RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Confessioni di una frontaliera di lusso: “Pentita di lavorare in Svizzera? Nì, non è tutto oro quello che luccica”

“Se sono pentita di lavorare in Svizzera? Sarei ingrata se dicessi di sì, ma sicuramente non è tutto oro quello che luccica”. Claudia (nome di fantasia su sua richiesta per tutelarne la privacy) ha 54 anni e da quasi trenta lavora nel campo finanziario per una società che ha sede poco dopo Lugano. E, come tanti comaschi, è una frontaliera. [Da tempo seguiamo la questione frontalieri: qui tutti i racconti sicuramente da leggere]

“Una frontaliera di lusso perché fortunatamente dispongo di un’auto aziendale, visto che il mio posto di lavoro non è raggiungibile con i mezzi pubblici, ma proprio per questo una frontaliera condannata a ore di coda ogni giorno, minimo un’ora e mezza se non due al mattino e altrettante la sera, tre ore e passa della mia vita buttate via, non retribuite e letteralmente trascorse ad arrabbiarmi – racconta – ora che è stata riaperta l’autostrada le cose sembrano andare un po’ meglio almeno per quanto riguarda l’attraversamento di Como città, ma oltreconfine ci sono una miriade di cantieri stradali che rallentano il traffico e una miriade di frontalieri che si spostano tutti alla stessa ora passando tutti per due dogane per tornare a casa. Non nascondo che ci sono giorni che mi domando se ne valga davvero la pena”.

Quanto alla tassa sulla salute ventilata da Regione Lombardia per riuscire ad aumentare gli stipendi di medici e infermieri italiani, sperando così di evitarne la fuga oltreconfine, Claudia ha le idee chiare: “Se decideranno di attuarla la pagherò, esattamente come pago tutte le tasse che devo pagare, ma servirà davvero a migliorare la sanità lombarda? – dice infatti – Se così fosse ben venga, mi costerà sempre meno dell’assicurazione privata che pago ora anche per i miei genitori, visto che è impossibile fare visite in tempi decenti con il Sistema Sanitario Nazionale”.

A far pendere sempre e comunque la bilancia per un posto in Svizzera, verrebbe da dire, molto probabilmente è lo stipendio, decisamente più alto che in Italia: “Se così non fosse mi sarei licenziata da anni, anche perché le tutele per i lavoratori frontalieri sono decisamente minori che in Italia a partire dalla maternità, tanto che sono dovuta rientrare al lavoro a tre mesi dal parto e senza troppe discussioni, vista la facilità con cui si può essere licenziati – spiega Claudia – e poi quando si parla di Svizzera si pensa subito a medici e infermieri stra corteggiati o a operai specializzati pagati quanto un dirigente, ma non tutti i lavori sono così. Io guadagno circa il 50% più di quanto guadagna una mia amica che svolge il mio stesso lavoro a Milano. Non poco, non lo nego. Ma lei in 45 minuti tra treno e metro è in ufficio, ha tutele che io mi sogno e fa il venerdì in smart working da casa, cosa che in Svizzera è possibile solo sulla carta, perché nella realtà è molto molto difficile che venga concesso. Ho provato a chiederlo più volte dopo il Covid, ma mi è stato risposto sempre picche e, vista l’aria di licenziamenti che tira ultimamente, evito di riprovarci”.

E allora, verrebbe da chiedersi, perché non mollare tutto e cercare lavoro in Italia? “La risposta è semplice: perché, per quanto poco tutelati, sfruttati e condannati a ore di coda, i lavoratori frontalieri guadagnano di più che in Italia e questo è un dato oggettivo. E poi ho quasi sessant’anni, chi mi assumerebbe? – è la sua risposta – il mio è lo stipendio principale della famiglia e negli anni ci siamo assunti impegni economici a lungo termine che non potremmo continuare a sostenere se io lavorassi in Italia quindi, se mi sarà permesso, continuerò la vita da frontaliere. Non sputo nel piatto in cui mangio, sarei ingrata a farlo, ma a mio figlio ho consigliato di pensarci bene, quando sarà il momento di cercarsi un lavoro, perché alle condizioni in cui lavoro io, secondo me non ne vale la pena”. [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti]. Segui ComoZero su Facebook: da questo link arrivi velocemente.

“Ecco i veri stipendi di frontalieri e residenti in Ticino: nel Cantone il padronato crea il dumping salariale”

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

47 Commenti

  1. Cara signora i sacrifici non li fa solo lei, io abito sul confine e sono 30 anni che faccio colonne x andare a lavorare.
    Da quello che ho capito lei vuole i benefici dell’Italia in più quelli della Svizzera…un po’ troppo non crede?
    Lo stipendio in Svizzera però la maternità dell’Italia…
    Non siete mai contenti

