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Como, una montagna (regolare) di spazzatura in piazza Volta e la convivenza con residenti e città turistica

Il tema dei rifiuti esposti a Como nelle ore serali è sicuramente uno di quelli che sta suscitando i dibattiti maggiori, in città, in questo periodo estivo. Diversi i motivi: dalla coesistenza non facilissima dei sacchi con l’accoglienza turistica per un capoluogo sempre più vivo anche la sera, fino alla oggettiva difficoltà per tutte le amministrazioni che si sono susseguite dall’applicazione della differenziata nel trovare un “orario perfetto” per il ritiro da parte di Aprica (ogni momento della giornata, effettivamente, ha i suoi pro e i suoi contro).

In questo quadro generale, si sono inseriti due elementi specifici del dopo-elezioni: l’impegno della nuova amministrazione a modificare e potenziare il sistema generale di raccolta della spazzatura e di pulizia complessiva della città, con un occhio particolare ai fine settimana (anche se non più, come dichiarato in campagna elettorale dal primo cittadino Alessandro Rapinese, stoppando il bando rifiuti, ma cambiandolo in corsa, cosa che ieri ha innescato qualche polemica da parte del centrosinistra).

E poi la lotta agli incivili in senso stretto, tra abbandoni non autorizzati o mancato rispetto degli orari di esposizione dei sacchi per le vie della città.

VIDEO Rapinese e Lombardi: “Piazza Volta, discarica a cielo aperto. Oggi gentili e puliamo, poi tolleranza zero”

Il caso che ci viene segnalato oggi, in realtà, afferisce più alla prima casistica: ossia l’impatto della spazzatura – pur esposta regolarmente – su alcune zone, in questo caso la frequentatissima piazza Volta. che già finì nel mirino della nuova giunta nelle scorse settimane.

Da una lettrice giunge dunque la foto scattata poco dopo le 23 di ieri. Al netto della regolarità del giorno di esposizione dei sacchi gialli, quello che ha destato qualche (forte) perplessità è stata appunto la vista dell’enorme montagna di rifiuti, con relativi olezzi non gradevolissimi.

Nella zona poco distanze il cuore della piazza – che in queste sere caldissime è sempre molto affollata – facevano “bella vista” di sé decine e decine di sacchi accatastati l’uno sull’altro. “E l’odore che veniva da lì era davvero sgradevole”, conferma la cittadina autrice dello scatto.

Come già accennato, in questa occasione non è in discussione la regolarità dei rifiuti esposti o la coincidenza con il regolare turno per i sacchi gialli, bensì la convivenza oggettivamente non semplice tra una tale quantità di spazzatura e la vita sia dei residenti che dei frequentatori dello spazio. Tema che, con ogni probabilità, dovrà essere affrontato in vista delle nuove modifiche annunciate per l’appalto in essere con Aprica.

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14 Commenti

  1. Scusate, scrivo qui perché il commento singolo non me lo prende. Solo se rispondo lo pubblica. Evidentemente a como non abbiamo ancora capito come funzionano i siti e si può solo scrivere se si è boomers e da desktop fisso, il mobile non è contemplato. Esce la scritta error, user response is missing click back etc.. Ciao webmaster…
    Detto questo, io proporrei di mettere i sacconi della pattumiera tra le bellezze della citta di como, sui depliant, sui siti di turismo, perché no, potrebbe essere la svolta.

  2. In effetti mia suocera di 82 anni la vedo proprio bene vagare con 36 gradi a cercare un cassonetto interrato per deporre l’umido, il vetro e la carta. La raccolta porta a porta aumenta la percentuale di rifiuti separati, è la raccolta differenziata porta a porta che garantisce un’alta percentuale di materiale differenziato raccolto molto più elevata rispetto alla raccolta di prossimità o alla raccolta tradizionale a cassonetti. Ovviamente si auspica una sinergia tra l’utente e l’amministrazione, insomma una collaborazione

    1. La comodità è che la puoi portare quando vuoi: chiunque prima o poi esce di casa a farsi un giro e camminare 100 metri col proprio sacchettino non mi sembra una difficoltà maggiore di dover scendere le scale per mettere il bidone fuori e poi ritirarlo il giorno dopo.

  3. Mah, ieri sera, passando davanti ai tavolini dei ristoranti di Via Carcano mi è venuto naturale domandarmi come sia possibile cenare con la puzza che si sentiva nell’aria.
    Io non ci riuscirei, e se fossi un turista sarei decisamente infastidito, anche perché in nessuna località di vacanza in cui sono stato mi è capitata una cosa del genere.

  4. Come soluzione da attuare sul lungo periodo, adottata anche in altri comuni italiani, è quella dei cassonetti interrati: da fuori sembrano bidoncini, ma sottoterra c’è la vera e propria vasca di raccolta.

  5. Che già qualche forza perdente della passata amministradistruzione saboti il nuovo sindaco?
    Di che colore politico è sponsor è l’attuale direttore della nettezza urbana???

  6. Si dovrebbe avere il coraggio di eliinare i bidoni e la raccolta porta a porta almeno in centro, a favore di cassoni interrati posizionati in vari punti lungo le mura.

    Certo la monnezza andrebbe portata manalmente, ma i vantaggi sarebbero molteplici: si potrebbero portare in qualsiasi orario si vorrebbe e non si vedrebbero più sacchi, bidoni e camion della raccolta in giro.

  7. A parte l’impatto visivo che sicuramente non è dei migliori, il problema più impellente è sicuramente quello dell’umido, da quei contenitori marroni, aggravato dalle temperature tropicali di questi giorni esce un odore nauseabondo, gli stessi contenitori puzzano anche una volta svuotati, questo perchè il materiale in essi contenuto non è a sua volta racchiuso in contenitori ma gettato liberamente, al tempo dei “sacchi neri” questi erano chiusi ermeticamente e non si sentiva nulla neanche d’estate….

  8. Beh, sono solo sbattute in faccia e nelle narici di tutti le nostre irrefrenabili consumistiche abitudini.

    Com’era? “Produci, consuma… (cit.)”.

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