La sentenza? “Giustizialista”. Il futuro? “Naturalmente faremo ricorso ma non è questo il problema”. Il giorno dopo la sentenza Carmine Giuliani spariglia le carte.
Si è chiusa ieri in tribunale a Como la contesa di piazza De Gasperi. Dopo anni di braccio di ferro l’ha spuntata Ulisse Bianchi, il residente che ha dato battaglia alla vita notturna.
Piazza De Gasperi: coprifuoco definitivo e risarcimento. Condannato anche il Comune: “Non ha vigilato”
Decisione finale: coprifuoco confermato alle 23 e risarcimento di 60mila euro, durissime le parole vergate nel dispositivo ai danni del Comune che, scrive il magistrato: “Il Comune, dal suo canto, pur essendo soggetto deputato al rispetto della quiete pubblica, ha omesso qualsivoglia forma di controllo sulla piazza, lasciando che anche l’area pubblica – di sua proprietà e non interessata dai provvedimenti concessori e dunque soggetta al suo diretto controllo – fosse utilizzata come punto di ritrovo serale cittadino, pur a fronte dei molteplici e costanti solleciti da parte dei residenti, ripetuti negli anni, in relazione all’intollerabilità della situazione, poi effettivamente confermata dal punto di vista tecnico“.
Ed è proprio verso Palazzo Cernezzi che oggi Giuliani punta l’indice. “Le sentenze si rispettano, ovvio. Cosa succederà? Faremo meno ferie, ridurremo i contratti ma sopravviveremo in qualche modo. Il tema semmai è cosa vuole la città, quale turismo desidera? Non mi interessa vincere o perdere in aula, voglio capire cosa vuole fare l’amministrazione a quale futuro guarda”.
Secondo il portavoce degli esercenti della piazza “il dilemma è evidente. Noi costituiamo un precedente, siamo solo i primi”. Insomma “una sentenza di questo tipo, a questo punto, potrà essere applicata ovunque un residente esponga lamentele e presenti ricorso. Ditemi, cosa succederà se la situazione andrà a replicarsi in altri punti della città? Chiuderanno tutti alle 23?”.
Di qui la richiesta: “Ci dica il Comune come vuole risolverla. Io non dico che si debba stare aperti fino alle 3 del mattino ma almeno un orario decente, il nostro coprifuoco è ridicolo. E’ arrivato il momento che l’amministrazione scelga le proprie politiche turistiche”.
6 Commenti
Erano aperti prima quando di tavolini esterni ce ne erano 0, resteranno aperti anche ora quando comunque ne possono mettere decine fino alle 23.
In ogni caso una situazione per loro migliore di 3-4-5 anni fa.
Poi certo su corprifuoco e città turistica se ne può discutere, ma senza il vittimismo di turno del “sopravviveremo”, “ridurremo i contratti”, etc..
Ma a Riccione o a Milano Marittima come fanno?
Como è e resterà una Città triste senza prospettive, danno ai commercianti per colpa dell’Amministrazione comunale, danni al turismo e sentenza che crea un precedente con il quale altro residenti della Piazza come il sig. Bianchi vorranno riconosciuto il danno o che analogamente altri residenti della Città murata potranno chiedere e ottenere l’interdizione dell’attività all’aperto ed eventuali danni. @carlo.b conosce qualcuno che con la bella stagione vuole stare in un locale al chiuso? Io personalmente preferisco sedere all’aperto e godermi la stagione estiva.
Lei é mai stato a Milano Marittina in marzo, in settembre o novembre?
Città deserta, tutto chiuso! Nessuni per strada, Quella è definibile una città triste, morta.
Anch’io preferisco stare all’aperto, possibilmente con vista lago, ma se sono, non dico le 23, ma già le 22, io con tutti i miei amici moderiamo decisamente il tono della voce, evidentemente molta clientela non ritiene di farlo, e purtroppo i gestori non hanno avuto la forza o la volontà di limitare gli eccessi.
Inoltre mi domando, ma i locali del Sig. Giuliani e l’Ox, attività presenti quando la piazza era unicamente un parcheggio, come campavano se ora il dover rinunciare ai tavoli all’aperto dalle 23 in poi li manda così in crisi?
E i tantissimi bar e ristoranti comaschi che non dispongono di tavoli all’aperto come fanno? Chiusi per ferie da giugno ad ottobre?
Complimenti all’ufficio legale del Comune di Como che da qualche tempo prende solo solenni e costose “scoppole”, mi chiedo se non sarebbe meglio a questo punto licenziare tutti e affidare le cause ad uno studio esterno?
“ ….. Chiuderanno tutti alle 23?”.”
Non é così, la sentenza sancisce che dalle 23 non si può più avere i tavoli occupati nello spazio, pubblico e in concessione, all’aperto (che fino a pochi anni fa neppure esistevano), ma i locali di piazza De Gasperi possono tranquillamente continuare a operare all’interno, sempre però nel rispetto dei limiti di emissione sonora a norme di legge.
Per evitare tutto questo sarebbe bastato una più attenta presenza con la clientela per evitare questa lunga diatriba con sacrosanta condanna finale.
Como è anche una città turistica, ma questo non vuole dire, ne deve essere, l’accettazione di una trasformazione in un immenso festoso e chiassoso luna park dove, in nome del business turistico, tutto o quasi é tollerato e permesso.
Como é prima di tutto dei comaschi che ci vivono, e nel loro rispetto si deve operare con buon senso e anche tolleranza da parte di tutti