  2. Grazie, ma in realtà non so davvero se ho fatto bene o meno. ho 42 anni, ciò significa che se ci togli 17 anni (che ho passato qui), ne fanno 25 circa rispetto a quando sono arrivato qui…con una laurea in “public relations” presa con il minimo dei voti (88) che valeva meno di zero! (non che fossi del tutto scemo, ma ho sempre lavorato durante la laurea…quindi accettavo ogni voto!) quando sono arrivato qui (dall’ estremo nord d’Italia, poiché sono giuliano di origine) mi chiamavano “gelataio”, “mandolino”, “Berlusconi”…pur di campare facevo addirittura l’arbitro di pallacanestro (la sera) oltre a 4 lavori pagati una miseria durante il giorno, e fatti solo per avere il permesso di lavoro “G” e poi trovare un lavoro migliore (ogni santa sera della settimana arbitravo nella lega cantonale ginevrina per 30 CHF a partita, solo per puro e semplice denaro
    …) – allorché in italia, ero un arbitro “per diletto” e mi divertito pure in C2 per pochissime lire/euro (di basket, non di calcio! Sia chiaro…). È vero, ora ho la possibilità di SCEGLIERE per il resto della mia vita, con un bel gruzzolo che (se non sarò del tutto cretino) dovrei riuscire ad amministrare fino alla fine dei miei giorni, ma in cambio, ho letteralmente BRUCIATO degli anni altrimenti meravigliosi della mia vita, che non avrò più! Ho fatto bene? Non lo so, ognuno è libero di pensare ciò che crede, ormai però è fatta, quindi non si torna più indietro. La Svizzera è un Paese che io considero fortemente “bas*ardo”, e “ti schiavizza ben volentieri” per proprio tornaconto, però allo stesso tempo è molto “onesto”: o sei svizzero, o sei straniero (e gli stranieri sono tutti uguali chi più chi meno). Sta a te dire se ti sta bene (pensando come ho fatto io solo al domani…che però non ho nessuna certezza di come sarà, perché potrei morire domani stesso d’infarto e quindi tutto quello che ho fatto sarebbe andato palesemente a p***ane) oppure non provarci nemmeno e “vivere una vita a volte mediocre” intorno ai tuoi affetti e nella tua “confort zone”,senza frontalierato. Non hai nemmeno idea di quante volte la sera, stremato, mi mettevo a piangere in macchina, parcheggiata sotto casa, prima di entrare (dove mia moglie ormai dormiva, stremata anche lei perché non l’ avevo potuta aiutare per tutto il giorno). Ma l’ho fatto, e l’ unica cosa che oggi mi fa FELICE è, sapendo che ormai la mia schiavitù è finita (perché appena il primo collega mi fa girare le scatole, gli rido in faccia e do le dimissioni…in realtà pagherei per essere licenziato, avrei anche la disoccupazione! Ma purtroppo so che non lo faranno e dovrò dare le dimissioni, visto che nel mio posto di lavoro sono legalmente quasi impossibile ds licenziare…). però ormai, ogni volta che sento qualche frecciatina al lavoro o nelle code di Ginevra, RIDO palesemente in faccia allo svizzero di turno, poiché egli crede che io sia uno “schiavo”, ma non si rende conto che tra i due, il vero schiavo è lui! Poiché io ho già spento la luce, e sto ormai chiudendo la porta, per cominciare una vita che, il mio nella maggior parte dei casi, io.mio interlocutore, realmente…SI SOGNA! La mia speranza? Soltanto che duri al più a lungo possibile! 🙂 perché dopo aver “pagato dazio” è giusto che la mia famiglia ed io, possiamo vivere serenamente il resto del tempo che il fato ci regalerà sulla terra! 😉

    1. Ora vi accorgete che , la botte piena non equivale sempre a essere sbronzi , oltretutto vi lamentate .Buon viaggio a tutti voi

    2. Ma veramente la vivi così? Tu davvero pensi che lo svizzero ti guardi e dica “ah-ah schiavo”?
      Tu pensi davvero che ci sia una differenza tra svizzero e straniero? Pensi che il congedo maternità di cui parla il post, per le svizzere sia più lungo?
      Pensi che gli stipendi li facciano diversi solo per voi? Forse 17 anni fa, adesso tendenzialmente, visto che c’è la possibilità del frontaliere, offrono lo stipendio basso a tutti (e nonostante questo spesso prendono il frontaliere, soprattutto se quello che deve prendere la decisione è italiano)

      Comunque te lo dico io: non ne è valsa la pena. Se l’hai vissuta così, al limite della paranoia, non ne è proprio valsa la pena. Ti sei fatto il sangue amaro per vent’anni e pagherai lo scotto fino alla fine dei tuoi giorni. Perché se l’hai vissuta così, difficilmente ti godrai la pensione senza pensare con astio al passato e recriminare il tempo perso.

      Ma almeno capisco perché alcuni sembra che cerchino la lite e sembra che passino la giornata ad odiarci. Ti ringrazio

      1. Cara Anna, ormai ho la presunzione di conoscere abbastanza bene “questa Svizzera nella quale vivo” e… sì… purtroppo qui si vive così. Io in più sono un impiegato pubblico (frontaliere…quindi se sei svizzera, immagina cosa pensano i miei colleghi, sapendo che sono entrato a tempo indeterminato PRIMA che fosse messo il vincolo di rsidenza nel cantone)…oggi quindi, come me non ce ne sono più…eh.. sì, i miei colleghi (capi) pensano davvero io sia “schiavo” me l’hanno anche detto: “tu non seindi qua, e non vivi qui, quindi o fai come vogliamo noi, che siamo di qua, o ti facciamo vedere che la Svizzera Paradiso, diventa una svizzera Inferno”…e io finché ne avevo bisogno, ho abbassato la testa ed ho accettato…ma adesso è FINITA…e non ho più catene che mi tengano, né economiche (per vivere sereno in Italia ho messo da parte abbastanza…) né mentali (non voglio più passare 10 minuti a scrivere una mail ad un collega o capo, e due ore a rileggerla pensando “se scrivo così si arrabbierà? Capirà bene il mio messaggio? Forse si innnervosirá? Ho messo bene la scrittura inclusiva?) ma valaaaaaa…ore e ore di seghe mentali non valgono più la pena di essere vissute solo in cambio di denaro. Dici che ho fatto male a fare la vita che ho fatto fino a qui? Forse hai ragione, io ammetto che non ho la risposta, fatto sta’ comunque che è FINITA ed ora ho il coltello io dalla parte delnl manico! E conosco pochi frontalieri che possono permettersi questo lusso. 😉

