Hanno suscitato reazioni e indignazione, nell’ordine, la manifestazione di Nova Como con le famiglie colpite dalle chiusure e dalla riorganizzazione delle scuole a Como approvata definitivamente ieri sera in consiglio comunale e poi gli atteggiamenti e le parole volgari del sindaco in aula, che tra le altre cose ha definito “cesso” gli istituti di via Sinigaglia e via Perti.
Di seguito, i primi commenti giunti in redazione.
NOVA COMO
Grande partecipazione al presidio organizzato in occasione del Consiglio Comunale che ha approvato il Piano di razionalizzazione della rete scolastica: svilite le aule per disabili definite inutili. Como chiede una visione diversa per il futuro
Nella serata di ieri centinaia di famiglie, genitori, bambini, insegnanti e cittadini hanno affollato il cortile di Palazzo Cernezzi dando vita ad un presidio pacifico e composto, ma altrettanto fermo, contro il nuovo piano di razionalizzazione della rete scolastica che comporterà la chiusura di nuove scuole, chiedendo un futuro diverso per la città e per i propri figli.
Rileviamo con estrema gravità le dichiarazioni del Sindaco, che, riferendosi alla soppressione di aule frequentate anche da bambini con bisogni speciali, le ha definite “inutili”, “aule del cucù” collocate in “cessi di scuole”: un linguaggio volgare e discriminatorio, che svaluta il valore educativo di attività fondamentali per la crescita, la socialità e lo sviluppo delle competenze dei bambini con disabilità.
Svalutare questi luoghi di apprendimento significa negare il diritto all’istruzione inclusiva costituzionalmente garantito e tutelato dalle convenzioni internazionali sui diritti dei minori con bisogni educativi speciali.
Riteniamo inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni utilizzi espressioni volgari e soprattutto lesive della dignità dei soggetti più fragili e delle loro famiglie. Tali comportamenti vanno condannati sul piano politico, morale e sociale.
In riferimento, poi, alle irricevibili accuse mosse nei confronti delle famiglie, rammentiamo che educare i propri figli alla partecipazione civica significa trasmettere i valori della democrazia, della responsabilità e del rispetto delle regole. Manifestare, in questo contesto, non rappresenta strumentalizzazione dei minori ma esercizio consapevole di un diritto costituzionalmente garantito.
Al più, riteniamo possa ravvisarsi una forma di strumentalizzazione dei minori nella scelta del primo cittadino di inaugurare l’anno scolastico 20256/2026 proprio nel Plesso “N. Sauro” di Via Perti (ieri definita “cesso”)- oggetto di chiusura poi evitata grazie alla vittoria al TAR dei genitori- e di utilizzare questa visita per farne un racconto denigratorio e propagandistico.
È pertanto essenziale tutelare sia il diritto dei cittadini di manifestare che il principio di correttezza, pudore e responsabilità nell’esercizio della funzione pubblica, valori imprescindibili per il dialogo tra istituzioni e comunità.
ELENA NEGRETTI (LEGA)
La decisione del Sindaco di chiudere 4 scuole a Como è un grave errore che colpisce direttamente le famiglie e i giovani della nostra città. Ciò che desta maggiore indignazione è la cinica proposta del consigliere comunali Bernasconi, che coglie l’occasione per chiedere la conversione delle scuole in autosili, senza alcun riguardo per le esigenze dei bambini e delle famiglie.
Noi riteniamo che l’istruzione e il benessere dei bambini debbano essere una priorità assoluta per l’amministrazione comunale. Non possiamo accettare che le scuole siano sacrificate per altri scopi, anche se importanti come la realizzazione di parcheggi. I bambini e i parcheggi sono due esigenze diverse che richiedono soluzioni diverse e non possono essere messi sullo stesso piano.
Chiediamo all’amministrazione comunale di trovare soluzioni che bilancino le esigenze dei cittadini, senza sacrificare l’istruzione e il benessere dei bambini. Siamo pronti a scendere in piazza anche noi per difendere i diritti dei bambini di Como e per chiedere le dimissioni di un’amministrazione che ha dimostrato di non essere in grado di ascoltare e di rappresentare i bisogni dei cittadini di comaschi.
ESPOSTO AL PREFETTO DELL’EX CONSIGLIERE LUIGI BOTTONE
Non è la prima volta che il Sig. SINDACO del Comune di Como ha atteggiamenti poco conformi all’educazione civica. Questa nota non è una offesa alla persona (in quanto si ha massimo rispetto per la vita privata del Sig. Rapinese Alessandro) ma un richiamo a quella PUBBLICA in qualità di Amministratore. Basti pensare a quante volte è stato oggetto di riprese e litigate in Consiglio Comunale (ed in alcuni casi con urla e “battute pesanti “)
Non da ultimo anche le parole usate ieri sera in occasione della votazione sulle scuole , in presenza di bambini e famiglie : “CESSO”
Per non parlare di altre “occasioni” che la stampa locale ha pienamente riportato sui giornali/social. Come ben sappiamo il comportamento di un Amministratore, pur non essendo penalmente rilevabile in alcuni casi, deve essere pesantemente censurabile dal punto di vista della questione morale/etica .
Il comportamento di UN PRIMO CITTADINO deve essere rigorosamente improntato alla correttezza, all’onestà, all’uso di un atteggiamento consono con il ruolo ricoperto e mai offensivo. Le parole espresse hanno un “peso “ ben differente da quelle dette da un normale abitante di Como. Atteso che i Social oggi giorno sono visibili da persone con età sensibile,
SI CHIEDE
ai sensi della normativa vigente , che codesta ill.ma Prefettura, possa valutare i diversi comportamenti e parole utilizzate dal Sig. Sindaco nelle diverse occasioni ed eventualmente richiamare lo stesso Amministratore all’uso di una etica piu’ elegante e conforme al ruolo ricoperto.