Cosa ci fa una decina di navi da guerra cariche di guerrieri medievali in assetto da combattimento sulle acque davanti a piazza Cavour? E perché migliaia di persone sono assiepate sulle rive ad assistere a questo insolito spettacolo?
No, non si tratta dell’ennesimo spot pubblicitario girato sullo sfondo del Lake Como o del set di un’altra serie Netflix, ma di una rievocazione storica ideata negli anni Cinquanta, a margine del Palio Remiero, dall’Ente Provinciale del Turismo e dall’Azienda Autonoma di Soggiorno di Como per tenere vive le leggende e la storia del lago, promuovendone il turismo quando ancora a farlo non erano gli influencer e i social.
A raccontarlo, con una serie di scatti affascinanti e davvero sorprendenti, è Carlo Fatrizio che, a poche settimane dalla pubblicazione del volume “I quartieri di Como. Foto d’epoca”, presenta la sua ultima fatica, “Como-Palio Remiero 1957. Foto d’epoca” dedicato, questa volta, a questa straordinaria manifestazione, evento conclusivo della Festa Navale del Lario, un torneo della durata di due giorni durante il quale vere e proprie navi da guerra, ricostruite usando come base le imbarcazioni tradizionali del lago, si sfidavano sulle acque del lago in rappresentanza dei principali paesi rivieraschi spinte da rematori e con a bordo centinaia di figuranti in costume medievale arrivando fino a Como, dove si svolgeva il torneo.
Una straordinaria raccolta di scatti che nasce non solo dalla passione di Fatrizio per le foto d’epoca, tanto da aver pubblicato ormai un’ottantina di libri oltre a curare con passione la pagina Facebook “#Archivio storico fotografico del lago di Como e provincia – Foto d’epoca”, ma anche dalla sua capacità di coinvolgere altri appassionati e amici in questo grande progetto di divulgazione di un patrimonio che, altrimenti, rischierebbe di andare perso per sempre.
Co-autore di questo nuovo libro, infatti, è Gianangelo Uboldi, nome noto in città per le sue tante passioni tra cui, non ultima, quella per manifestazioni rievocative come il Palio del Baradello di cui è uno dei fotografi amatoriali più appassionati: “L’idea di questo libro è nata quando il mio amico Gianangelo mi ha raccontato di aver trovato alcuni scatti di suo padre che aveva immortalato l’XI Palio Remiero, che fu anche la seconda e penultima edizione della rievocazione storica delle battaglie sul lago durante la quale i comballi venivano trasformati in antiche navi da guerra come occasione per mostrare ai turisti il fascino del lago, delle sue ville e dei suo grandi alberghi – racconta Fatrizio – a queste foto si sono poi aggiunti altri splendidi scatti inediti di fine Ottocento del centro storico di Como messi a disposizione da un fotografo tedesco che li aveva ereditati dal suo bisnonno che li aveva realizzati durante un suo viaggio in Europa. Si tratta in tutto di circa un’ottantina di immagini che raccontano non solo un evento praticamente unico, ma anche una città che oggi è molto cambiata”.
“Mio papà. Gianantonio Uboldi, non era un fotografo professionista ma aveva talento tanto da aver vinto numerosi premi in Italia e all’estero per i suoi scatti. Amava alzarsi all’alba e raggiungere le valli del lago con i suoi amici per aspettare l’alba e scattare foto – racconta Uboldi – un giorno, tra le sue cose, ho ritrovato questi scatti del 1957 e li ho pubblicati sulla pagina Facebook del mio amico Carlo, che poi ha pensato di coinvolgermi nel progetto di questo libro”.
“So che non si tratta di scatti perfetti tecnicamente, ma se fossero rimasti chiusi in un cassetto probabilmente, un giorno, i miei nipoti li avrebbero buttati via – conclude – invece penso sia importante farli conoscere perché hanno un valore storico che, altrimenti, andrebbe perso e che invece è importante tramandare”.
COMO – PALIO REMIERO 1957
Foto d’epoca
Carlo Fatrizio e Gianangelo Uboldi
Disponibile su Amazon.it
13 Commenti
Non lo compro.
Perché?
Avevo circa 5 anni e nel Cantiere della Navigazione di Dervio ho visto la costruzione e allestimento di una delle navi che poi ha partecipato alla manifestazione a Como. Ricordo perfettamente alcuni giovani e gagliardi ragazzi-giovanotti del paese farne parte di quella meravigliosa avventura. Il promotore e capitano di quella nave era un giovanissimo Mario Zovetti che diciamo in termini moderni sponsorizzava l’avventura. Stettero via alcuni giorni perché il ritorno non fu senza pericoli. Infatti in quegli anni molte erano le osterie lungo le sponde che dovettero dare ospitalità ai nostri eroi. Qualche pestone lo presero ma il ricordo di quella avventura e i racconti di quella spedizione durò per molto tempo. Quando ultimamente ho raccontato questo che ho visto e un po’ vissuto vengo quasi compatito come se raccontassi balle o altro. Comunque quanto erano belle quelle scardole che pescavo al Cantiere …
Io li ricordo davanti al lido di Villa Olmo lì guardavo da Prato che era delle Canossiane, adesso passeggiata.
Non saranno capolavori ma bello vedere “come eravamo”
Chi critica è un poveraccio!
Pubblicatene altre!
Ale, capisco, le tue condizione e mi spiace.
Fantastiche foto ,certamente acquisterò il libro,perche credo sia molto interessante ,dalla presentazione di Como Zero. Grazie
Libri dozzinali, con foto raccolte qua e la, e con didascalie in un italiano zoppicante.
Raccolte qua e là , ma per favore perche’ dovete sempre mostrare la parte peggiore di voi stessi e fare figure meschine come al solito .
Anche qui, come su Amazon, ti fai le auto-recensioni positive mascherate da commenti, Carlo? 🙂
Certamente delle tue non ne ho proprio bisogno , visti i risultati Ottenuti.
Per curiosità, sono un grande appassionato di foto storiche, sono andato a vedermi i libri su Amazon ma chiaramente dalla sola copertina (per quanto le copertine siano un bel po’ amatoriali e non invoglino un granchè) non si può giudicare. Al netto di giudizi sul libro, che appunto non voglio dare non avendoli letti, sulle autorecensioni “Ale” ha perfettamente ragione.
Un consiglio: quando si fa un autorecensione al proprio libro, che è una roba che reputo davvero triste,magari meglio evitare di firmarsi con il soprannome che, tra l’altro, compare anche nell’indicazione in copertina dell’autore. È un po’ come se un ladro lasciasse il suo documento nell’appartamento che ha appena svaligiato, non proprio una mossa furba.
Io allora ragazzino lo ricordo davanti a Villa Olmo e non a pizza Cavour