      2. Cara Anna, nel mio post, ho dimenticato di rispondere ad alcune tue domande: NO, non credo proprio che ci sia una differenza tra il frontaliere ed il locale, assolutamente NO (almeno a livello teorico del diritto, a livello pratico magari le tinte sono molto più sfumate…) Ti racconto però un aneddoto, e ti farò capire quindi il mio pensiero a tal riguardo .12 o 13 anni fa, arrivavo al lavoro sempre prima delle 7:00 (per evitare il traffico Ginevrino) parcheggiavo la macchina in una strada fuori città, e mi facevo l’ ultimo tratto in bici. Prima di arrivare in ufficio, vedevo sempre un signore che spazzava le strade del quartiere fuori dal palazzo nel quale si trovava il mio ufficio, e dopo mesi e mesi, un giorno non so nemmeno per quale motivo, abbiamo cominciato a parlare. Parlava male il francese ma mescolandolo con l’inglese,mi racconta che veniva dallo Sri-Lanka e che era un richiedente asilo. Lui spazzava la strada ogni mattina e ogni mattina mi raccontava rapidamente che aveva una moglie, due figli e mi raccontava del suo Paese. Alle 7:15 un giorno in cui ero arrivato più tardi del solito, lo sento chiedere scusa ad una persona, e dire che farà più attenzione…il giorno dopo gli chiedo se ci fossero problemi, mi risponde che il suo capo (che veniva a controllare prima delle 7:30 del mattino se il quartiere era stato pulito bene) gli aveva detto che gli aveva già fatto il secondo rapporto, perché si era dimenticato di pulire dei pezzi di vetro rotto, vicino all’ingresso di una scuola del quartiere… Qualche mese dopo, lo rivedo, e tutto triste mi dice: “devo salutarti, sono stato licenziato, i miei capi mi hanno fatto tre rapporti perché non facevo bene il mio lavoro, e da lunedì non vengo più a lavorare”. Salgo in ufficio (angosciato, perché benché non conoscendo nemmeno il suo nome pensavo a questo povero Cristo, che si ritrovava disoccupato, con una famiglia da mantenere e una situazione da richiedente asilo certamente poco “facile”), alla pausa caffè, ne parlo allora con i miei colleghi. NESSUNO di essi ha avuto un minimo di empatia, e tutti mi hanno detto ” se non fa bene il suo lavoro però, è giusto che venga licenziato, non possiamo mica pagare gente che ruba lo stipendio?!?!”. Ecco…la mia mentalità è diversa (e non sono comunista, sia ben chiaro! Anzi, ho sempre votato a centro destra in realtà) preferisco la strada più sporca, e un lavoro per quel poveraccio…
        Mi si potrà opinare che la storia sia falsa (vi garantisco che è vera) mi si potrà opinare che gli svizzeri non sono tutti come i miei colleghi d’ufficio “senza cuore” (vero anche quello), mi si potrà anche dire che è giusto che quel take sia stato licenziato, perché non faceva bene il suo lavoro (tecnicamente è corretto, quindi è un discorso ineccepibile)…ma purtroppo PER ME, è la costante ricerca di “rentabilité” che non so nemmeno come si dica in italiano, che rovina questo Paese, e che trasforma gli esseri umani in “antagonisti” gli uni contro gli altri. In Italia (che rispetto alla Svizzera è un paese che sembra vada a rotoli” la pressione sociale è di molto inferiore, e vivere senza pressione sociale (per me) è ormai l’ unica cosa alla quale ambisco!. Ecco risposto quindi, con questo esempio, a tutte o quasi le tue domande.
        È vero comunque il fatto che mi sono fatto il sangue amaro per tantissimo tempo e probabilmente lo pagherò fino all’ ultimo dei miei giorni, haimé nella vita (e la Svizzera in questo è un esempio) non si ha mai NIENTE PER NIENTE.
        Ribadisco comunque che non odio la Svizzera, ho voluto la bicicletta, e adesso pedalo! L’ unica mia fortuna, è che allo stato attuale e personale di cose, oggi posso scendere dalla bici quando mi pare e piace (e pochi “frontaliers” hanno realmente questa opportunità) 😉

    3. Wow, che racconto. Per qlc verso lo definirei quasi un po’ …angosciante. Spero per te che potrai vivere una vita migliore, bella, così come sarà di tua scelta.
      Per quanto allo schiavismo.
      Non so chi sia più schiavizzato, tu con, immagino, un buon salario al di sopra della media dei 4500 fr., oppure il ragazzo, NON scemo esattamente come te, grande lavoratore pure oltre ad aver studiato (per niente a quanto pare, in italia), sfortunato perchè secondo me davvero (!) schiavo, ma del sistema italiano. Per una politica come poche, quella ITALIANA appunto(!) che riesce a derubare i propri lavoratori!
      Si. Perchè il ragazzo, 6 anni meno di te, lavorando al Carrefour per 1200 euro mensili, secondo ME eh, sicuramente il più fregato tra voi due!
      Per quanto alla disoccupazione: in CH puoi dare la disdetta e percepisci cmq la disoccupazione, devi giusto aspettare 1 mese prima del primo contributo. Che non è male, e la diso la percepisci al 80% del tuo salario, avendo famiglia, e per ben 2 anni.
      In italia questo pure te lo sogni. Questo per tutti coloro che ANCORA denigrano il lavoro che hanno la fortuna di avere!
      Capisco certe frustazioni, ma faccio fatica a condividere cinismi gratuiti lanciati tra “Svizzerotti e frontalieri”. Tutto li, eh.

