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Giovanissimi e depressione da pandemia. Boschini: “Quindici richieste d’aiuto a settimana, una fuga dall’ansia”

“Generazione Covid”, la chiama qualcuno, e non è solo questione di contagi, tamponi e vaccino, perché il vero pericolo per i ragazzi, quello che rischia di segnarli anche quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata, è qualcosa di più subdolo, che ha a che fare con l’ansia e la paura fino, in alcuni casi, a veri e propri disturbi psichiatrici.

Secondo un recente sondaggio internazionale condotto da Unicef in 21 paesi, infatti, una media di un giovane su cinque, tra i 15 e i 24 anni, ha dichiarato di “sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività”, come si legge sul sito dell’organizzazione internazionale, mentre un bambino su sette è stato direttamente colpito dal lockdown: “Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini – ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore – con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco, elementi chiave dell’infanzia stessa e l’impatto è significativo”.

Un impatto che, sicuramente, è stato sentito anche da bambini e ragazzi della nostra città, come ci ha raccontato Jacopo Boschini, presidente della cooperativa AttivaMente che da anni si occupa di offrire iniziative anche per supportare giovani e famiglie.

“Negli ultimi sei mesi la richiesta di interventi su adolescenti e preadolescenti è stata altissima, a ritmo di una quindicina a settimana – racconta – la cosa che colpisce è che non si tratta di ragazzi con gravi problemi a monte ma di persone normalissime, con contesti familiari tranquilli, che però si trovano a manifestare sintomi di ansia e stress, se non addirittura panico. Una situazione allarmante, basti pensare che per la prima volta abbiamo le psichiatrie infantili degli ospedali piene”.

E la spiegazione, purtroppo, è tutta da cercare in questi ormai tre anni di isolamento forzato che spesso hanno anche scoperchiato il vaso di Pandora portando a galla situazioni di fragilità preesistenti: “Se una parte di problemi è causata dal lockdown, dalla didattica a distanza e dalle varie restrizioni alla socialità, dall’altra sicuramente si tratta di condizioni preesistenti che ora si sono acuite – dice Boschini – quello che notiamo oggi è una vera e propria fuga dall’ansia data dal fatto che, se prima dovevo andare a scuola, confrontarmi con i coetanei, mettermi banalmente alla prova con il saggio di fine anno, ora che tutta questa pressione sociale viene a mancare ho scoperto che posso vivere benissimo nella mia camera guardando uno schermo da cui mi posso staccare nel momento in cui tutto diventa complicato”.

E se da un lato Unicef denuncia senza mezzi termini che i governi “stanno investendo troppo poco per affrontare la relazione tra salute mentale e le conseguenze future sulla vita”, il lato positivo del Covid, se così vogliamo chiamarlo, è finalmente l’inizio di una presa di coscienza del problema della salute mentale tra i più giovani come dimostra, proprio in Lombardia, la recente approvazione della proposta di istituire la figura dello psicologo di base gratuito o l’annuncio del ministro Roberto Speranza del prossimo summit mondiale sulla salute mentale che verrà ospitato a Roma accompagnato dal tweet “Dobbiamo investire di più sulla salute mentale che è importante quanto quella fisica”.

E proprio AttivAmente è, da anni, uno degli esempi più virtuosi sul nostro territorio di questa attenzione al benessere dei più giovani: “Il lato positivo è che si sta diffondendo la cultura della presa in cura tempestiva che spesso permette di risolvere i problemi in tempi abbastanza rapidi – spiega Boschini – noi ad esempio offriamo percorsi di counselig, uno strumento diverso dalla psicoterapia che permette di affrontare aree di problematicità non grave e di uscire dalla sensazione di sentirsi un po’ incagliati nella vita scoprendo di avere dentro di sé risorse e strumenti. E naturalmente, per i casi più complessi, abbiamo psicologi e psicoterapeuti che possono offrire un supporto specifico”.

Proprio per dare un segno concreto, AttivaMente ha in programma una serie di incontri gratuiti di Mindfulness per adolescenti: “Si tratta di un corso di meditazione basata su un protocollo scientifico molto rigoroso la cui efficacia è supportata da diversi studi – dice Boschini – l’obiettivo è raggiungere una maggior presa di consapevolezza utile a ridurre lo stress, con grandi benefici anche in adolescenza”.

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