Una grana di non poco conto potrebbe toccare (e forse rallentare) il maxiprogetto di videosorveglienza con riconoscimento facciale del Comune di Como.
Come ribadito ancora oggi stesso – tra gli altri – dall’autorevole rivista “Wired” e sulla scia di una lunga battaglia condotta a titolo di esempio da Valigia Blu e da Fabio Chiusi in particolare, la Commissione europea sta seriamente considerando la messa al bando dello stessi riconoscimento facciale.
La proposta, contenuta nella bozza di un “white paper” sull’intelligenza artificiale, prevede che “l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale da parte di attori pubblici o privati venga proibito per un determinato lasso di tempo (per esempio 3-5 anni), durante i quali dovrebbe essere identificata e sviluppata una solida metodologia per valutare gli impatti di questa tecnologia e le possibili misure di gestione del rischio”.
Ad aprire il fronte, diverse associazioni di difesa dei diritti civili per due motivi di fondo: uno sociale, ossia il rischio che una sorta di sorveglianza di massa così massiccia possa rivelarsi come una limitazione della libertà delle persone oltre a un’intrusione pesante nella privacy; e in secondo luogo, l’aspetto specifico della reale affidabilità del riconoscimento facciale, essenzialmente basata su algoritmi pur accuratissimi ma comunque non affidabili al 100%, aspetto che potrebbe rivelare gravi implicazioni nel caso di stabilire con assoluta certezza il responsabile di eventuali reati. Si pone in sostanza la questione: è accettabile che il riconoscimento di un individuo possa dipendere da processi tecnologici?
Come si diceva, il tema potrebbe toccare direttamente il Comune di Como che ha appena appostato ben 261mila euro per un maxipotenziamento della rete di videosorveglianza in città, a parte il fatto che ai giardini della Stazione San Giovanni sono già attive 6 telecamere in grado di operare il riconoscimento facciale (che si sommano ad altre 107, anche se più o meno funzionanti).
Il nuovo progetto varato a novembre prevede inoltre:
– la sostituzione di 14 postazioni di ponti radio obsoleti e/o malfunzionati;
– la sostituzione di n.32 telecamere obsolete e/o malfunzionanti con telecamere di ultima generazione;
– la sostituzione di alcuni punti di ripresa con n. 13 telecamere “intelligenti” aventi le funzionalità di Face Recognition (FR) a bordo (quelle al centro del dibattito europeo e nazionale, ndr)
– l’aggiunta di n. 3 telecamere FR presso il Tempio Voltiano;
– la sostituzione dell’attuale server centrale ospitato presso il data center comunale
– l’acquisizione di ulteriori n.10 licenze per sviluppi futuri.
– l’aggiunta di almeno n.1 punto di ripresa video per Piazza Duomo.
– l’attuazione del progetto di videosorveglianza a circuito chiuso per il Parco di Via Anzani ed il Parco di Via Leoni (oggetto di finanziamento nell’ambito del bando “Patto per la sicurezza”) con l’aggiunta di n. 12 telecamere;
– il rifacimento del sistema “videosorveglianza STADIO” – apparati radio e n. 7 telecamere da sostituire – nonché la sua riconnessione al sistema di “videosorveglianza comunale”;
– la fornitura ed installazione di n.120 adesivi di avviso “area videosorvegliata” a norma GDPR sui cartelli attualmente presenti sul territorio presso le telecamere attualmente installate e contenenti avvisi non a norma GDPR.
Almeno su 16 telecamere teoricamente abilitate al riconoscimento facciale (13 sparse e 3 in zona Tempio Voltiano), più quelle già attive al Parco Tokamachi, qualche interrogativo ora si pone.
Un commento
Personalmente un po’ mi infastidisce, ma non avendo nulla da nascondere ben vengano le telecamere: servono per i reati, dallo spaccio di droga ad un incidente stradale, come ad esempio fu per quello di Olgiate comasco o per individuare ultimamente chi aveva investito il ragazzo in via Paoli-Clemente XIII