      1. Angosciante lo è di sicuro…e posso garantirti che è tutta verità! Si, il mio salario è alto (sopra i 100 k annui) ma è alto per il Ticino, per Ginevra è un salario medio…poi purtroppo io lavoro nel settore pubblico, quindi haimé non è facile essere licenziati (essendo frontaliere e residente in Francia, è la Francia che mi dovrebbe pagare la disoccupazione, e se do la disdetta, la Francia non mi paga un bel niente haimé…;) ma poco importa, ormai è l’ ultimo dei miei pensieri.
        Fai bene a fare il paragone tra me e l’italiano medio di oggi (Anch’egli schiavo e di un sistema che può sembrare ben peggiore di quello che vivo io) ma ti dirò una cosa: farsi schiavizzare a casa propria, nella propria confort-zone, con magari una spalla familiare o un amico di vecchia data che ti da anche solo la sua spalla per piangere, bhe ..credimi, aiuta più che non vivere la stessa situazione in terra “straniera”. Io avrei pagato, per aver potuto/poter piangere sulla spalla di mia madre/padre/fratello/sorella/zii/cugini o nonni(fino a quando il cielo non se li è presi)…
        Invece piangevo in macchina per scaricare nervoso, stanchezza e rabbia, la sera prima di rientrare a casa, perché non volevo che mia moglie mi vedesse così, semplicemente perché sapevo che anche lei ne aveva versate abbastanza di lacrime durante la sua giornata… Ecco quindi spiegato il fatto che fare lo schiavo a casa propria (come a calcio quando si gioca in casa, con il “pubblico amico” intorno) non è lo stesso che farlo per così dire in “trasferta”…;)
        Io comunque non critico la svizzera, anzi! Ho voluto la bicicletta, e ho pedalato. All’ inizio vedevo solo tutto rosa, poi mi son reso conto che quel “rosa” aveva un prezzo (mentale, fisico, psicologico…) ed è stato in quel preciso momento, che ho capito che non era tutt’ oro ciò che luccicava. E da mercenario quale sono, mi sono accorto che avevo la fortuna di poter dire BASTA 😉

  3. Se Roma voleva fare una cosa equa per tutti, doveva far pagare le tasse a TUTTI, inclusi i vecchi frontalieri. Non è possibile che un vecchio si porta a casa, ad esempio, 4500 fr. puliti (dopo aver pagato soltanto la tassa imposte alla Fonte). Mentre lo stesso nuovo frontaliere paga ora 16% Imp. alla Fonte, deduce 10’000 euro, e sul restante paga 43% di tasse allo Stato Italia. Rispetto al vecchio con 4500, al nuovo ne restano 2500: qui c’è qualcosa che non torna!
    Ecco perchè un sacco di italiani cercano lavoro in Ticino o cmq in CH si, ma si vogliono anche trasferire in CH. Perchè se si guadagna un ottimo salario, alla fine dei conti si sta meglio in Ch. L’italia come sempre, sa benissimo com spremere i propri lavoratori e ridurrli in schiavi. Questo è.

    1. Che bella idea. E i mutui di chi ieri guadagnava X e da domani, con un tratto di penna, il Governo decide che guadagnano X-40%, li paghi tu? Prova a chiedere alle banche del territorio quanta felicità, a trovarsi con 20 o 30mila immobili all’asta da un giorno all’altro… 😀

  4. L’autrice è cmq bugiarda. In CH si è tutelati durante la gravidanza: NESSUNA donna in gravidanza può essere licenziata, questo durante tutti i 9 mesi! E a 3 mesi dal parto si metteva in malattia e stava a casa e nessuno la poteva cmq sia licenziare! Vediamo un po come sono trattate le donne lavoratrici, incinta in italia?
    Poi vogliamo parlare degli assegni per figli? 200 Fr. per ogni figlio che NON viene cresciuto in CH, cosa che in italia te lo sogni! Perchè 200 Fr. in CH contro 200 euro in italia hanno due valori parecchio differenti…. Vantaggi su vantaggi, ma lamentarsi sempre! Vecchi frontalieri sono esenti tasse in Italia, pagano appena il 3% di imposta alla Fonte, e basta. Lo svizzerotto invece paga un sacco di tasse a casina sua! Sempre a lamentarsi, se fanno tutte queste ore in auto lo fanno per convenvienza.
    Si. Perchè lavorare al Carefour da schiavo a 1200 euro al mese, oppure all’Aldi/Lidl ecc a 4300 fr., penso che a quanto pare ne valga la pena e come, arrabbiarsi 4h in colonna al giorno.
    Che tra altro anche gli svizzerotti si arrabbiano (se permettere, eh!), perchè i 80’000 frontalieri intasano le vie di ritorno a casina.

