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Dad, mamme controcorrente. Clara: “Funziona e piace a mio figlio”. Federica: “Sì in emergenza”

Si è parlato tanto di didattica a distanza, di quanto possa essere alienante per i bambini e i ragazzi vivere in questa situazione.

Sono centinaia di migliaia i genitori che a gran voce chiedono la riapertura ma non tutti. Ci sono genitori, mosche bianche bisogna dirlo, che trovano la Dad una buona alternativa alla scuola in presenza. E’ il caso di Clara, mamma comasca 46enne con un bimbo di 9 anni che frequenta la quarta elementare.

“A mio figlio la Dad piace molto – racconta – può dormire un po’ di più al mattino e riesce a organizzarsi il tempo tra scuola e gioco. Inoltre non deve tenere la mascherina tutto il giorno che gli dà davvero molto fastidio. Ora che hanno riaperto le scuole, lo mando solo perché sono obbligata: avrei preferito ci dessero la possibilità di scegliere con un piano didattico alternativo per i bambini che hanno genitori che possono mantenerli in Dad”.

E sottolinea: “Perché il rischio, mandandoli a scuola in questo momento, c’è. Lui ha già dovuto affrontare una quarantena prima di Pasqua perché c’era un positivo nella sua classe: sa che il rischio c’è e questo gli provoca ansia. E’ molto stressato quando sa che deve andare a scuola”.

Secondo Clara la didattica a distanza funziona. “E’ chiaro che oggi, non essendoci linee guida, la buona riuscita della Dad dipende esclusivamente dalla buona volontà e dalle capacità dell’insegnante – commenta la mamma – nel nostro caso funziona perché, oltre a fare lezione, mio figlio e i suoi compagni fanno molte attività a piccoli gruppi. Ad esempio fanno mezz’ora di intervallo collegati chiacchierando tra loro, fanno ricerche e approfondimenti con i compagni sugli argomenti nuovi e andranno anche in gita con delle visite virtuali”.

A fare la differenza nei bambini è anche il modo in cui trascorrono il tempo a casa. “Organizziamo spesso delle videochiamate con i suoi amici e attraverso il tablet possono giocare, ad esempio con i Lego, facendo a gara tra chi fa le costruzioni più belle – spiega Clara – oppure utilizzano i videogiochi collegandosi in chat. Inoltre, con un bimbo vicino di casa si sentono e giocano grazie a dei walkie-talkie. E abbiamo dedicato un angolo della nostra casa a laboratorio per gli esperimenti da fare insieme”.

Federica: “Il menefreghismo porta alle quarantene”

Le posizioni dei genitori e delle famiglie sulla Didattica a distanza sono le più disparate: chi è tenacemente contro, chi prudentemente a favore.

E c’è chi come Federica (nome di fantasia di una mamma comasca che preferisce l’anonimato) sta nel mezzo con un timore per il rischio del contagio ma anche con la consapevolezza di quanto la propria figlia, che frequenta la primaria, abbia bisogno di tornare a socializzare con gli altri bambini.

“Sono favorevole alla didattica in presenza in situazioni sicure – racconta – devo dire infatti che avrei preferito facessero passare qualche altro giorno prima di farli rientrare anziché già questa settimana, in attesa che i contagi scendessero ancora un po’. In questi giorni sono combattuta: da una parte ho il timore per un possibile contagio a scuola ma dall’altra ho subito visto quanto tornare in classe ha fatto bene a mia figlia”.

D’altra parte questa mamma è anche molto soddisfatta della Dad che sta facendo sua figlia. “Credo sia di grande qualità, le insegnanti stanno facendo un lavoro incredibile e sono convinta che la Didattica a distanza sia la soluzione migliore in questa situazione di emergenza”.

Anche a livello di sicurezza Federica è convinta che il problema sia più fuori che dentro la scuola. “Sono fiduciosa dei protocolli messi in atto in classe – spiega – il problema è quando i bambini escono: si vedono genitori che subito permettono loro di togliere la mascherina e di giocare insieme, senza precauzioni, anche con bambini che non fanno parte della stessa classe e quindi della stessa ‘bolla’. Mi è capitato di vedere tanto menefreghismo che ha portato i bambini a dover affrontare diverse quarantene che oggettivamente sono devastanti”.

E’ chiaro che in questa situazione il ruolo dei genitori è fondamentale. “Noi non siamo una famiglia molto tecnologica, abbiamo sempre imposto molti paletti a nostra figlia quindi come la scuola non è un parcheggio non lo sono neppure la televisione o il tablet – racconta – così noi genitori abbiamo una responsabilità immensa. Noi a casa cerchiamo di fare tante attività insieme: in giardino o in cucina, prepariamo dolci, realizziamo disegni o piccole costruzioni con il materiale che troviamo nel verde, a lei piace molto leggere ma anche guardare documentari che possono esserle utili a scuola. Nessuno dice che sia facile, ma fare un figlio è una responsabilità e non si può delegare tutto alla scuola”.

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