“La tutela della salute è una priorità assoluta, ma dopo un anno di emergenza e di restrizioni per le nostre imprese e per l’economia dei territori, cresce più forte il disagio sociale, la chiusura di migliaia di aziende, la crescita di nuove povertà che rischiano di deprimere ancora di più un’economia già in ginocchio”.
Roberto Galli, Presidente di Confartigianato Imprese Como preme con forza sul tasto rosso dell’allarme, lanciando un appello al Governo che attraverso il Ministero della Salute, ha decretato la nuova zona rossa per la Lombardia.
Ecco l’intervento integrale:
Confartigianato_10_report_Covid19_v15_18012021_webSiamo consapevoli che tutelare la salute delle persone, specialmente quelle più fragili sia prioritario, così come è prioritario garantire un’assistenza sanitaria adeguata e puntuale a tutti i cittadini lombardi, ma il nostro sistema imprenditoriale, dopo un anno di emergenza non è più in grado di ammortizzare la riduzione dei fatturati, la mancanza di ordinativi, l’assenza di liquidità e quindi l’impossibilità di investire nel futuro.
Inoltre ci si dimentica spesso, quanto sia fondamentale per tutte le attività produttive e di servizio, compreso artigianato e commercio, poter effettuare una programmazione a medio lungo termine, per pianificare il lavoro, approvvigionarsi, fare fronte ai pagamenti dei fornitori e del personale occupato oltre che, non dimentichiamolo mai, per poter generare il proprio reddito.
Le imprese hanno seguito fin dalle prime ore dell’emergenza, le linee guida, i protocolli di sicurezza, messo in atto i presidi per contrastare la possibilità di contagio investendo risorse proprie nonostante la forte riduzione del fatturato, ma tutti questi sforzi vengono vanificati dalle norme restrittive che ormai periodicamente vengono messe in atto.
Le regole applicate devono essere di assoluta trasparenza e comprensibili a tutti. Oggi nessuno conosce realmente a fondo i dati che hanno determinato la collocazione della Lombardia in zona rossa; il ricorso al Tar di Regione Lombardia fa supporre che siano state utilizzate formule incoerenti con la realtà di oggi e per nulla tempestive.
Gli imprenditori lombardi, ed anche la stragrande maggioranza dei cittadini che si sono comportati coscienziosamente in queste settimane, si domandando ora perché in una regione dove i nuovi casi hanno un’incidenza minore alla media nazionale e molto minore che in regioni limitrofe, e dove il sistema sanitario sembra poter rispondere adeguatamente all’emergenza, venga adottato un provvedimento così rigoroso e oppressivo.
Nessuno fraintenda affermiamo questo con spirito di totale collaborazione per mantenere sotto controllo e arginare la diffusione del virus, ma chiarezza e lungimiranza sono indispensabili affinché cittadini e imprenditori possano comprendere e quindi adeguarsi con spirito collaborativo ai provvedimenti che vengono decisi.
Questa è una battaglia che vinceremo tutti assieme. Se non si assisterà ad un reale ascolto delle categorie economiche, sarà sempre più reale la prospettiva di vedere vanificato ogni tentativo di risollevare l’economia della nostra Regione e, con essa, il benessere di tutta la comunità.
3 Commenti
Un altro che vuole la botte piena e la moglie ubriaca.
Secondo lei perché sono chiuse le scuole?
…già, meglio in ospedale…