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Covid, in Svizzera ristoratori in rivolta. Appello alla calma di GastroTicino: “No ad atti illegali”

In attesa della decisione di domani del Consiglio federale sul futuro del settore, in Svizzera – e segnatamente in Canton Ticino – c’è aria davvero di rivolta tra i ristoratori con le attività chiuse da tempo per i provvedimenti anti Covid. Con l’accusa a Berna, definita “sorda agli appelli della ristorazione”, a descrivere alla perfezione questo clima oggi è infatti arrivato l’appello dell’associazione Gastroticino ai soci, invitati addirittura ad astenersi “da inutili comportamenti illegali dettati da paura, incertezza e grande difficoltà”. Segno evidente che la pazienza del settore è al limite.

GastroSuisse, inoltre, ha chiesto a tutti gli associati svizzeri di inviare una lettera al Consiglio federale.

Di seguito, la lettera-appello.

Da febbraio 2020 GastroSuisse e le Sezioni cantonali come GastroTicino, hanno marcato stretto il Consiglio federale e i Governi cantonali, chiedendo in modo legittimo aiuti economici e risarcimenti per evitare o almeno ridurre gli effetti nefasti sul settore, e la parità di trattamento con le altre componenti economiche.

Domani, mercoledì 6 gennaio, sono attese nuove misure da oltre San Gottardo. Auspichiamo che da Berna non facciano trovare a bar e ristoranti, nella calza della befana, un altro mese di chiusura dei bar e ristoranti senza aiuti rapidi, concreti e tangibili, lasciando magari aperti altri settori economici. Anche perché i dati sull’evoluzione della pandemia, lasciano trasparire il fatto che non è la gastronomia l’untore per eccellenza.

Anche GastroTicino, in linea con altre sezioni, non scenderà in piazza ma chiederà ancora aiuti e risarcimenti soprattutto a fondo perso, rapidi e a favore di tutto il settore. Lancia quindi un appello alla calma e invita i soci ad astenersi da azioni illegali, come blocchi stradali o aperture clandestine dei propri locali.

Da parte sua GastroSuisse invita gli associati a inviare una lettera al Consiglio federale.

“Da febbraio con GastroTicino e GastroSuisse – spiega il presidente Massimo Suter – abbiamo fatto tutto il possibile per estendere gli aiuti che lo Stato aveva deciso di dare in maniera limitata, chiedendo anche molto di più.

Ogni giorno e ogni minuto teniamo sotto osservazione l’evolversi della situazione, con un contatto costante e diretto con le autorità per cercare di ottenere le migliori condizioni quadro, compatibilmente con la situazione sanitaria, anche per evitare problemi più drastici che segnerebbe la fine di tutta la categoria.

Sul sito gastroticino.ch abbiamo pubblicato centinaia di documenti su ogni aspetto legato alla pandemia (ILR, IPG, affitti, assicurazioni, Piani di protezione, ecc.) e abbiamo risposto a migliaia di telefonate ed e-mail, dimostrando il ruolo essenziale di un’associazione di categoria forte e credibile verso chi siede nella stanza dei bottoni.

E proprio in vista delle prossime comunicazioni a livello federale e cantonale, ecco alcune delle rivendicazioni di GastroTicino, una sintesi, di tutto un vasto pacchetto di misure che si spera possano permettere la sopravvivenza di migliaia di imprenditori e delle loro famiglie:

  • 1. Riapertura in tempi relativamente brevi oppure si chiude tutto, ma proprio tutto come in primavera, questo per coerenza e correttezza nei confronti di un settore che in media ha speso 10’000 franchi per esercizio in misure di sicurezza! Gli altri settori a parte mettere un po’ di nastro adesivo per terra o spray rosso sulla neve cosa hanno fatto?
  • 2. Risarcimento a fondo perso a copertura dei costi vivi non coperti da una chiusura forzata e ingiustificata.
  • 3. Abbassamento sensibile della soglia per cui si ha diritto agli aiuti previsti dai casi di rigore
  • 4. Riattivazione crediti COVID a tasso 0.
  • 5. ILR per tutti al 100%, gerenti di società compresi! e indipendenti senza lungaggini burocratiche, allo stesso tempo cancellazione maturazione giorni di vacanza in regime ILR.
  • 6. Diritto agli aiuti e risarcimenti anche per le Startup.
  • 7. Proroghe su AVS e oneri sociali con rinuncia a interessi mora.
  • 8. IVA di favore per quando si potrà ripartire.
  • 9. Piani di sostegno per tutti coloro che loro malgrado si ritroveranno in disoccupazione causa perdita del lavoro oppure causa chiusura totale.

Poi, sotto il titolo “Uniti, propositivi e rispettosi”, ecco il paragrafo che dà il polso della situazione tesissima tra i ristoratori ticinesi.

GastroTicino comprende molto bene il periodo duro, il nervosismo e la paura che opprimono gli associati. Ma li invita a tenere duro, a restare uniti e stigmatizza i comportamenti aggressivi sui social di alcuni personaggi entro e fuori il settore che nulla hanno a che fare con la nostra cultura e i valori sui quali si fonda il nostro Paese.

L’associazione di categoria si distanza pertanto da qualsiasi manifestazione o atto contrario alle leggi che non porterebbe alcun risultato e sarebbero solo controproducenti e lesivi dell’immagine di una categoria che sta stoicamente stringendo i denti.

La grave crisi interessa tutta la società per cui siamo consapevoli che ci sono e ci saranno sempre dei provvedimenti che colpiranno una volta uno una volta l’altro, una volta una categoria una volta l’altra.

Semmai bisogna reclamare verso le autorità federali – e non contro il Governo ticinese con il quale finora abbiamo collaborato in modo ottimale – specie per alcune misure che sembrano avere come unico capro espiatorio la ristorazione.

Non si capisce infatti come mai i trasporti pubblici e il settore del commercio, non debbano partecipare ai sacrifici che siamo chiamati a compiere per vincere il virus. In conclusione, si invitano i soci e la popolazione, a isolare i facinorosi leoni da tastiera che danno la colpa delle loro disgrazie al COVID e a chiunque gli ruoti attorno, per una situazione di grave difficoltà, preesistente all’inizio della pandemia.

Non è urlando slogan facili e populisti che si otterranno dei risultati concreti.

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