Solo due giorni fa, in un’ampia intervista rilasciata a ComoZero Settimanale è stato chiarissimo. “Il dormitorio non serve, vi spiego perché” ha detto (un po’ a sorpresa ma non troppo) Roberto Bernasconi, direttore della Caritas di Como.
Riportiamo uno stralcio dell’intervista:
“La battaglia per il dormitorio non è sbagliata in sé, e ringrazio chi l’ha portata avanti con cuore e credendoci, però deve evolvere, cambiare”, dice Bernasconi.
Cioè sta dicendo no a una struttura permanente in città?
Sto dicendo no.
Ah. Si era colto un distinguo di recente ma è la prima volta che è così chiaro. Spieghi.
La situazione dei senzatetto a Como non è più emergenziale ma strutturata. Il dormitorio è una risposta urgente, eccezionale, mentre in città serve un’accoglienza più ragionata, che porti le persone al reinserimento alla società.
Un’accoglienza di secondo livello.
Esattamente. Un dormitorio costa soldi, obbligherebbe il Comune a un bando. A molta burocrazia. Una nuova struttura si saturerebbe in fretta, attirando altri ospiti potenziali senza offrire nulla più di un letto. Servono percorsi più ragionati.
Quindi?
Quindi la rete diocesana dell’accoglienza già oggi assiste circa 400 persone con estrema professionalità. E’ tempo che chi ha più esperienza di noi ci aiuti a fare il passo successivo.
Quale?
Inserimento al lavoro, formazione, professionalizzazione cose su cui noi siamo meno esperti.
A chi pensa?
Credo che Sindacati, Confindustria, Artigiani e tutte le categorie produttive oggi debbano esprimere il loro pensiero e entrare in gioco contribuendo concretamente. E’ arrivato il momento di stimolare il sistema economico generale perché si attivi per un cammino comune.
Siamo nelle settimane in cui ha chiuso Emergenza Freddo, in cui la politica trasversalmente (Lega esclusa) insieme con un ampio movimento civico ha chiesto l’apertura di un dormitorio permanente in città per i senzatetto, mentre decine di persone sono tornate a passare le notti in strada, in particolare sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco.
#mettiamocilafaccia Dilaga la campagna per un nuovo dormitorio. Le foto, i volti, le parole
“Siamo assolutamente d’accordo con Bernasconi bisogna uscire da una logica emergenziale e entrare in una logica programmatica di inserimento e integrazione in un percorso avanzato. Scelta che peraltro permette di liberare posti nelle strutture di prima accoglienza”, dice da Como Accoglie Rossana Vittani. L’associazione insieme con Caritas ha gestito il servizio Emergenza Freddo di via Sirtori
C’è un ma. “Se le parole di Bernasconi sono assolutamente condivisibili – aggiunge la volontaria – resta la realtà emergenziale che non può non essere considerata: ci sono persone che si fermano per periodi brevi, altre che transitano verso l’europa siamo una città di confine. Il dormitorio è fondamentale e improrogabile le due cose possono e devono essere sviluppate insieme”.
Intanto, in attesa di una soluzione, i senzatetto continuano a dormire in strada. “Abbiamo incontrato tra le 70 e le 100 persone. Ricordiamo che non sono solo stranieri, ci sono molti italiani con problemi. Dicono “prima gli italiani” ma poi nessuno se ne fa carico”.