Una nuova voce si leva contro il pedaggio sulla Milano-Meda, iniziativa che se attuata calerebbe come una mannaia su migliaia di automobilisti, comaschi in primis (qui tutte le cronache e le proteste). E’ Patto per il Nord a intervenire: “Follia privatizzare la Milano-Meda. No al salasso da 1500 euro l’anno per i pendolari”. Il Movimento dice no alla trasformazione della Tratta B2 in autostrada a pagamento: “Un regalo ai privati pagato dai cittadini. Basterebbe l’1,5% del residuo fiscale lombardo per mantenere la gratuità. Dalla Regione solo silenzio”.
Ecco la Nota giunta in redazione:
“Una privatizzazione di fatto che scarica sui cittadini costi insostenibili per un’infrastruttura che esiste già”. È netta la posizione di Patto per il Nord in merito al progetto della Tratta B2 dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, che prevede la sovrapposizione del nuovo tracciato a pagamento sull’attuale superstrada Milano-Meda (ex SS 35).
La tratta in questione, compresa tra l’interconnessione di Lentate sul Seveso e lo svincolo di Cesano Maderno, rappresenta un’eccezione critica rispetto al resto dell’opera. A causa della densa urbanizzazione e della presenza di vincoli ambientali nei comuni di Meda, Seveso e Cesano Maderno, non esiste un corridoio libero per una nuova sede stradale. La soluzione adottata prevede quindi l’ampliamento e la riqualificazione dell’unico corridoio disponibile: i circa 12,7 km della storica superstrada, oggi di competenza ANAS e completamente gratuita.
IL SALASSO PER I CITTADINI “Siamo di fronte al paradosso di una strada statale pubblica che viene trasformata in autostrada privata”, denunciano i vertici di Patto per il Nord. “Questa operazione si traduce in un regalo al concessionario e in una tassa occulta per i pendolari, stimabile in 120 euro mensili per veicolo, pari a circa 1.500 euro all’anno. È inaccettabile chiedere ai lombardi di pagare per una strada che utilizzano gratuitamente da decenni”.
LE CONSEGUENZE SUL TERRITORIO Il passaggio al pedaggio avrà, secondo Patto per il Nord, un effetto boomerang immediato: la fuga dei pendolari verso la viabilità ordinaria per evitare i costi. “Questo causerà la congestione del traffico locale nei comuni di Lentate sul Seveso, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno, con un drastico peggioramento della qualità della vita, della sicurezza stradale e un aumento dell’inquinamento atmosferico proprio nelle aree abitate”.
LA PROPOSTA E IL SILENZIO DELLA REGIONE L’adeguamento della tratta ha un costo previsto di 900 milioni di euro, una cifra che il Movimento giudica esagerata ma comunque copribile con risorse pubbliche. “La soluzione c’è: basterebbe utilizzare appena l’1,5% del residuo fiscale che i cittadini lombardi generano ogni anno per pagare l’opera e mantenere la gratuità della Tratta B2”, spiega la nota del partito.
Su questo fronte, è stato formalmente chiesto al Presidente Attilio Fontana e alla Giunta regionale di istituire un tavolo di confronto urgente con Cal S.p.A., Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A., il Ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia. L’obiettivo è trovare soluzioni alternative, tramite Patti aggiuntivi approvati dal Cipess, per eliminare il pedaggio.
“Ad oggi, la risposta è stata un assordante silenzio”, conclude Patto per il Nord. “Il nostro è un NO convinto e irremovibile. È il momento di dire basta agli interessi privati che fagocitano le risorse pubbliche. La Tratta B2 deve restare gratuita”.