Per chi si aspettava a medio-breve termine il “miraggio” di un ritorno in zona gialla, non solo in Lombardia ma in generale in tutte le regioni italiane con numeri del contagio tali da permettere l’allentamento delle restrizioni, la prospettiva è invece di dover aspettare anche per buona parte del mese di aprile. Forse fino al 3 maggio.

Come riferiscono sia il Corriere della Sera sia Repubblica, infatti, nel Governo Draghi – dove è iniziata la discussione per i provvedimenti da adottare dopo Pasqua – sembra farsi largo l’ipotesi di un sostanziale blocco della possibilità per le regioni di passare in zona gialla.

In realtà, le indiscrezioni indicano nel Comitato tecnico scientifico il baluardo di questa possibilità, mentre a livello politico vi sarebbe una divisione piuttosto chiara: centrosinistra favorevole al pugno di ferro (incluso il ministro della Salute, Roberto Speranza), centrodestra che spinge per qualche apertura dopo le prossime feste pasquali, dove i numeri lo consentissero.

Il mantenimento di un regime rigorista anche oltre il 6 aprile – dunque con il blocco delle zone gialle – avrebbe secondo i rigoristi e il Cts la funzone di barriera per la diffusione del virus, in vista di una ripresa duratura (e non effimera come già in passato) nel mese di maggio. Questo, dunque, costringerebbe l’Italia a dividersi soltanto tra le fasce rossa e arancione.

Sul fronte scuola, invece, si punta a un ragionamento inverso rispetto a quello generale: fare uno sforzo per riaprire le aule, con l’ausilio di tamponi di massa. L’obiettivo per dopo Pasqua è dunque riportare la didattica a distanza al 50 % in fascia arancione, con lezioni in presenza per materne ed elementari anche in fascia rossa.

Scuole, concreta ipotesi riapertura anche in zona rossa, Draghi: “Se possibile elementari e materne”