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Covid, rabbia degli agenti di commercio: “50mila km all’anno, 70% del Pil. Servono immediati sostegni economici”

Non è un momento facile per gli agenti di Commercio, una tra le molte categorie colpite dalla crisi e su cui l’ombra di eventuali lockdown getta paure e timori.

Così Federagenti di Como si unisce all’appello del segretario generale dell’associazione, Luca Gaburro.

La richiesta è che la categoria ottenga i sostegni del decreto ristori, poiché ricordano, tra le altre cose, che gli agenti di commercio sono “professionisti che intermediano il 70% del Pil nazionale e che in media percorrono 50.000 km l’anno sulle strade italiane”.

Ecco il testo dell’intervento di Gaburro:

La nostra associazione ha recentemente chiesto al Governo di includere gli agenti e rappresentanti di commercio nei nuovi provvedimenti di supporto economico a seguito della pandemia.

Riteniamo infatti che i nuovi contributi a fondo perduto in favore di partite Iva e Pmi previste nel Decreto Ristori vadano indirizzati anche a tale categoria, offrendo una maggiore tutela a quei professionisti dell’intermediazione che hanno come clientela imprenditori che operano nei settori recentemente oggetto di chiusura totale o parziale.

Basti pensare agli agenti di commercio che operano nel settore palestre o che hanno come clientela ristoranti, pasticcerie o pub per comprendere che le recenti restrizioni li metteranno in ginocchio se non riceveranno un aiuto immediato.

Ci sono poi tutta una serie di nodi che andrebbero preliminarmente risolti.

Ci riferiamo ad esempio alla necessità di correggere il meccanismo applicato pochi mesi orsono dal Governo per l’erogazione dei contributi che – non considerando il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi le provvigioni non sono immediate ma differite di mesi – di fatto ha tagliato fuori dai sostegni moltissimi colleghi in grande difficoltà.

Una altra criticità potrebbe essere rappresentata dal fatto che gli indennizzi previsti dal decreto Ristori arriveranno ad una platea differente rispetto a quella stabilita dal decreto Rilancio e saranno riservati alle sole attività con partita Iva attiva alla data del 25 ottobre 2020, il che presumibilmente porterà ad una corsa all’apertura di partite Iva o a cambiare codici Ateco così da intercettare gli indennizzi.

In tal modo però potrebbero beneficiare delle risorse soggetti che non ne avrebbero diritto a scapito di imprese – gli agenti di commercio sono tali, essendo qualificati come imprese operanti in forma individuale o societaria, e quindi andrebbero sempre considerati quando si parla di “misure di sostegno alle imprese” o similia – in profonda crisi.

Ricordiamo infatti che nell’ultimo decennio – anche a causa della crisi economico – finanziaria globale iniziata nel 2008, nell’ultimo decennio sono state chiuse circa 50.000 attività e che il Covid ha acuito questa situazione. In particolare col lockdown dei mesi scorsi si è bloccato del tutto il lavoro degli agenti di commercio, professionisti che intermediano il 70% del Pil nazionale e che in media percorrono 50.000 km l’anno sulle strade italiane.

Basti pensare alle mancate consegne nel periodo di chiusura, all’annullamento di gran parte degli ordini già conferiti e degli appuntamenti fissati, al ritardo nel pagamento dei compensi da parte delle aziende mandanti.

Ora l’ipotesi lockdown si riaffaccia prepotente e non vogliamo che la Categoria subisca oltre che le difficoltà appena evidenziate anche quelle già subite nella scorsa primavera per ricevere i contributi messi a disposizione dello Stato.

Noi riconosciamo gli sforzi dell’Esecutivo che è riuscito a mettere sul tavolo tra Decreto Rilancio e Cura Italia l’imponente somma di circa 100 mld, come anche diamo atto del periodo difficilissimo che tutti stiamo vivendo e della necessità di dover agire in fretta, ma riteniamo che le associazioni di categoria vadano ascoltate per evitare ritardi ed errori che peserebbero inevitabilmente sulle spalle dei lavoratori.

Tutti noi ricordiamo le difficoltà riscontrate nel ricevere il bonus “600 euro”, che inizialmente sembrava non fosse destinato agli agenti di commercio, come anche ricordiamo gli sforzi – fortunatamente andati a buon fine – per emendare il testo del Decreto, ma auspichiamo di non dover affrontare nuovamente la stessa situazione.

Tutto ciò mentre Enasarco, l’ente di previdenza degli agenti di commercio e degli intermediari finanziari non può ancora erogare i seppur minimi sostegni economici previsti a favore degli iscritti essendo in sede di rinnovo delle cariche e visto che il nuovo Cda non potrà insediarsi prima di dicembre inoltrato.

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