istituto San Vincenzo di Albese con Cassano.

CREATIVITA’, CULTURA E BENESSERE
Galleria degli Uffizi di Firenze*, Pinacoteca di Belle Arti di Brera*, Teatro Sociale di Como*, ASST Lariana*, Federculture*, ICOM, GAI Associazione per il circuito dei giovani artisti italiani*, FAI Lombardia, Centro Servizi per il Volontariato dell’Insubria, Associazione Amici dei Musei, Società Archeologica Comense, Parco Regionale Spina Verde*, Associazione Famiglia Comasca, Fondazione Alessandro Volta*, Federazione italiana delle Associazioni e dei Club per l’UNESCO, Club UNESCO di Como, Ordine Architetti PPC della provincia di Como, Ordine Ingegneri della Provincia di Como

PARTERNARIATO PUBBLICO/PRIVATO
ASF Autolinee, Como Acqua*, Como 1907 s.r.l

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9 Commenti

    1. Confesso di aver letto due volte l’articolo per trovarci qualcosa di più concreto, soprattutto riguardo i singoli immobili. Ma è prematuro.

      Per ora è una dichiarazione di intenti, meritoria di essere doverosamente approfondita e finanziata. I musei di Como buttano male, la pinacoteca è impiccata, un gioiello come San Carpoforo è chiuso, bisognerebbe dare spazio a chi propone il museo del razionalismo… sistemare l’asilo Sant’Elia… insomma, tante cose.

      Si proceda, vediamo.

    2. Forse non hai capito bene: è un bando Cariplo quindi, prima di pensare alla “rapida esecuzione”, occorre vincerlo, il bando.
      Sennò i soldi non ci saranno…

  1. Questo progetto mi piace molto! Una domanda: troviamo un posto anche per l’istituto di Storia Contemporanea, che rappresenta le radici della nostra democrazia, all’ interno dei 15 milioni di euro?

  2. Tutto bellissimo. Anche se, ancora una volta, l’asilo Sant’Elia è tagliato fuori (se non ho visto male). Aspetto speranzoso la fine dei lavori, perché Como (non so i comaschi) si merita un polo culturale degno di questo nome: ma, parafrasando l’antico detto, le strade della politica sono lastricate di annunci.

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