La cosiddetta “tassa sulla salute” – in realtà tecnicamente “contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria – approvata con la Legge di bilancio 2024 e che la Lombardia vorrebbe applicare ai frontalieri ante 17 luglio 2023 è impossibile da applicare? La domanda è stata rivolta al Consiglio di Stato dai firmatari Gianluca Padlina (Il Centro) assieme ai colleghi di partito Alessandro Corti, Sabrina Gendotti, e ai deputati del PLR Cristina Maderni, Luca Renzetti e Diana Tenconi. E, nel caso la loro interpretazione si rivelasse fondata, configurando una violazione dei nuovi accordi firmata tra Svizzera e Italia sulla fiscalità dei frontalieri, potrebbe minarne alla base la validità.
La sostanza del ragionamento è che in realtà il contributo chiesto ai frontalieri sia a tutti gli effetti un’imposta, poiché mensile e progressivo, basato sul reddito delle persone e senza che preveda alcuna controprestazione specifica da parte dello Stato al debitore della somma richiesta.
Tutte caratteristiche che per i firmatari fanno assomigliare moltissimo il nuovo contributo un’imposta. Ma se così fossi, andrebbe in contrasto con quanto previsto dal nuovo accordo firmato da Svizzera e Italia sulla fiscalità dei frontalieri, poiché – si legge nell’atto parlamentare – nell’articolo 9 è scritto che “i vecchi frontalieri sono e saranno imposti fiscalmente esclusivamente in Svizzera”.
Dunque, è ritenuto “importante intervenire con decisione a tutela della realtà ticinese e del rispetto della legalità, senza attendere le imminenti norme attuative che saranno adottate dalle Regioni italiane. Attendere tali norme significherebbe, di fatto, accettare che il sistema eventualmente illegale entri in vigore e interferisca negativamente nell’attività delle nostre aziende”, precisano i sottoscrittori dell’atto parlamentare. Che poi rilanciano altre domande chiedendo se non si ritenga “che il contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria previsto dalla Legge italiana di bilancio 2024 sia in realtà un’imposta, anche se non viene qualificato come tale?”.
“In caso affermativo, l’introduzione di una nuova imposta da parte dell’Italia a carico dei vecchi frontalieri non rappresenta una violazione dell’art. 9 del nuovo Accordo sulla fiscalità dei frontalieri?». «In caso affermativo, non ritiene di dover intervenire preso le autorità italiane per esigere il rispetto della legalità? Allo stesso modo, non ritiene di dover sollecitare l’Autorità federale ad intervenire presso le autorità italiane al fine di far rispettare la legalità?”. Ora si attendono le cruciali risposte.