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Como, vergognoso striscione di insulti e accuse (per di più sballate) al sindaco Rapinese ai giardini a lago

Ora, che questo giornale non abbia rapporti idilliaci con il sindaco di Como Alessandro Rapinese è un fatto notorio. Ma come sempre accade, al di là delle vedute diverse o degli scontri anche pesantissimi quando si è sul piano politico-amministrativo, l’aspetto personale rende ogni considerazione diversa. Dunque, quando ci è stato segnalato il grande lenzuolo appeso a una recinzione dei giardini a lago su cui – in estrema sintesi e senza riportare i termini esatti che pure sono intuibili – Rapinese viene pesantemente insultato, non abbiamo avuto dubbi nel riferire in termini concisi la notizia, se non altro per la grande visibilità dello striscione (anonimo, aspetto che conta), ma oscurando i termini più volgari, la cui pubblicazione non avrebbe cambiato il senso del breve resoconto.

La motivazione della scelta, nel tentativo di contemperare sia il diritto di cronaca (non dare la notizia avrebbe potuto ingenerare legittimi sospetti di censura) sia la tutela della persona e della nostra stessa testata, sta in un principio basilare: la persona viene sempre prima di tutto, qui. Inoltre, aggiungiamo persino una piccola valutazione ‘tecnica’ in più: del sindaco Rapinese si potrà anche pensare tutto il male possibile, ma definirlo come una sorta di politico obbediente agli imprenditori, oppure come un amministratore poco trasparente nella gestione delle finanze pubbliche, è piuttosto risibile. Anzi, per quanto ne sappiamo, si tratta oggettivamente di due tra le accuse più sballate in assoluto che gli si possano lanciare. E non si può dire che il primo cittadino non si presti a dibattiti infuocati su moltissimi altri temi.

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13 Commenti

  1. Va bene la immediata presa di posizione del giornale ma darsi una regolata ed esasperare meno i toni è necessario. Ormai sembra che non voli mosca senza che sia colpa del Sindaco.

  2. In effetti sta venendo avanti in città un clima pesante frutto della esasperazioni dei toni e delle reazioni, un clima che non promette nulla di buono.
    Lo scontro politico andrebbe fatto con le punzecchiature, l’ironia anche graffiante, la satira e non con il coltello sotto il tavolo e l’insulto gratuito.
    Bisognerebbe fare qualcosa prima che possa succedere di peggio.
    Perchè non organizzare una bella polenta uncia serale in piazza con tutti i politici, don Giusto, i giornalisti…. un momento di “raffreddamento” degli animi per cercare di recuperare rapporti un poco più positivi, a vantaggio della città.
    Tanto i soldi ci sono, no?

  3. Completamente d’accordo con voi, redazione, in merito al rispetto del singolo, ma forse questo lenzuolo farneticante, che presumo sia stato subito rimosso e non abbia prodotto danni a strutture, non si prestava nemmeno ad assurgere a “notizia”.
    Magari sbaglio, ma farlo vedere potrebbe indurre altri pirla a emulazioni.

    Detto questo dello o degli artisti del lenzuolo, un invito ad abbassare i toni: prendersela con il mondo intero, evocare il pericolo di espropri proletari, arrivare ai limiti degli insulti, e questo come prassi consolidata, non può che suscitare nervosismo.

    Siamo passati dal Tavor che ci somministrava il sindaco precedente ad una incazzatura 24h.

    È troppo sognare una politica attiva ma con toni distesi e dialoganti?

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