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“Como dice addio all’oratorio di don Malgesini, murato un simbolo di accoglienza”

Riceviamo e pubblichiamo interamente una nota di Como Senza Frontiere dal titolo “Cosa sta succedendo alla città”. Nel documento l’associazione, sempre in prima linea per gli “ultimi”, affronta diversi temi legati all’incontro e all’accoglienza:

In questi giorni è stata avviata la predisposizione del cantiere per la demolizione dell’ex oratorio di San Rocco, in cima a via Milano. Il primo segnale di questa operazione edilizia è la chiusura del portico sottostante con una serie di muri impenetrabili. È facile ripetere che la notizia era attesa e risaputa, perché il destino di quell’immobile era noto e ormai immodificabile. Ciò non toglie che è doveroso ricordare che quello spazio, per quanto infelice, per quanto colmo di problemi, è stato per anni uno degli spazi di accoglienza a Como, e che ha rappresentato, almeno, “un tetto sopra le teste” degli ultimi tra gli ultimi. Di più, è doveroso ricordare che proprio da lì si muoveva l’opera di don Roberto Malgesini, senza filtri e senza gerarchie.

In questi stessi giorni, è stata diffusa la notizia che la recrudescenza delle espulsioni ha colpito anche alcune persone collegate alla città di Como: due donne di nazionalità cinese, da anni in Italia senza “regolare permesso”, e tre uomini (due di nazionalità marocchina e uno di nazionalità tunisina), due dei quali responsabili di reati sul territorio italiano. Se ci si accontenta delle banalità, si può dire che è questa è una procedura di legge e che non c’è nulla di cui stupirsi.

Tra qualche giorno chiuderà l’ “emergenza freddo” cittadina, visto che ormai la primavera è inoltrata e che, nonostante i continui sbalzi di temperatura, ormai di freddo in senso stretto non si può più parlare.

Sono tutti elementi che denotano l’involuzione di questa città, che non sa concepire il rapporto con le persone provenienti da altri luoghi di questo mondo se non in termini di “emergenza” o di “routine”. Sono i pochi elementi emergenti di un enorme iceberg, che ha per nome indifferenza, o se si preferisce incomprensione, oppure ancora oppressione.

Il fenomeno planetario delle migrazioni, viceversa, richiede un processo di continuo adattamento e ripensamento: quello che funzionava ieri potrebbe non funzionare affatto domani, e le logiche di conservazione non rispondono alle necessità di rinnovamento.

Como è una città di frontiera, è un punto di approdo per molte persone, ma è anche – per molte altre – un punto di passaggio su alcune delle rotte fondamentali che dal Sud e dall’Est del mondo portano al Nord.

Non è concepibile che le persone vengano sbattute in mezzo alle strade, chiudendo (metaforicamente o materialmente) tutti gli spazi. Non dobbiamo sopportare che la città, l’Italia e l’Europa siano trasformate in fortezze.

Como non può chiamarsi fuori dal ruolo di città di frontiera che la storia e la geografia le consegnano, giorno dopo giorno. Ne va della sua stessa sopravvivenza.

Alle istituzioni cittadine e territoriali, alle istanze locali del governo nazionale, chiediamo in modo forte e chiaro che si allestisca un piano di accoglienza e di assistenza che metta in campo tutte le strutture stabili indispensabili alla gestione dei riflessi locali del fenomeno globale delle migrazioni, e che si realizzino tutte le misure necessarie per l’inclusione, l’integrazione, la contaminazione, la partecipazione di tutte le persone e le comunità che scelgono di restare sul territorio.

Alla cittadinanza tutta chiediamo di attivarsi in ogni modo e in ogni tempo per far sì che i diritti fondamentali, sanciti non solo dal diritto internazionale e nazionale ma anche e soprattutto dall’essenza stessa dell’umanità, vengano affermati e difesi dovunque e per tutti e tutte: migranti, transitanti e persone native.

Contro l’iceberg dell’indifferenza, dell’incomprensione, dell’oppressione si finirà per andare a sbattere. Chi si salverà?

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10 Commenti

  1. Io partecipo….un po…a San Rocco….Mi viene il Magone. La Morte…di Don Roberto Malgesini….. Dopo Tutto Quello che a fatto…….quel che so x sentito dire….verranno fatti appartamenti…..MA È LOGICO…. È BUSINESS…….QUELLE POVERE ANIME CHE CERCANO UN FUTURO….. PERCHÉ NEL LORO PAESE…..CI SINO AVVERSITÀ….NOI LI RESPINGIAMO…..E ….NON SOLO LORO…. ANCHE TANTE SITUAZIONI….VARIE….. È DIVENTATA LA VITA ENORMEMENTE DIFFICILE….NON SOLO PER EXTRACOMUNITARI….MA ANCHE PER GLI ITALIANI….POVERI CHE SE HANNO SBAGLIATO UNA VOLTA…..HANNO LA FEDINA,O LA VITA ROVINATA…. COMUNQUE… GRAZIE DON ROBERTO MALGESINI E SCUSA DA PARTE MIA..Dj Attilio operaio di 5 livello sempre ☮️🌅🍀🌈👠💔🕊️🙏💫🌿🤟🏳️‍🌈🇪🇺❣️

  2. Che tristezza. Il mio oratorio. Quante persone si sono incontrate, abbiamo bissuto comuni esperienze di ogni genere. E negli anni ’70 don Giorgio della Valle Vicario e mio insegnante di religione. Cosa verrà dopo? Qualcuna/o sa qualcosa?

  3. Don Malgesini si rivolterà nella tomba….
    Proprio il modo migliore per onorare la sua memoria!
    Dio,patria famiglia ..e poi!!!! Solo razzismo!
    Gentaglia!

  4. È il comune di Como che è come sempre latitante sul tema dell’accoglienza , nessuna struttura dignitosa per accogliere i senza dimora, solo per l’emergenza freddo si attiva per pochi mesi uno spazio sempre precario, poi il nulla!

  5. Se una qualsiasi persona non ha il permesso di soggiorno viene espulsa è la legge, se vuoi andare a visitare un altro paese fai il passaporto,se ti fermi cerchi il permesso alle autorità,non vedo il problema

    1. Condivido pienamente! Giusto! Il buonismo è la rovina di ogni cosa, in particolare doveri e rispetto. L’odierna fobia di essere inclusivi ci porta ad auto escluderci..

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