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Così rinasce la ‘Ticosa di Varese’: bonifica, piscina, basket, parco, piazza e negozi su 30mila metri

Le similitudini ci sono ma il destino è differente. Da un lato – siamo a Varese – l’immensa area da oltre 30mila metri quadrati della storica azienda Aermacchi, attiva nel campo aeronautico e, a partire dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Settanta, anche nel settore della costruzione di motociclette. Una “simil Ticosa” in centro città, abbandonata da anni. Dall’altra la spianata della “vera Ticosa”, ben nota a tutti i comaschi e in cerca da decenni di un futuro che tarda ad arrivare e anch’essa alle porte del centro città. Ma se per l’area della ex tintostamperia ancora si dovrà attendere per comprendere cosa ne sarà, a Varese si è fatto un passo in avanti. Un grosso passo in avanti.

La giunta di Palazzo Estense ha appena approvato l’adozione del Piano Integrato di Intervento per la riqualificazione dell’area ex Aermacchi. Si tratta di un progetto (qui altri dettagli) che punta a riqualificare l’intera zona abbandonata da decenni e alla sua totale bonifica. L’obiettivo è quello di restituire alla città uno spazio che oggi costituisce un’interruzione del tessuto della città: una cesura tra due vie importanti – via Crispi e via Sanvito, se si vuole il dettaglio – costituita da edifici in stato di abbandono.

Il progetto è ricco. Prevede innanzitutto il recupero di spazi su cui la Soprintendenza ha posto il vincolo “così da consentire la permanenza della memoria storica e industriale dell’area”. Poi il Piano contempla una considerevole riduzione dei volumi e la realizzazione in quella parte di città di nuove aree sportive d’eccellenza. E qui, se vogliamo proseguire nel parallelo con Como, è come se si fondessero almeno in parte le idee dell’amministrazione Rapinese divise tra la Ticosa e la spianata di Muggiò, dove Palazzo Cernezzi ha da pco sfrattato il circo e intende realizzare una vera e propria cittadella dello sport con il recupero della piscina di Muggià e un nuovo palasport.

Nell’ex Aermacchi varesina sono infatti previsti una nuova piscina da 50 metri e un campo da basket, per quanto riguarda le attività fisiche e il benessere. Poi, ovviamente, non manca un corollario economico, con una serie di aree commerciali, ma non è stato trascurato nemmeno il verde pubblico. Il recupero infatti ha come elemento centrale anche la realizzazione di un parco pubblico con un corridoio verde in grado di connettere le vie della zona. A questo si somma la progettazione di un nuovo spazio urbano e una nuova piazza pubblica aperta su via Sanvito. Aspetti, questi ultimi, che ricordano da vicino un mix tra le proposte poi rimaste sulla cara della Giunta Bruni prima e della Giunta Landriscina in tempi più recenti. Tutto sacrificato, ora, soltanto per il maxi parcheggione voluto dall’attuale amministrazione.

Per la spianata di Via Grandi soltanto una vocazione: parcheggi

Mentre i 30mila metri quadrati varesini vanno incontro a una rinascita polifunzionale e articolata, a Como la Giunta Rapinese ha optato per una vocazione unica per il futuro dell’ex Ticosa: il maxi parcheggio pubblico, destinato a occupare praticamente tutti i circa 40mila metri dell’ex tintostamperia alle porte del centro.

Un punto assolutamente granitico, questo, per l’attuale sindaco Alessandro Rapinese, il quale sin dalla campagna elettorale del 2022 non hai mai avuto dubbi: nella spianata liberata dai vecchi corpi di fabbrica nell’ormai lontano 2007 troveranno spazio circa 600 posti auto coperti da pannelli fotovoltaici per la produzione di energia. Anzi, gli stalli potrebbero essere anche di più, secondo l’ultimo annuncio del primo cittadino che, non più tardi di un mese fa, ha alzato la quota dei posteggi fino alla soglia del migliaio.

Per quanto riguarda l’iter tecnico-burocratico, a oggi l’ostacolo ancora da superare è quello su cui hanno (politicamente) lasciato le penne tutte le giunte precedenti: la bonifica del sottosuolo. Chiarito se e come agire, arriverà il progetto vero e proprio.

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3 Commenti

  1. La solita visione miope: con una bella colata di cemento si fa un bel parcheggione multipiano, diciamo 3000/4000 stalli, e siamo a posto per i prossimi 150 anni! Il sindaco che governerà Como nel 2180 potrà poi abbattere il tutto, perché le auto non si useranno più, e farà un bel parco.

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