Se Lorella Cuccarini, negli anni ’80, era la più amata dagli italiani, lei La Nanda – inutile mettere il cognome per chi è passato anche solo una volta da Palazzo Cernezzi – è sicuramente stata la più amata del Comune di Como. Sicuramente dai giornalisti, perché insomma, anche solo le lunghe anticamere che si facevano per parlare con l’assessore di turno di cui lei è stata segretaria, erano un modo bello e fruttuoso per passare la mattina e riempire le colonne del giornale.
Oggi, però, per colei che è stata davvero un’istituzione dell’amministrazione dal 1990 a oggi è arrivato l’ultimo giorno di lavoro. Da domani, sarà meritatissima pensione.
Oggi, colleghi e colleghe della segreteria generale le hanno tributato il giusto omaggio con fiori e pensierini. “Da domani – dice lei, sempre sorridente e senza troppo spazio alla malinconia – inizio un nuovo capitolo. La prima cosa che farò? Capire bene cosa mi spetta di pensione…”. Inguaribile guascona.
Di tempo, di volti e di persone ne sono passate da quella segreteria. “Basti pensare – ricorda Nanda – che ho iniziato nel 1990, quando sindaco era Felice Bernasconi. E da allora ne ho visti tanti: dal commissario prefettizio a Renzo Pigni, da Alberto Botta a Stefano Bruni, passando per Lucini, Landriscina e oggi Rapinese”.
Chiederle il preferito tra i tanti primi cittadini sotto cui ha lavorato è un’impresa impossibile: “No, con chi più, con chi meno, ho avuto sempre buoni rapporti. Poi io ero segretaria degli assessori è con loro che ho avuto contatti quotidiani per tutti questi anni”.
Il primo che viene in mente, l’attuale sottosegretario Alesso Butti, all’epoca giovanissimo vicesindaco, prima di iniziare la carriera politica che lo ha portato oggi nel governo Meloni.
“Ma ho voluto bene a tutti. Se ho litigato con qualcuno? E’ capitato poche volte, devo dire che una delle ultime e più intense è stata con l’ex assessore Elena Negretti. Ma poi abbiamo conservato uno splendido rapporto. Chi ricordo che inizialmente, anche per la storia di famiglia, mi incuteva un po’ di timore era Lorenzo Spallino. Ma era più per una forma di reverenza, il rapporto poi è stato buono come con gli altri. Anzi, talvolta è capitato di sentirci ancora, a distanza di tempo”.
Certo, dal 1990 a oggi, le cose sono cambiate eccome in quell’ufficio: “Un tempo qui era una grande via vai, dalla mattina al pomeriggio c’erano tanti cittadini che venivano e aspettavano di incontrare l’assessore del momento per colloqui a volte anche lunghi o amichevoli. Oggi è tutto diverso, molte cose si fanno via mail o comunque senza contatto diretto. Prima, forse, era più divertente e anche un po’ più ‘umano’”.
Un piccolo-grande vanto, però, Nanda lo rivendica con orgoglio: “In 35 anni, tutti gli assessori che si sono susseguiti mi hanno sempre confermata come segretaria. E questo è capitato a dispetto di qualsiasi colore politico. Si vede che un po’ me lo meritavo. Anzi, forse sono stata anche un po’ sottovalutata (sorride, ndr)”.
Tra i periodi più difficili, sicuramente quello del Covid: “C’era un’atmosfera surreale in Comune e in tutta la città, è stato veramente difficile. Ma ho vissuto anche momenti particolari e belli. Uno su tutti: quando vennero i Pooh per cantare a Villa Erba e per fare una visita anche al Bassone. Chiedemmo all’allora sindaco Botta di farceli conoscere, ce lo concesse e facemmo la foto assieme. Se ce l’ho ancora? Uscì sul Corriere di Como, ma io non l’ho mai avuta…”