Rallenta la velocità di crescita dei nuovi contagi. Il dato confortante arriva dal report settimanale di Ats Insubria. “La percentuale di aumento dei casi è passata dal 50% tra la prima e la seconda settimana di marzo, a poco più del 30% tra la seconda e la terza. Tale tendenza, se confermata nella prossima settimana, consentirebbe di ipotizzare una riduzione del numero assoluto dei contagi a partire dalla seconda metà del mese di aprile”.
In cifre va detto come si sia passati dai 2.806 casi della settima dal 10 al 16 marzo ai 3.581 dal 17 al 23 maro. Dunque una salita contenuta rispetto al passato. “Il numero di ospedalizzati, nel territorio di Ats Insubria, non appare aumentato”, dice la nota. Queste le buone notizie.
A pochi chilometri da Como però, superato il confine, la situazione non è altrettanto rassicurante. Proprio poche ore fa in una conferenza stampa voluta per aggiornare la popolazione sullo stato dell’epidemia è risuonato l’allarme. “Siamo di fronte a una nuova ondata di coronavirus in Ticino e la pressione sul sistema ospedaliero è tornata a farsi sentire”, questo il messaggio che è stato lanciato oggi, giovedì 24 marzo, a Bellinzona all’incontro al quale hanno partecipato il medico cantonale Giorgio Merlani, il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini e il consigliere di Stato Raffaele De Rosa che, visto il quadro epidemiologico, ha comunicato come il Governo abbia inviato a Berna una lettera nella quale chiede al Consiglio federale di rinunciare all’abrogazione della situazione particolare (lo stato di emergenza italiano). Durante la conferenza il medico cantonale ha inoltre ribadito come, nonostante l’uso non sia più obbligatorio, indossare la mascherina nei luoghi chiusi e affollati resti un gesto semplice ma che può fare la differenza.