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Coronavirus – Il ristorante di Como, il negozio di Cernobbio. Comaschi che pensano agli altri, comaschi di cui essere orgogliosi

Sono pesanti, pesantissime le conseguenze economiche della serie di forti limitazioni introdotte dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Ma nonostante sicuri danni economici, lo spettro di una crisi di lunga durata, i timori personali, molti imprenditori e commercianti comaschi si adeguano alle restrizioni, magari con un piccolo groppo in gola ma con quello spirito realista, coraggioso e serio tipico dei luoghi.

Due esempi, a titolo puramente esemplificativo.

Uno viene da Como, via Borsieri, ristorante “Mosto e Carnazza”. Ce lo racconta Katia, che definisce il locale come “un bambino”. Eppure la gravità del momento induce a decisioni estreme. Di seguito la sua lettera.

Buongiorno, il mio compagno ed io abbiamo un piccolo ristorante in via Borsieri aperto normalmente solo la sera. Avremmo potuto reinventarsi ed aprire a pranzo per questo periodo ma, già da domenica 8, abbiamo deciso di restare chiusi. Decisione sofferta e che naturalmente ci mette in difficoltà ma doverosa riteniamo.

Questa attività è il nostro bambino, il nostro sogno e fonte di sostentamento della nostra famiglia quindi non è stata una decisione facile ma, ripeto, doverosa.

Solo se tutti, uniti, faremo nel nostro piccolo quanto possibile potremo sconfiggere questo virus.

Noi siamo, come penso molti, spaventati dai mille risvolti di questa drammatica situazione, ma ognuno di noi deve impegnarsi in prima persona per contenere questo subdolo bastardo.

Buon lavoro

Non è l’unico caso simile, si stanno moltiplicando. Della famosissima Pasticceria Luisita abbiamo dato conto ieri.

Coronavirus – Senza precedenti, Luisita chiude. Valentina: “Decisione sofferta ma lo facciamo per i clienti e per noi”

Ma ad esempio da Cernobbio arrivano poche righe da Fabio Algarotti ma dense di significato e che trasmettono bene la comprensione del momento straordinario:

K2o Sport a Cernobbio chiude i negozi fino a fine emergenza, non vendo beni di primaria importanza. Grazie

Ne seguiranno altri, inevitabilmente. Forse noi non potremo dedicare un articolo a tutti (ma la nostra pagina Facebook, molto seguita, può essere d’aiuto a chi volesse segnalare la proprioa scelta).

Libere scelte di comaschi coraggiosi, di comaschi che antepongono il bene collettivo all’attività personale e che comunque – a scanso di equivoci – nulla tolgono a chi invece prenderà decisioni diverse, a chi – nei limiti di quanto consentito – deciderà di restare aperto, in prima linea con tutte le accortezze del caso.

Comunque la si veda, grandi esempi, da ammirare.

CORONAVIRUS TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DA COMO, LOMBARDIA E TICINO

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