Metti un pomeriggio di fine estate. Metti che “ti scappi” e metti che no, un caffè alle 17 non è proprio il caso e bere una mezza minerale per poter avere la chiave del bagno sarebbe al limite dell’ossimoro.
Che fare? “Ma ci sono i bagni pubblici!”. Eh, dipende. Dipende dal giorno, dall’ora e da qual è il punto della città in cui ti trovi. Perché a Como – ebbene sì – si può ben dire che ci sono vesciche di serie a e vesciche di serie b.
E sì, perché se l’irrefrenabile impulso di fare plin plin ti viene mentre passeggi a Villa Olmo o ai giardini a lago, beh è facile: i bagni nel parco della villa sono aperti 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 e quelli dei giardini dalle 10 alle 19.
VILLA OLMO-SFOGLIA
Stesso orario di quelli di piazza Matteotti, che accolgono i passeggiatori del lungolago e chi arriva con il treno con tanto di addetto sorridente e segnaletica transgender (opera di Francesco Garbelli per l’edizione 2019 di StreetScape).
Ma se ci si allontana dal lago, e dal cuore pulsante del turismo, ecco che il gioco si fa duro.
I bambini che giocano nel giardinetto di via Vittorio Emanuele? Vesciche di serie b. Per loro bagni chiusi presidiati da due minacciosi orsetti portarifiuti (ma dove è finito l’accordo con la cooperativa che doveva tenerli aperti?).
VIA VITTORIO EMANUELE – SFOGLIA
Meglio per quelli del parco giochi di piazza del Popolo dove, l’anno scorso, la lungimiranza dell’assessore al verde Marco Galli ha fatto installare un bagno autopulente: 50 centesimi et voilà, le porte si aprono su un mondo – oggettivamente e insperatamente – pulitissimo e addirittura profumato (e in arrivo altri due bagni simili nei giardini di via Anzani e di via Traù a Tavernola).
PIAZZA DEL POPOLO-SFOGLIA
Ma se vi dovesse scappare nella zona di Porta Torre/Mercato Coperto, beh dovete essere al momento giusto nel posto giusto. Perché qui, lontano dal lago e dall’occhio del gitante (che al bar tutto sommato può anche permettersi di entrare, in caso di emergenza) o della nonna monetina-munita, ma molto più vicini a chi un bagno proprio non ce l’ha (e neppure 50 cent), deve scapparti solo nei giorni di mercato (martedì e giovedì mattina e sabato tutto il giorno), per quanto riguarda i bagni pubblici nel sottopassaggio di piazza Vittoria.
Oppure tra le 7.30 e le 8.30 (o 12.30, in alcuni giorni) e poi tra le 19.30 e le 21.30, ai bagni pubblici di via Sirtori.
Ma per i veri uomini (nel senso più sessista del termine, ca va sans dire) ci sono loro: i vespasiani. Quello di via Brambilla, spavaldamente appoggiato al nobile muro della Gallietta, e il mitico “vespasiano nella roccia” di viale Geno. Un viaggio nel tempo e nell’olfatto che solo pochi coraggiosi, o disperati, osano affrontare.
VIA BRAMBILLA E VIALE GENO-SFOGLIA
Come non capire, quindi, i cartelli comparsi in questi giorni in vari punti della città firmati dall’hashtag #bagniaperti e le pur colorite proteste degli attivisti di Cominciamo da Como, che si sono incatenati ai bagni di piazza Vittoria?
I MISTERIOSI CARTELLI COMPARSI IN QUESTI GIORNI IN CITTA’ – SFOGLIA
Nell’attesa, e nel dubbio, se l’avete tenete in tasca una monetina che magari un caffè vale la pena berselo.
5 Commenti
A Parigi non si pagano ma solo alcuni sono accessibili h24. Molti chiudono alle 21. Però ce ne sono ovunque! 😉
Effettivamente è uno scempio..ma il vespasiano di viale Geno dopo un paio di birre nei bar lì suo perché..
A Parigi e Londra si pagano ma sono ordinati ed autopulenti
Complimenti a chi ha scritto l’articolo.
Molto piacevole da leggere… mi piace lo stile?
Sarebbe interessante sapere qual e’ la cooperativa a cui il Comune ha dato in gestione i bagni pubblici.
Il top della orrido quelli di via Brambilla. Mancano i bagni pubblici annessi al Lido di Villa Geno attualmente chiusi perché gestiti da chi gestisce Villa Geno. E non sia mai che il comune si arrischi a gestirli autonomamente