Il tessile comasco potrebbe entrare a pieno titolo nella lotta contro il Covid 19, dando ancora una volta una prova di imprenditorialità ma anche di servizio ai cittadini a tutela della salute.
Il progetto, ribattezzato tre giorni fa dall’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini “Polimask” prevede infatti la parziale riconversione anche di alcune aziende comasche per fornire materiali utili alla produzione di mascherine. Un contributo che sta già passando dai test del Politecnico di Milano a cui spetta il compito di provare l’efficacia e la conformità dei materiali. Un passaggio che darebbe poi il via libera a una maxiproduzione di dispositivi di protezione per tutta la Lombardia, questione forse di ore.
L’obiettivo dell’assessore regionale Caparini è di arrivare a soddisfare l’attuale richiesta lombarda di 300mila mascherine al giorno.
Assieme alle aziende tessili comasche – di cui non sono ancora noti i nomi – il rettore del Politecnico Ferruccio Resta in questa intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che sono coinvolte nel progetto anche altre imprese che producono materiali per l’edilizia e per l’agricoltura, abbigliamento per medici e dentisti, ditte di filtri per l’aria. In tutto, le aziende selezionate finora dalla Regione sono 12.
