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Como, un nobile voto: una Pietra d’inciampo per Aldo Pacifici, morto ad Auschwitz

“L’ispirazione è arrivata a gennaio, in occasione della Giornata della memoria e dopo aver letto il libro La memoria rende liberi scritto da Liliana Segre con Enrico Mentana. Il 29 gennaio abbiamo presentato la mozione per chiedere una Pietra d’inciampo dedicata a un deportato comasco. Il ricordo è destinato a sfumare, la memoria invece rappresenta qualcosa di vivo, un insegnamento continuo. Un bene prezioso che le Istituzioni e i cittadini devono preservare”.

Le parole di Vittorio Nessi, consigliere comunale per Svolta Civica, tratteggiano il desiderio di non dimenticare una delle più grandi tragedie dell’umanità.

Le Pietre d’inciampo sono una realizzazione dell’artista tedesco Gunter Demnig e consistono nella posa di un sampietrino coperto da una lamina d’ottone che riporta il nome, la data di arresto, il campo di concentramento e la data di morte di alcuni cittadini di origine ebraica deportati durante il regime nazista.

La pietra viene collocata davanti all’ultima abitazione della vittima della deportazione.

“Abbiamo chiesto al sindaco e alla giunta – prosegue Nessi – di individuare il nome del cittadino comasco deportato in seguito alle Leggi razziali”.  Una mozione importante, approvata ieri sera in consiglio comunale.

“Una mozione approvata da tutti – continua Nessi – Questo è un segnale importante da donare alla città. Alessandro Rapinese  chiedeva una modifica per poter estendere l’iniziativa a tutti i deportati. Un punto di vista condivisibile, infatti il prossimo passo sarà proporre iniziative in favore delle vittime di altre tragiche deportazioni, che rispetto in egual misura. Ma la pietra d’inciampo è un’opera nata e pensata per le vittime della Shoah”.

Una scelta delicata affidata a Francesco Pettignano, Assessore con incarico ai Servizi demografici ed elettorali, che è caduta su Aldo Raffaello Pacifici, originario di Firenze classe 1894, residente a Ponte Chiasso in via Brogeda 11.

Pacifici lavorava a Chiasso come Ispettore Capo di dogana e lì era stato raggiunto dai provvedimenti razziali che lo avevano privato del suo incarico  Era poi rientrato in Italia nel 1941, stabilendosi a Ponte Chiasso, in via Brogeda 11 appunto. Arrestato il 7 dicembre 1943 a Viconago, in provincia di Varese, morì ad Auschwitz il 6 agosto del 1944.

 

“Mi sono sentito onorato di questo incarico – sottolinea l’Assessore Pettignano – mi ha fatto piacere ricevere l’apprezzamento del consigliere Nessi per il lavoro svolto. Abbiamo effettuato diverse ricerche e, attualmente, Pacifici risulta l’unico deportato comasco. Rintracciare la sua storia ha richiesto un lavoro minuzioso da parte degli uffici competenti. Sono felice che questa mozione sia stata approvata all’unanimità, è un bel segnale per i cittadini”.

Quanto dovremo aspettare per vedere la Pietra d’inciampo dedicata a Pacifici? “Non è possibile stabilirlo con esattezza – prosegue Pettignano – dipende dalla disponibilità di Demnig. Ma è nostro desiderio realizzare l’opera al più presto”.

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3 Commenti

  1. proposta interessante per un Giusto fra le nazioni che salvò migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo: se non l’ha ancora fatta nessuno, depositi una proposta di intitolazione al protocollo comunale con una breve biografia ed eventuali preferenze per i luoghi di intitolazione.

  2. Non sarebbe male – rimanendo in tema – che Como dedicasse una strada a Giorgio Perlasca, comasco di nascita.

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