    1. Che bello dare del bugiardo agli altri e poi suggerire “si metteva in malattia” (mentendo)… proprio tipicamente italiano. 😉
      P.S. il congedo per maternità in CH è 14 settimane. E l’imposta alla fonte non è “il 3%” (ma varia in funzione del reddito, com’è evidente). A proposito di bugiardi.

    2. si infatti succede spesso che aspettino che la maternità finisca, ma questo decisamente in tutto il mondo.
      Lo svizzerotto ha anche i servizi per le tasse che paga, perchè vive in un paese che funziona, il frontaliere paga meno tasse, ma di fatto non usufruisce di servizi, o anche questa è un’invenzione?

  5. Tu pensa che tutto questo lo viviamo anche noi residenti in Ticino e con un costo della vita superiore a quello Italiano quindi non lamentiamoci

  6. Anche io faccio il frontaliere da 15 anni…(Non vivo in Italia, ma in Francia, in zona lago Lemano) Il mio stipendio a parità di lavoro è 4 volte ciò che prenderei in Italia o Francia (e ho un contratto da quadro superiore quindi pagato ben più di 100k/annui)…ma la vita del frontaliere è ricca di “inganni”…non sei né carne né pesce, cazziato in Italia (o Francia nel mio caso) per gelosia dei tuoi compatrioti, vieni spremuto, considerato poco e bistrattato dai tuoi colleghi svizzeri (anche lì in parte per gelosia, poiché a parità di stipendio, il tuo potere d’acquisto è molto più alto, e in parte perché sei considerato il “capro espiatorio” di tutti i mali sociali del Paese)…ti passi ore e ore nel traffico, e sai benissimo che lo fai semplicemente per SOLDI…mi sento un MERCENARIO, alla stregua degli svizzeri durante il medioevo, che facevano i mercenari perché il loro Paese all’ epoca non dava opportunità. Ma se uno è intelligente, questa vita la fa “a tempo”…fai in modo di guadagnare il massimo, e spendere il minimo, non facendo MAI il passo più lungo della gamba, proprio per non rimanere bloccato nella trappola del “debito” e quindi dover accettare questa “neo-schiavitù'” fino al rimborso (quindi spesso, molto a lungo…) io desidero crescere mia figlia, andare in vacanza, godermi mia moglie…non solo partire alle 6 del mattino e rientrare alle 6 di sera… però in tutto questo “tristume” mi sento quasi felice, perché il prossimo anno ho deciso di licenziarmi. Ho 42 anni, una casa pagata sulle rive del lago Lemano (vale circa mezzo milione…) l’ altra metà del milione in banca, e soprattutto una moglie felice e una figlia di 4 anni adorabile (anche se molto energivora..;). Se volessi continuare ad accumulare denari, in cambio di una vita di sacrifici, cosa potrei guadagnare ancora in più? In realtà avrei solo molto da perdere, poiché ogni giorno perso, nella vita, non torna più! Ma a questo ci sono arrivato con grandi sacrifici, con i primi stipendi d’oro in CHF, invece di prendermi il macchinone, mi sono preso una Peugeot 207 di terza mano (adesso ho una dacia…quindi niente di molto meglio…) la casa, invece di farla costruire da 1 milione facendo debitoni, l’ ho fatta costruire da 110 M2, e il cartongesso e le pitture interne le abbiamo fatte io e mia moglie durante le ferie guardando i tutorial su YouTube (e la casa è stata quindi pagata senza fare debiti…) quando gli amici ci invitavano in pizzeria, si diceva di no, e o li si invitava da noi a fare una pizzata (fatta ovviamente in casa) o si rifiutava l’invito…le ferie, per più di 17 anni a casa dei miei in Italia (invece di fare viaggi più “esotici” e quindi più cari)…insomma: pur con uno stipendio da Re, ho vissuto da pseudo morto di fame! Mi fa onore? Non lo so, l’ unica cosa che so, è che ora, posso palesemente sputare a testa alta nel piatto in cui ho mangiato per anni (soffrendoci molto devo dire…) perché non ho più BISOGNO di mangiare quella pietanza, fingendo di ridere alle battute dei miei colleghi, e fingendo di essere felice in ciò che facevo, e a metà della mia vita e con una meravigliosa famiglia, posso permettermi di partire, dire ciao al frontalierato e tornarmene a casa in Italia, ad investire tutti i miei anni di sacrifici, fatti partendo da ZERO (sono arrivato qua con un euro/franco e ho dormito in macchina per mesi 17 anni fa, prima di trovarmi un affitto a poco prezzo e quindi dormire in un vero letto, e prima di lavorare dove lavoro oggi, facevo 4 lavori contemporaneamente a cavallo tra Francia e Svizzera…). E desidero passare del tempo con la mia famiglia, con me’ stesso, con i miei amici… ringrazierò la Svizzera (che però comunque dal mio lavoro ne ha tratto beneficio…) ma visto che sono un MERCENARIO anche io, adesso, libero dai pesi finanziari, posso permettermi di mandare “AFFANCUORE” quel Padrone che per una buona parte della vita mi ha spremuto come un limone. Meditate gente, fate i frontalieri se volete, la Svizzera ha bisogno di voi/noi, ma siate intelligenti, non fate mai il passo più lungo della gamba, non indebitate i mai, solo così sarete liberi di dire BASTA, quando il “Padrone” comincerà a tirare troppo la corda. Buona vita a tutti dalle rive del lago Lemano.

