Aveva annunciato importanti aggiornamenti, e così è stato, alle 21.45.
La situazione è grave ed esige fermezza.
Il premier Giuseppe Conte, dopo aver ricevuto continue sollecitazioni, in primis dalla Lombardia per un ulteriore giro di vite sul fronte delle restrizioni pubbliche legate al Coronavirus (sotto gli approfondimenti), è intervenuto in diretta nazionale.
“Grazie agli italiani che compiono sacrifici. Stiamo dando prova di essere una grande nazione”.
“Ho fatto un patto con la mia coscienza – ha detto – al primo posto c’è solo la salute degli italiani. Vi ho chiesto di rimanere a casa, e la stragrande maggioranza del Paese lo ha fatto”.
“Le misure, lo avevo detto, avrebbero potuto diventare più stringenti”.
E così ora è, in tutta Italia: “E’ il momento di compiere un passo in più, quello più importante, ora disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio. A parte i servizi di prima necessità: farmacie, alimentari, consegne a domicilio”. Tutto per, almeno, fino al 25 marzo.
“Non correte all’accaparramento: negozi e supermercati saranno sempre riforniti e i trasporti funzioneranno ancora così come le banche, le assicurazioni, le poste e i servizi agricoli. Fabbriche e aziende lavoreranno per le parti essenziali garantendo le misure sanitarie all’interno“. Chiuderanno, invece, i reparti “non indispensabili”.
Il presidente del Consiglio annuncia anche la nomina di un “Commissario per le terapie intensive” con “ampi poteri”. E’ Domenico Arcuri, già alla guida di Invitalia, Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa.
“Nessuno può pensare che misureremo domani l’impatto di queste misure, ci vorranno due settimane. Se i numeri cresceranno, e non è improbabile, non è detto serviranno altri provvedimenti, non possiamo e non dobbiamo correre verso il baratro”.
“Insieme ce la faremo e torneremo a abbracciarci“, ha detto Conte in chiusura.
Fondamentale il senso del messaggio: il contagio non scomparirà nonostante le misure d’emergenza, anzi, potrebbe peggiorare. Il picco non è ancora raggiunto.
Ma tra quindici giorni sarà possibile tirare le prime somme. Conte ha anche sollecitato lo smaltimento delle ferie e incoraggiato lo smart-working.
Insomma, per essere chiari, chiuderà tutto: bar, pub, ristoranti (quindi tutto il giorno, non solo dopo le 18), parrucchieri, abbigliamento, centri estetici, mense.
In sintesi: ogni attività non sia indispensabile.
Quindi saranno aperti e operativi
Alimentari, farmacie, trasporti, benzinai, edicole, banche, assicurazioni, lavanderie, tabacchi (vale sempre e per tutti la massima prudenza).