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Desolazione Trecallo, sporcizia e abbandono: “Era un’oasi di pace, un bel villaggio. Ora è un porcile”

“Nel 1968, quando sono venuta ad abitare qui, Trecallo era un bellissimo villaggio, un’oasi di pace. Oggi non so cosa dire: le strade sono rotte, i marciapiedi sono messi anche peggio e la pulizia lascia alquanto a desiderare. Era una bella cittadina, ora è un porcile”.

La signora Amelia, che abita in una palazzina bianca che affaccia proprio sulla Canturina, non ha mezzi termini. Nei suoi occhi, mentre parla di Trecallo, c’è un grande amore per i fasti passati ma anche una grossa delusione per come il quartiere viene trattato da chi amministra la cosa pubblica e da cittadini spesso incivili.

Non è la sola a lamentarsi della situazione in cui versa il quartiere. “Sono venuta ad abitare qui quando mi sono sposata – racconta la signora Angela – Nel 1972 c’erano una macelleria e due alimentari. Ora anche solo per prendere del pane e una bottiglia di latte bisogna andare ad Albate. Se ci si va a piedi, bisogna stare attenti ai marciapiedi rotti e alle auto nei punti dove non ci sono o dove le siepi sono così grandi che li occupano interamente mentre, se si prende l’autobus, bisogna mettere in conto almeno mezz’ora su una strada di cinque minuti”.

Gran parte della vita del quartiere avviene in largo Baden Powell dove c’è un piccolo chiosco con bar e edicola, oltre ai giardini pubblici. “L’incuria però la fa da padrona: l’asfalto di marciapiedi, strade e parcheggio è un groviera, la segnaletica orizzontale non esiste praticamente più e c’è perfino una panchina, rotta, completamente avvolta dal verde non curato – sottolinea Oscar Bagnolati, residente ad Albate e molto attivo per la comunità – Inoltre la recinzione dei giardini pubblici è stata danneggiata tempo fa e nessuno l’ha mai sistemata. Così come la serratura d’ingresso: non esiste più e il parchetto con i giochi dei bambini è alla mercé di chiunque anche di notte”. E il parco pubblico, con un po’ di manutenzione e cura del verde in più, sarebbe davvero uno spettacolo tra alberi secolari e percorsi tra le piante per fare una passeggiata. “Il piccolo edificio che custodiva i bagni pubblici è chiuso da una vita – aggiunge la signora Amelia – è un peccato perché servirebbero alle persone che fruiscono dell’area verde”. Conclude Oscar: “C’è anche un problema di sicurezza per chi cammina in Largo Baden Powell: non solo è un parcheggio selvaggio ma spesso chi non ha voglia di attendere il semaforo rosso sulla Canturina, entra a tutta velocità per proseguire la sua corsa verso Cantù”.

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