  7. Personalmente ritengo che il miglior antidoto in questi casi contro l’invidia sociale verso il prossimo sia un sistema fiscale basato su sottostanti razionali. In questo caso il sottostante è molto semplice : vai a lavorare dove ti pare ma accetti pro e contro, COMPRESO IL TEMA SANITÀ. Ergo, se lavori in svizzera ti curi in Svizzera ,paghi la cassa malattia svizzera e non ti voglio vedere in un ospedale pubblico italiano. Se vuoi usufruire del sistema sanitario italiano paghi l’intera prestazione di volta in volta e passi dietro alla lista d’attesa. Diverso se lavorassi in un paese dell’UE, ma in un paese come la svizzera , che non vuole neppure aderire all’ EFTA e fare cosa vuole questa sarebbe la cosa da fare. La nuova tassa sanitaria per i frontalieri è troppo bassa, ricordiamoci che i frontalieri ,oggi piangenti, non pagano la cassa malattia ( circa 10.000/15000 euro per una famiglia di 4 persone!!!) e vengono a curarsi gratis in Italia. I trasferimenti che la Svizzera fa all’Italia non rilevano perché, esclusa la cassa malattia, la tassazione in Svizzera e bassissima. Non sono invidioso degli stipendi dei frontalieri ma non voglio essere preso in giro come italiano da chi disprezza il mio paese, a volte con ragione, ma poi torna quando gli fa comodo.

    1. Sono un caso raro,ma pago la cassa malati volontariamente in Svizzera. Se così non fosse,mia madre,con un tumore al seno metastatico,in Italia non sarebbe stata curata. Ci ho provato,in un centro quotato. Hanno perso il disco della risonanza,l’hanno insultata,le hanno detto che l’avrebbero rivista dopo 6 mesi. Chiesto parere in Svizzera e dopo 10 giorni ha cominciato con chemio e immunoterapia. Poi intervento,radioterapia ecc. E le tasse in Italia le ho sempre pagate,tra ritenute alla fonte,tasse sul conto dello stipendio,commercialista per 730,lavoro di mia madre da quando aveva 14 anni ai 62,Imu,tari,tasi…..

    2. …e infatti è così nel 90% dei casi. Perché secondo te, chi guadagna dai 60k euro netti in su, quando deve curarsi va in un ospedale pubblico in Italia, aspettando 12-18 mesi, o usa il servizio privato (italiano o svizzero a quel punto poco importa)? Quando poi il gioco non valesse più la candela (chessò, in caso di necessità di una operazione di chirurgia cardiaca che in regime privato costa qualche decina o addirittura centinaia di migliaia di euro), cosa impedirebbe al frontaliere di licenziarsi e, a quel punto, da disoccupato, farsi assistere gratuitamente in Italia?
      P.S. sicuro che sia “bassissima” la tassazione in CH, e non viceversa “altissima” (in relazione ai servizi offerti) quella italiana? 😉 io inizierei a non buttare 120mld in superbonus 110%, e magari recuperare un po’ di evasione fiscale, prima di dire che le tasse in Italia non possano scendere.

  8. “una miriade di frontalieri (o pendolari è la stessa cosa verso Milano ecc) che si spostano tutti alla stessa ora” cara Claudia, il traffico ti logora e lo trovi, ipotizziamo , Alle 8 del mattino? Ti svegli prima, esci di casa mezz’ora prima, arrivi prima a destinazione, fai colazione al bar o ti fai due passi tempo permettendo, e timbri in orario oppure in anticipo così esci mezz’ora prima dall’ufficio al pomeriggio

    1. Vero. Resta che 80k frontalieri sono sempre 80k, puoi diluirli quanto vuoi, ma l’unica soluzione vera è il car-pooling (che fortunatamente alcune aziende di medie dimensioni stanno iniziando a organizzare in modo semi-obbligatorio, vista la penuria di parcheggi e i costi di mantenerli; per quelle grandi, l’altra opzione è organizzare navette). Chi può muoversi in treno lo fa già, basta salire sui convogli per rendersene conto. E non penso che si possa aumentare le corse così facilmente, per una questione di mancanza di materiale rotabile e per limitazioni intrinseche delle linee.

        1. Vero. Ma siccome siamo “i nemici daaaaaa’ Nazione” (da leggersi in romanesco, ovviamente) per il Governo attuale, i traditori che hanno abbandonato l’italico suolo, i mercenari, è inutile aspettarsi favori. Vedi per conferma l’interpretazione assurda dell’Agenzia delle Entrate che “girava” l’anno scorso: “sei frontaliere se fai rientro giornaliero, ma se non vai in ufficio non puoi rientrare, quindi smetti di essere frontaliere anche con UN SOLO GIORNO di smart working all’anno”. Robe che ci sarebbe da ridere, se prima non ci fosse da piangere.

          1. Se non fosse vero, sarebbe molto divertente. Tra l’altro è del tutto incomprensibile considerato che in primis le aziende sono molto favorevoli, anche perché, guarda caso, le due ore che spenderesti in auto magari le usi per finire delle pratiche e portarti avanti. Tu pensa, va a finire che lavori di più e sei meno stressato. Ma la cosa importante è restare tutti in coda a scontare ciò che molti vedono come un privilegio ed invece è solo un diritto quasi sempre consolidato grazie a preparazione e professionalità.

