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Dopo la rivolta al Bassone, “allontanare almeno 100 detenuti”. Gaddi (Forza Italia): “Troppe le carenze strutturali del carcere”

Dopo la rivolta nel carcere del Bassone di ieri pomeriggio e i gravi momenti di tensione che si sono vissuti all’intero della Casa Circondariale, dove è stato sventato un tentativo d’evasione, arriva una nota della Segreteria Provinciale della CISL FNS.

“Esprimiamo vivo apprezzamento a tutti i colleghi della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Como i quali, nella serata del 13 novembre 2025, mettendo a serio rischio la propria incolumità, hanno affrontato con professionalità la
rivolta messa in atto da circa un centinaio di detenuti. Il personale della struttura comasca è riuscito a contenere i rivoltosi in attesa dell’arrivo in forza dei colleghi provenienti da altre strutture della Lombardia e del gruppo d’intervento Operativo della Polizia Penitenziaria “GIO”.

La nostra vicinanza è rivolta soprattutto ai colleghi rimasti vittime di vili aggressioni da parte dei rivoltosi, costretti a ricorrere alle cure dei sanitari con prognosi dai 4 ai 30 giorni. La presente O.S. chiede all’Amministrazione Penitenziaria urgenti interventi sull’Istituto comasco attraverso l’allontanamento di almeno 100 ristretti e la ristrutturazione delle parti dell’Istituto danneggiate. Bisogna restituire al personale di Polizia Penitenziaria, civile e sanitario sicurezza e dignità lavorativa.

Il Segretario FNS CO-VA
Giovanni Savignano

E nel pomeriggio è arrivata anche la nota del consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, componente della commissione Carceri  di Regione Lombardia:

La rivolta messa in atto da circa un centinaio di detenuti nella serata del 13 novembre è l’’ennesimo episodio di violenza nella casa circondariale del Bassone di Como. Evidenzia di nuovo, in modo particolarmente drammatico, le carenze strutturali dell’istituto penitenziario. Il Bassone, come purtroppo molte altre carceri italiane, da luogo di pena sta diventando, a causa del sovraffollamento e delle sue conseguenze, un luogo pericoloso. Dove sempre più difficile garantire la sicurezza e la incolumità di chi ci lavora e di chi è costretto a viverci per scontare il suo debito con la giustizia. In tali condizioni tentare un reinserimento nella società dei detenuti diventa un obiettivo sempre più difficile.

Come componente della commissione Carceri ho effettuato visite approfondite in varie strutture penitenziarie lombarde, compreso il Bassone, verificando di persona le criticità da tempo emerse, tra cui il crescente disagio psichico che aggrava le condizioni di vita dei detenuti. Nonostante l’impegno della polizia penitenziaria e il supporto dei volontari, il carcere resta un luogo di sofferenza e di solitudine, e il rischio di recidiva per chi vi è costretto è intollerabilmente alto.

Come Forza Italia  abbiamo svolto a livello nazionale un approfondito monitoraggio della situazione delle case circondariali italiane e in special modo lombarde per sensibilizzare il governo sul tema e attivare interventi risolutivi ed efficaci. Volti ad affrontare le più gravi emergenze come l’altissima percentuale di tossicodipendenti. La politica può e deve fare la differenza in un settore tanto delicato garantendo il massimo rispetto del lavoro delle forze dell’ordine cui va la nostra piena solidarietà e il più alto livello di qualità della vita a cui i detenuti hanno diritto.

Poi Azione Como:

Azione esprime grandissima preoccupazione per gli avvenimenti di giovedì 13 novembre 2025 e, più in generale, per la situazione ormai “esplosiva” all’interno del Carcere di Como, che non può più essere trascurata dal Ministero della Giustizia. Ringraziamo le Forze dell’Ordine e il personale sanitario intervenuti durante la rivolta al Carcere del Bassone.

