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Dal glutine al marketing della banana: tutte le fake news sul cibo (di cui non avete mai osato chiedere)

Credenze popolari, pregiudizi o addirittura notizie false – le cosiddette fake news – riguardano molto spesso il cibo che scegliamo di mangiare e gli effetti che esso può avere sulla nostra salute.

Sfatare i miti su cibi miracolosi, intolleranze, allergie e diete radicali è stato proprio l’obiettivo di “Alimentazione e dintorni”, conferenza tenutasi, questa sera, in Biblioteca Comunale, aperta da Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Como, con Davide Cantoni in veste di moderatore.

“Bisogna agire sul fronte culturale e promuovere una corretta divulgazione dei corretti stili di vita e di tutte quelle informazioni, adeguatamente verificate, che contribuiscono alla prevenzione primaria e secondaria delle principali patologie – ha dichiarato Spata –  l’Ordine di Como, in collaborazione con FNOMCeO, è impegnato da tempo su questo fronte. Oltre agli incontri di “Como in Salute”, che hanno riscosso grande attenzione da parte della cittadinanza, riteniamo che anche la formazione dei professionisti della salute e dell’informazione debba essere una strada da percorrere”.

L’incontro, infatti, è stato pensato per “smontare” quella dieta paleolitica che avete cominciato con così tanto entusiasmo, quei prodotti biologici a cui siete così affezionati o quell’ intolleranza alimentate che vi siete autodiagnosticati e per incoraggiare il pubblico a cercare l’aiuto di un medico anche in fatto di alimentazione.

“Nella popolazione, il numero di adulti davvero intollerante o allergico si attesta tra il 2 e il 4% – ha spiegato Marina Russello, allergologa e immunologa, raccontando come spesso intolleranze e allergie che ci attribuiamo siano inesistenti – mentre tra il 25 e il 30% dei pazienti è convinto di essere intollerante a un alimento”. 

Il divario, sensibile, tra percezione e realtà, come spiegato da Russello, è dato dall’autodiagnosi, dalle cattive abitudini alimentari che possono avere un effetto sul benessere delle persona senza correlazione con un alimento specifico e, specialmente, da test popolari (anche grazie a internet) che, tuttavia, non hanno alcun valore scientifico.

Altre fake news sull’alimentazione sono state smentite da Marco Missaglia, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietologia:”Per esempio, l’idea che la carne rossa faccia bene alla salute è un mito nato negli anni 60, dopo la Seconda guerra mondiale. Oggi invece il consumo di carni raffinate è correlato a una maggiore incidenza di tumori di vario genere, così come l’obesità e il consumo eccessivo di alcool”.

Un falso mito seppur ampiamente accettato è poi il fatto che il glutine faccia male all’organismo – nozione che ha aperto un mercato milionario per gamme di alimenti senza questa proteina del grano.

Licia Snider, specialista in gastroenterologia endoscopica, ha dedicato il proprio intervento all’argomento: “Il glutine viene ritenuto erroneamente la causa di svariati disturbi non solo intestinali. È semplice allora consultare le news on-line e con un “fai da te” pericoloso, considerare verità assolute fake news che portano a ingiustificate diete di eliminazione. Tutte questa false informazioni inducono comportamenti alimentari scorretti, che non consentono spesso di poter eseguire diagnosi precise e distinguere reali intolleranze al glutine da altri disturbi come da sindrome del colon irritabile”.

La rincorsa di un fisico perfetto, specie nell’era dei social media, ha generato la formulazione di innumerevoli diete di svariato genere. Spesso, però, dimentichiamo che la dieta mediterranea è invece considerata la dieta in grado di conferire longevità non indifferente, come ha specificato Paola Palestini, professore associato in Biochimica dell’Università degli Studi Milano-Bicocca.

Infine in chiusura, Alessandro Conte, coordinatore del progetto ‘dottoremeveroche’, il portale anti fake news, ha guidato una riflessione su come il marketing sia in grado di distorcere la percezione del cibo.

Se siete affezionati consumatori di prodotti a base di kamut, una tipologia di grano, potreste rimanere stupiti dal fatto che esso non ha particolari doti nutritive che lo distinguono da altre specie, come spiegato da Conte. “Piuttosto, il Kamut è diventato famoso per l’operazione di marketing che l’ha lanciato sul mercato. Lo stesso vale per le bacche di Goji che, presentate come le bacche dei monaci tibetani, non crescono in Tiber ma in Mongolia. In America, negli anni 30, la banana era considerata un super-cibo perchè, frutto esotico, era stata presentata come provvista di proprietà incredibili”.

La moda recente del cibo biologico, ha spiegato Conte, è forse l’insidia più recente del marketing gastronomico: “Le colture biologiche non usano pesticidi di sintesi ma utilizzano altri tipi di fertilizzante, alcuni dei quali sono stati dichiarati nocivi per l’uomo. In Italia, poi, manca regolamentazione sulla produzione di questo tipo di alimenti. Eppure, dati alla mano, siamo più inclini a spendere di più per essi, utilizzando risorse che potremmo investire per una dieta più corretta”.

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