Dopo ore di attesa, numerose interpretazioni e molti dubbi, ecco il chiarimento.
In seguito all’emanazione del decreto che chiude la Lombardia a causa del Coronavirus migliaia di frontalieri si sono chiesti che fare. Le dogane effettivamente sono aperte ma è possibile andare al lavoro oltrefrontiera?
La risposta è sì. “Le limitazioni non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro”, si legge in una nota esplicativa del ministero degli Esteri. Chiarimenti anche sul fronte merci che “possono entrare e uscire dai territori interessati”.
Ecco il dettaglio
Con riferimento dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, si precisa quanto segue:
TRASFRONTALIERI
Le limitazioni introdotte oggi non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro. Salvo che siano soggettI a quarantena o che siano risultati positivi al virus, i trasfrontalieri potranno quindi entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli.
MERCI
Le merci possono entrare ed uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci.
AGGIORNAMENTO IMPORTANTE (19.11)
Coronavirus – Frontalieri, il consigliere Vitta: “Italiani in Svizzera solo per lavoro, frontalieri sempre col permesso G”
EDIT – Nel pomeriggio è arrivata una nota del deputato pentastellato comasco, Giovanni Currò:
Ieri sera, in seguito alla formulazione del dpcm sulla zona rossa, ho avuto un’interlocuzione costante con il personale del Ministro degli Esteri, sul problema dell’interpretazione di alcune delle norme in particolare per quanto riguarda il lavoro oltre frontiera. Il testo finale pubblicato nella notte mostra una posizione chiara per quanto riguarda le esigenze di lavoro che dunque si estendono anche ai frontalieri.
In queste ore sia io che il mio collega Niccolò Invida siamo stati contattati da numerose associazioni e da tanti lavoratori frontalieri del nostro territorio. Ci teniamo a chiarire che l’attività lavorativa di coloro che devono necessariamente recarsi a lavoro oltre confine, non è inibita. Per ragioni di sicurezza invitiamo il più possibile le aziende ad utilizzare lo smartworking.
Ringrazio il ministro Luigi Di Maio per l’attenzione e per il lavoro svolto di concerto con l’omologo svizzero”.
LOMBARDIA CHIUSA IL TESTO DEFINITIVO DEL DECRETO
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2 Commenti
Oggi ho accompagnato un amico a Malpensa, è partito in orario, ed i voli in programma per l’Italia e per l’estero partivano ed arrivavano regolarmente, altro che Lombardia chiusa, che decreto “colabrodo”……
Questo significa che ca. 60.000 frontalieri che partono dalla zona rossa, possono tranquillamente transitare e potenzialmente portare il contagio sul posto di lavoro, mentre un residente all’estero (Svizzera) non può recarsi in Italia per fare compere o trovare un parente!! Credo che questa decisione sia solo politica, ma non tenga conto della pericolosità e della gravità della situazione.