Circa un mese fa abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare su una situazione che non è certo nuova, ma che continua ad aggravarsi giorno dopo giorno. Oggi più che mai chiediamo al Ministero un intervento rapido per garantire alla Polizia Penitenziaria un luogo di lavoro accettabile e ai detenuti condizioni di detenzione compatibili con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La situazione richiede con urgenza:
la riduzione immediata del sovraffollamento tramite misure alternative alla detenzione;
investimenti per riorganizzare e migliorare la struttura;
il potenziamento del personale;
un necessario coordinamento con le istituzioni locali per riportare la situazione entro i limiti della legalità e della dignità umana.

Carlo Bordoni, Responsabile Organizzazione di Azione Como, dichiara:
«Oggi non posso che esprimere profonda gratitudine per la Polizia Penitenziaria, i Vigili del Fuoco e tutte le Forze dell’Ordine che, come sempre, hanno svolto il loro lavoro con grandissima professionalità. Un pensiero particolare va proprio alla Polizia Penitenziaria, che da troppo tempo si trova a gestire una situazione insostenibile.
Ora, però, come rappresentanti politici non possiamo fermarci alla gratitudine e alla preoccupazione: dobbiamo fare tutto il possibile per gestire questa situazione e mettere in sicurezza le donne e gli uomini che lavorano in un ambiente tanto pericoloso. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare, per questo intendiamo riportare la questione in Parlamento ed è sempre per lo stesso motivo che ci mettiamo a disposizione delle istituzioni e degli altri partiti per trovare insieme la strada più adeguata.»

Lorenzo Pedretti, Segretario Provinciale di Azione Como, aggiunge:
«I fatti avvenuti ieri al Carcere del Bassone non sono un episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di una situazione ormai fuori controllo. Il sovraffollamento che caratterizza le carceri italiane qui assume proporzioni ancora più drammatiche: al Bassone parliamo di 420–440 persone in una struttura che dovrebbe ospitarne meno di 200. È evidente che condizioni del genere rendano impossibile garantire sicurezza, percorsi rieducativi e dignità, come prescrive la Costituzione.
Desidero esprimere la massima solidarietà al personale penitenziario, agli educatori e agli operatori sanitari e sociali che ogni giorno lavorano in un ambiente che li espone a pressioni enormi, spesso senza organici adeguati. Queste tensioni nascono da condizioni materiali non più sostenibili: celle troppo piene, spazi insufficienti, mancanza di attività trattamentali, servizi educativi ridotti al minimo. È un sistema che mette in difficoltà tutti, dentro e fuori le celle.
Per questo chiediamo con forza che lo Stato intervenga con misure immediate e strutturali. Servono investimenti per riportare le nostre carceri a standard dignitosi, potenziare il personale, rendere operative le misure alternative già previste dalla legge e garantire condizioni compatibili con la sicurezza e con il rispetto delle persone.
Il Bassone è diventato il simbolo di un’emergenza nazionale che non può più essere ignorata.
Non possiamo permettere che il fallimento delle politiche penitenziarie ricada su chi lavora nelle strutture e sulla popolazione detenuta, costretta a vivere in condizioni che semplicemente non dovrebbero esistere». 

E Sinistra Italiana:

Da anni Sinistra Italiana denuncia lo stato di sovraffollamento e le criticità del carcere comasco. Oltre al sovraffollamento abbiamo evidenziato la mancanza di personale sia relativamente alla polizia penitenziaria che agli educatori e al personale medico. A questi problemi si aggiunge un’alta presenza di detenuti psichiatrici o comunque problematici che non ricevono una adeguata assistenza e che, soprattutto, non dovrebbero stare in un istituto penitenziario. Ci auguriamo che le Istituzioni tutte ma anche la cittadinanza dimostrino una maggiore sensibilità nei confronti di coloro che sono privati della libertà e che si trovino, altresì, strumenti adeguati per migliorare le condizioni di detenuti e operatori del carcere.

Luigino Nessi e Gianluca Giovinazzo
Sinistra Italiana Como 

 

 

 

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