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“Due uomini non fanno una madre”, la carica delle Sentinelle in Piedi di Como

Le Sentinelle in Piedi sono una presenza tutt’altro che nuova in molte città italiane. Il loro modus operandi è diventato un grande classico dell’attivismo ultracattolico. Si presentano in un luogo pubblico disposti in uno schieramento quadrato, senza cori, senza cartelli, spesso, con un libro in mano. Queste contestazioni silenziose mirano a opporre, in ordine sparso: aborto, leggi anti-omofobia, unioni gay e la pratica dell’utero in affitto.

Lo scorso Aprile, a Como, una ventina di Sentinelle in Piedi si era radunata in Piazza Volta riproponendo un manifesto anti-abortista dell’associazione Pro-Vita Onlus finito al centro di un’indagine del Comune di Roma e poi rimosso.

Oggi la storia si ripete. Il Campidoglio ha recentemente tolto dai muri della città decine di manifesti di ProVita Onlus e Generazione Famiglia che si opponevano sia alla pratica dell’utero in affitto (già illegale in Italia, ricordiamo) sia al diritto di coppie gay di avere o adottare bambini. Gli slogan sui cartelloni leggevano “Due uomini non fanno una madre” o “Due donne non fanno un padre”.

Anche questa volta le Sentinelle comasche non hanno intenzione di rimanere con le mani in mano di fronte all’ennesima diatriba romana e promettono scontro. Uno scontro rigorosamente silenzioso, si intende.

È di ieri sera il comunicato che definisce il Sindaco di Roma Virginia Raggi “tiranna del politicamente corretto” e annuncia una “veglia in piedi” per sabato 17 Novembre in Piazza Verdi a Como, dove verranno riproposti i manifesti banditi dai muri della Capitale.

“Anche le Sentinelle in Piedi di Como intendono far sì che nella mentalità dei loro concittadini non si normalizzino le ingiustizie in Italia perpetrate nei confronti dei bambini,” si legge nella nota (di cui riportiamo il testo integrale qui sotto) che, quanto a toni, fa il paio con il rosario anti-aborto tenutosi in Duomo qualche settimana fa.

“Lo scorso ottobre Provita Onlus e Generazione famiglia hanno esposto dei grandi cartelloni nella città di Roma. Li trovate in allegato, e li troverete in piazza a Como.
Il sindaco Raggi, istigata da una associazione “gay” li ha fatti rimuovere e ha fatto comminare 20.000 Euro di multa alle due associazioni (400 € per ognuno dei 50 cartelloni sparsi per la città).
“II messaggio e l’immagine veicolati dal cartellone violano le prescrizioni previste dal regolamento in materia di pubbliche affissioni, che vieta espressamente esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali – ha detto la Raggi – La strumentalizzazione di un bambino e di una coppia omosessuale nell’immagine offendono tutti i cittadini”.

Ecco invece il comunicato delle due associazioni:

“Con la solita scusa della strumentalizzazione dei bambini, la nuova tiranna del politicamente corretto, Virginia Raggi, ha calato la sua scure contro la libertà di espressione”.
“La violazione della libertà di espressione attraverso la censura dei nostri manifesti contro l’utero in affitto è senza fondamento giuridico. Per questo abbiamo presentato una denuncia contro l’amministrazione capitolina (…) per il reato di abuso d’ufficio”.
Sono stati “perseguitati dal Comune di Roma per dei manifesti che dicono semplicemente la verità, ossia che “due uomini non fanno una madre”, tra l’altro nel pieno rispetto della legge che vieta questa pratica illegale”.
(…) “La maternità surrogata deve divenire un crimine universale e quello che ha fatto sarà denunciato e discusso durante il Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 Marzo 2019 alla presenza di ministri e personalità di tutto il mondo”.
Per fortuna ci sono notizie di altro tenore, e infatti è proprio di oggi il seguente comunicato delle stesse associazioni assieme a CitizenGo:
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per la posizione del Procuratore Generale rispetto alla sua chiara condanna della pratica dell’utero in affitto finalmente indicato come “contrario all’ordine pubblico”: questo dichiarano in una nota congiunta, appoggiando la richiesta del PG della Cassazione circa l’annullamento della sentenza della Corte d’Appello di Trento che aveva detto sì alla trascrizione del nome del sedicente secondo padre sull’atto di nascita di due bambini nati in Canada con la tecnica della gestazione per altri”.

Anche le Sentinelle in Piedi di Como intendono far sì che nella mentalità dei loro concittadini non si normalizzino le ingiustizie in Italia perpetrate nei confronti dei bambini, e incoraggiare i magistrati a seguire l’esempio del Procuratore Generale anche in altri comuni italiani che presentano le medesime illiceità.
Per questo scendiamo in piazza.
Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione (Edmund Burke).
Coordinamento locale.
Sentinelle in piedi Como”

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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3 Commenti

  1. Ripresento il mio solito commento a questi eventi: Mi spiace per loro, con pensieri arretrati rispetto alla società, ma un plauso a questa forma di manifestazione e comunicazione. Se avessi necessità di dire qualcosa in pubblico sposerei questa modalità.

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