Molti dipendenti del Comune di Como hanno strabuzzato gli occhi, in queste ore, leggendo le cifre del cosiddetto premio di produttività, cioè quella parte del compenso economico aggiuntivo concesso in base alla valutazione delle performance individuali e dell’ente. L’erogazione, prevista per legge negli enti locali, avviene secondo criteri prestabiliti e la ripartizione avviene tramite un sistema trasparente che considera anche le categorie professionali e gli obiettivi raggiunti, come previsto dalle direttive ministeriali.
Eppure a Palazzo Cernezzi molti dipendenti si sono trovati davanti a cifre inferiori anche fino al 50% rispetto agli anni scorsi: sorpresa tutt’altro che gradita e che infatti ha dato la stura a dubbi e a qualche serpeggiante malcontento. Tanto che alcune segnalazioni sono arrivate anche ai sindacati, con richieste più che altro di chiarimento sul perché degli importi sensibilmente inferiori rispetto a quelli consolidati.
“Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni – conferma Stefania Macrì, Fp Cgil – perché in effetti alcune cifre sono decisamente più basse rispetto ai valori degli anni scorsi. Servirà sicuramente un confronto con l’amministrazione, peraltro già previsto per il prossimo 3 dicembre, così da fare chiarezza”.
Allo stesso tempo, però, Macrì spiega che alcuni meccanismi per la quantificazione dei premi di produttività sono legati anche ad altri fattori. “Per due anni di fila, nel 2023 e nel 2024 – sottolinea la segretario della Fp Cgil – in Comune si sono avute forti progressioni di carriera, che prima erano al palo da tempo. Ovviamente questo ha inciso positivamente sul percorso lavorativo dei dipendenti e anche sulla loro retribuzione. Questo può effettivamente essersi riflesso sulla diminuzione delle cifre legate alla produttività, infatti un calo di quest’ultima voce era in parte atteso. Per qualcuno però, la riduzione sembra effettivamente eccessiva e per questo avremo un confronto per capire tutto nel dettaglio”.
Una sorta di ‘compensazione’ tra i maggiori benefici delle progressioni di carriera e le minori cifre per la produttività è qualcosa di non inedito e in parte spiegabile. Quello che sembra più crollo della seconda voce, però, almeno secondo alcuni dei 600 dipendenti circa interessati a Palazzo Cernezzi (dirigenti ed ex Po esclusi), sarà l’oggetto del vertice del 3 dicembre prossimo.