          2. Ho chiesto al mio capo se potevo lavorare in smartvorking…non e stato accettato.

    2. ….e pensi che chi deve per forza andare in auto a Milano, non tutti sono vicini al trasporto pubblico, dovrà pagare il pedaggio per percorrere una strada che fino a ieri era pubblica. Alzarsi prima va bene ma almeno “a gratis” e soprattutto senza dover alzarsi ancora prima per evitare gli ingorghi sulle statali che causerà questa pensata del governo leghista in Regione.

  9. Una lamentela davvero ridicola. Abbia almeno la cortesia di tacere. Come se tutti i pendolari (in treno , in auto o con qualsiasi altro mezzo) – con stipendio italiano – impiegassero poche decine di minuti per raggiungere da Como, Varese, Lecco e dalla Brianza il luogo di lavoro nel capoluogo.
    Da quando è in auge questa fantomatica quanto moralmente sacrosanta “tassa sanitaria” un giorno sì e l’altro pure si vuole fare passare la categoria dei vecchi frontalieri quali vittime…vittime della loro stessa ipocrisia, probabilmente.

    1. Secondo me manca anche l’informazione corretta. Perche non si dice mai che i frontalieri posdobo vivere in Svizzera durante la settimana? Le code ci sono in ogni luogo, vedi Milano ore di punta! In oltre le code sono date anche da centinaia di auto con una sola persoba a bordo. Personalmente conosco casi di operai della medrsima famiglia e vivono nella medesima localita, na vanno al lavoro in Svizzera ognuno con la propria auto. Un poco di aitocritica non farebbe male!

    2. la tassa caro Saltafoss, è anticostituzionale oltre a costituire un doppio pagamento è contro tutti gli accordi presi tra i due governi.
      Non è che siccome un frontaliere guadagna di piu (rispetto ad un italiano, e non a tutti) allora deve essere massacrato.
      I confini sono, purtroppo, sempre aperti, per cui nessuno vieta a lei cosi come a chi, come lei, parla a vanvera (e probabilmente lavora a cinque minuti da casa e rientra a pranzo per fare il pisolino) di saltare veramente il fosso e raggiungerci in Confedarazione.
      L’aspettiamo.

  10. A me sembra che la signora abbia detto ciò che la maggior parte di coloro che stanno commentando dice. Non si sta lamentando.
    Ha messo sulla bilancia i pro e i contro, dal suo punto di vista.
    È ovvio che l’unico motivo che la spinge a restare in Svizzera a lavorare è lo stipendio.
    Ma ciò, solo perché lo può spendere in Italia, altrimenti non ne varrebbe certo la pena.
    Ricordiamo anche che quando si parla degli alti stipendi svizzeri, tanto pubblicizzati in Italia, si tratta di stipendi lordi, dai quali devono essere dedotte le trattenute di legge, nonché le imposte alla fonte, x i frontalieri.
    Ciò non toglie che si tratti di un ottimo stipendio, x un frontaliere, e di un’opportunità lavorativa, che spesso da noi, in Italia, non si trova.

  11. Tre ore al giorno, non retribuite, buttate nel viaggio e passate ad arrabbiarsi… perché allora la signora non si trasferisce in Svizzera, vicino al lavoro?

    Lo stipendio è di lusso, ma farebbe fare una vita di lusso anche trasferendosi?
    Possiamo spendere un sacco di parole, ma la banale verità che rimane è che si passa il confine tutti i giorni soltanto perché poi i soldi li si possono spendere in Italia.
    La legale e legittima ipocrisia che emerge è questa, tutto il resto è noia, come si dice.

    1. Perfettamente d’accordo con Leo B.

      Non si capisce cosa vogliano! Auto aziendale, stipendio alto, altissimo… e potere d’acquisto elevatissimo in Italia, con sanità tutta nostra…

      Possono anche venire a lavorare in Italia se hanno tanto da recriminare sulla Svizzera…

      1. X me la svizzera dovrebbe rivedere i contratti collettivi imprese pulizie lavoro duro sbattimento,alcuni contratti nn versano neanche avs…hanno impostato dei contratti a chiamata ridicoli, dopo 20 anni o piu uno si trova senza salute xche e duro il lavoro con 400 o 500 franchi questo come lo chiamate? X me schiavismo incassano solo i padroni….

  12. Ringrazio la Signora per la sua lettera, sarebbe stato interessante anche conoscere cifra lorda e netta del suo stipendio.

    Continuo comunque a poco comprendere il fine ultimo di questo ricordare al prossimo di domandarsi quanto ne valga la pena di fare il frontaliere
    La risposta è ben chiara: certo che ne vale la pena se la nostra prima priorità è quella economica.
    E se la priorità è questa è anche abbastanza inutile “lamentarsi” della fatica del viaggio e delle poche tutele, perché anche in Italia moltissime persone passano molte ore in macchina (non pagate anche loro) e con tutele solo teoriche.

