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Divieti e limiti ai turisti, le guide di Como: “Non si cambia in piena stagione”. “Non siamo scappati di casa”

Le nuove disposizioni del Comune di Como, che limitano i gruppi turistici a 25 persone, istituiscono alcuni ‘divieti di sosta’ e vietano l’uso di ogni amplificatore, stanno creando discussioni tra le guide abilitate. Due guide, professioniste del settore, Roberta Caprani, presidente di Guide Como e Fiorella Casartelli, presidente di Mondo Turismo, hanno raccontato le difficoltà che il nuovo regolamento potrebbe generare. “Non è possibile una presa di posizione così forte – ha esordito Capriani – noi ci stiamo muovendo, stiamo sentendo un legale. Le vendite per settembre e ottobre sono già avviate, non c’è nemmeno il tempo di essere operativi”. Anche Casartelli sottolinea il problema della tempistica: “Io sono d’accordo per quanto riguarda la regolamentazione, va benissimo, basta che non ce lo dicano in mezzo alla stagione. Così non riusciamo a porre rimedio. Sono favorevole alle regole, se poi vengono controllate davvero. Però devono essere annunciate prima dell’inizio della stagione”.

Difficoltà operative

Entrambe le guide concordano su un punto: riorganizzare i gruppi in corsa è impossibile. “Potremmo anche essere d’accordo – ha detto la presidente di Guide Como – ma come faccio a dire a un turista che ha già pagato per un giro in gruppo che ora non si può più fare? L’ordinanza non può essere resa esecutiva così, senza mettersi nei panni della programmazione. Le agenzie non possono rifiutare clienti all’ultimo“. Casartelli ha aggiunto: “Dividere un gruppo già prenotato da 50 persone in due gruppi più piccoli non è facile. A volte abbiamo tutto già definito da mesi. Riorganizzare tutto è impossibile“.

Un turismo senza regole

Tra i nodi più critici, secondo Caprani, c’è la presenza di accompagnatori abusivi. “Il problema non sono i gruppi di noi guide registrate, noi sappiamo come muoverci per non dare fastidio e per non creare assembramenti, il problema vero sono tutti quegli accompagnatori non regolamentati che arrivano da Milano. Sono quelli che organizzano giri economici tramite portali online che si sono messi a vendere Como per la sua popolarità sui social. Quando vado in Duomo mi chiedo: chi è tutta questa gente tra di noi? Tutti vogliono venire qui, il lago è il lago, ma così si perde il controllo“. La guida ha denunciato un turismo disorganizzato, che arriva in massa e spesso crea disagio sia per i professionisti che per i residenti: “A Bellagio, la prima settimana di aprile c’era così tanta gente che faceva paura”. Ha raccontato anche di episodi al limite della fantasia: “I turisti arrivano e non sanno nemmeno dove sono, stavo facendo il mio giro con dei clienti quando una coppia mi ha chiesto come tornare a Milano. Arrivano da altri punti e poi non sanno come tornare”. A Brunate la situazione non è migliore: “alle 6 di sera la coda per rientrare arrivava in Piazza della Chiesa”.

Il lavoro delle guide ufficiali

A differenza di questi flussi caotici, Caprani ha rivendicato l’organizzazione e la legalità del proprio lavoro: “Il nostro lavoro è gestito, non facciamo parte degli ‘scappati di casa’. Dietro di me c’è un’agenzia, tutto è costruito e regolamentato. Se le istituzioni volessero veramente risolvere il problema dovrebbero bloccare il flusso di chi non è regolamentato. Noi siamo guide abilitate. Non siamo quelli con la bandierina che girano sempre in piazza del Duomo”. Anche Casartelli insiste sulla necessità di controlli seri: “Il problema è anche far rispettare le regole. Tutti parlano di guide abusive o gruppi troppo grandi, ma i controlli sono difficili da fare”.

Zone vietate e attrezzature

Un altro punto critico è il possibile divieto di fermarsi in aree centrali, come ad esempio Piazza Duomo: “Se non ci si può più fermare davanti al Duomo per spiegarne la storia ai turisti, diventa un problema serio – ha spiegato Casartelli – Ci sono episodi in cui ci sono due gruppi da 50 persone nello stesso punto e sì, sono d’accordo che sia problematico, ma in questo caso bisogna capire bene quali sono le zone coinvolte e come fare a migliorare la situazione”. Quanto all’uso del microfono, è favorevole al divieto: “Noi usiamo i whisper, quelli con gli auricolari per i clienti. Sono assolutamente d’accordo nel vietare l’uso del microfono a voce alta, può disturbare”.

Un messaggio al Comune

Poi, concludendo, punta l’attenzione su un bisogno tanto semplice quanto trascurato: i bagni pubblici. “La cosa più importante, che ripetiamo da anni, è che servono più servizi igenici in centro”. Entrambe le presidenti, di Guide Como e Mondo Turismo, invocano più ascolto e più realismo: “le regole, se fatte bene, si possono accettare – ha concluso Casartelli – ma ci serve tempo per adeguarci“. “Non siamo quelli con la bandierina in Piazza Duomo – ha ribadito Capriani – siamo professionisti. Serve rispetto per chi lavora legalmente“.

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