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Covid – Dogane, il Ticino chiama Berna: “Test in entrata”. Poi l’accusa di Gobbi: “L’Italia non controlla”

Nonostante il governo di Berna sia stato molto chiaro ecco che il Ticino prende posizione.

Il tema riguarda i controlli doganali anti-covid.

Solo qualche giorno fa davamo conto di questo orientamento:

Berna rassicura: “Nessun test Covid obbligatorio per i frontalieri che entrano in Svizzera”

Ma solo poco prima il Cantone confinante con Como e Lombardia era stato netto:

Covid – Il Ticino vuole il pugno di ferro in dogana: “Subito maggiori controlli”

Ebbene oggi, come ha raccontato ampiamente il Corriere del Ticino, il Consiglio di Stato ha inviato una lettera a Berna dove la richiesta viene ribadita: maggiori misure in dogana per gli svizzeri che rientrano se non si sono spostati per questioni professionali.

“Evidentemente il passaggio della Lombardia e del Piemonte in zona gialla, quindi con la riapertura dalle 5 alle 18 dei ristoranti, ci preoccupa. Quindi chiediamo alle autorità federali di considerare questa situazione e di porre dei correttivi”, ha dichiarato Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, ai microfoni di Teleticino.

Nonostante le regole Gobbi denuncia un presunto mancato controllo in frontiera da parte italiana: “Non abbiamo fin qui riscontrato dei controlli alla frontiera da parte dell’autorità di polizia italiana”, dichiara Norman Gobbi, che ha definito la misura italiana “declamatoria”.

“La nostra preoccupazione è proprio quella che si vanifichino gli sforzi sin qui fatti dal popolo ticinese” ha detto ancora a Teleticino. Sottolineando: “Berna lo capisce? A questo punto mi vien da dir di no”.

COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DA COMO, LOMBARDIA E TICINO

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