    1. Può essere inutile, ma è un dato di fatto: pare quasi che essendo frontalieri con gli innumerevoli pro e gli equivalenti contro, non si possa essere stanchi e denunciarlo.
      Tutti i frontalieri di vecchia data possono confermare un peggioramento importante sia in termini salariali che di qualità della vita, oltre a tutto ciò che è stato detto. In virtù di un salario migliore bisogna organizzare dei festeggiamenti in A2, anziché auspicare un miglioramento dei servizi pubblici (ad esempio un abbonamento al Tilo annuale costa sui 1300 franchi e se dalla parte svizzera tutto va più o meno bene, da quella italiana i treni di collegamento soppressi sono più di quelli che arrivano in orario), ancora lo smartworking a livello europeo (40% anzichè 25%) e tutto sommato un po’ più di rispetto per una categoria che ha gli stessi diritti e doveri di tutti

      1. Signora Luce, ci si può lamentare di tutto e denunciare ogni cosa, ma bisogna anche stare attenti a non far apparire la propria lamentela come “ridicola”, perché è così che può apparire agli occhi di molti lavoratori italiani (di tutta Italia!) che potrebbero ridere di fronte a ciò, al netto dei salari in gioco.

        Il dumping salariale non è *IL* problema, ma soltanto il disdicevole risultato del “problema” a monte, il frontalierato dunque.
        Scrivo “problema” tra virgolette perché è chiaro che la libera circolazione di persone e merci sia tanto auspicabile quanto da favorire, ma bisogna anche rendersi conto che la Svizzera non è uno qualsiasi degli altri paesi UE: la sua natura indipendente rende possibile quel tenere “il piede in due scarpe” che fa tanto comodo sia ai frontalieri che ai datori di lavoro.
        Data dunque questa particolarità è importante che la politica intervenga per attenuare le iniquità sociali che possono derivare dallo sfruttare questa situazione atipica.

        Vien un po’ da sorridere al pensare che in Italia non sia possibile pagare un bollo auto diverso da quello in vigore nella Regione di residenza, immatricolando in una Regione differente, mentre sia possibile godere dei notevoli (legali) vantaggi economici del fare il frontaliere soltanto “giocando” sul diverso costo della vita tra due nazioni confinanti, nel cuore dell’Europa.

        1. Ok Ermete, però allora che valga per tutti:
          1) non voglio sentire nessun dipendente italico assunto pre-JobsAct che si lamenta di alcunché, visto che mantiene la vigenza dell’art. 18, a differenza dei suoi colleghi assunti successivamente;
          2) non voglio sentire nessun dipendente italico (pre o post JobsAct) lamentarsi di alcunché, visto che ha cmq stipendio e tutele ben diversi dal rider che gli consegna la pizza
          3) non voglio sentire lamentarsi di alcunché neppure il rider, visto che in fondo due spicci li porta a casa anche lui, contrariamente a tanti disoccupati

          …e potrei andare avanti. Dove sta la soglia del “ridicolo”, in definitiva? ho come l’impressione che siamo tutti portati a fissarla appena sotto la *nostra* situazione sociale, lavorativa, patrimoniale: “Sta meglio di me e si lamenta pure, ridicolo!”

          P.S. l’auspicato “intervento della politica” c’è già stato, con la riforma del luglio 2023: la “stortura” rappresentata dal vecchio frontalierato non esiste più, salvo il mantenimento dello status quo per chi c’era già. Esattamente come fatto con il JobsAct, o con le pensioni quanto si passò da retributivo a contributivo: le norme si applicano da quel momento in poi. Nessun trattamento di particolare favore, anche in questo caso.

          1. Concordo sulla riflessione riguardo il situarsi della “soglia del ridicolo”, ma il mio commento non era generico bensì riguardava il caso specifico del frontaliere locale che si lamenta di un tassa di (massimo!) 200 euro su stipendi che superano senza alcun problema i 3000 euro netti.

            Naturale così immaginare il dipendente italico, sovente stressato e vessato tanto quanto il frontaliere, trovare appunto “ridicole” queste lamentele (al netto naturalmente della legittimità o meno della tassa.)

        2. Non è una lamentela, la signora non si sta lamentando, sta denunciando una situazione che sta peggiorando in modo sensibile. Capisco che la frustrazione possa portare a commenti infelici come il suo riguardo il frontalierato. Come puo definirlo un problema? Il problema sono i datori di lavoro che pagano il fronatliere ben al di sotto del minimo stabilito, non certo del frontaliere che accetta proprio perchè nel suo paese non ha possibilità di impiego.
          Inoltre la figura del frontaliere ha sempre aiutato l’economia di confine, senza contare che non essendo tutelato la sua situazione resta molto piu precaria.
          La politica non ridurrà le iniquità prelevando dallo stipendio di un frontaliere (gia tassato) per tentare di ridurre in modo ridicolo le differenze salariali tra infermieri italiani e rossocrociati. Senza contare che non è solo lo stipendio, ma anche le condizioni di lavoro, i turni, le vacanze e la meritocrazia.
          Il discorso merita una riflessione molto piu profonda ed articolata, ma capisco che il populismo ha, come sempre, la meglio. E la situazione italiana è uno specchio perfetto.

          1. “Frustrazione”?
            No, guardi, io non scrivo mosso da frustrazione o altro sentimento, sono in pace con la mia esistenza e cerco soltanto di pormi domande sulla realtà che mi circonda.

            Derto ciò ribadisco il pensiero: il problema non risiede nei frontalieri ma nel frontalierato, inteso nelle sue dinamiche e conseguenze sociali.

      2. Ma cosa sta dicendo? Gli s10 (tilo )da como per la Svizzera ed I regio 80 da Milano centrale per la Svizzera sono forse tra gli unici treni che subiscono meno soppressioni e se capita è perché è il treno (svizzero, con manutenzione gestita in Svizzera) ad essere guasto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo