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Edilizia, lo stato di imprese e lavoratori: “Como paga la fine ciclo. In Lombardia cassa a +22% in un settore specifico”

La tragedia del crollo della Torre dei Conti a Roma rilancia ancora una volta il tema della sicurezza sul lavoro, in particolare dopo l’entrata in vigore del DL n. 159 che introduce il badge digitale di cantiere, la patente a crediti e nuove assunzioni di ispettori. Misure importanti che, per la Feneal‑UIL, devono ora essere fatte vivere nei cantieri.

“Ogni volta che un lavoratore muore – ha dichiarato Riccardo Cutaia, segretario generale della Feneal‑UIL Lombardia – si spezza una parte del futuro del Paese. In Lombardia, come nel resto d’Italia, il prezzo del lavoro continua a essere troppo alto. La sicurezza non può essere considerata un costo, ma un investimento morale e civile”.

Secondo la Cassa Edile di Como e Lecco, ad agosto 2025 la provincia di Como conta 1.106 imprese e 5.156 lavoratori iscritti, con 311.790 ore lavorate (–13% rispetto al 2024) e retribuzioni denunciate per 4,16 milioni di euro (–2,7%). A pesare è soprattutto il comparto artigiano, che perde quasi un quinto delle ore lavorate. A Lecco, invece, le 641 imprese attive impiegano 3.244 lavoratori, per un totale di 230.117 ore lavorate (+1,4%) e retribuzioni in crescita dell’8%, trainate dal segmento industriale (+14%). “Como paga la fine del ciclo dei bonus edilizi e un mercato privato che si è fermato – spiega Cutaia –. Lecco resiste grazie ai cantieri infrastrutturali e a imprese più strutturate e qualificate. È la dimostrazione che la qualità del lavoro fa la differenza.”

Il peso della filiera delle costruzioni

“L’edilizia lombarda – spiega Riccardo Cutaia – resta una delle colonne portanti dell’economia regionale. Dopo la ripresa legata al Superbonus e al Pnrr, il settore sta ora attraversando una fase di assestamento. I dati del Sistema delle Casse Edili Lombarde mostrano nel 2024 un incremento del 3,5% delle ore denunciate e del 5,8% dei lavoratori iscritti, ma un calo degli investimenti del 5%, con una previsione negativa anche per il 2025 (–6,4%). Mentre le grandi opere pubbliche tengono, l’edilizia privata rallenta. I cantieri residenziali registrano una diminuzione di commesse e un aumento del ricorso alla Cassa Integrazione, cresciuta del 22,6% nell’ultimo anno”.

“Il settore tiene ma si sta indebolendo – conclude Cutaia – Dopo il boom dei bonus, serve una visione industriale che coniughi transizione ecologica, rigenerazione urbana e lavoro di qualità. Come Feneal proponiamo un piano regionale straordinario per la sicurezza con controlli mirati e formazione obbligatoria, vincolando il sistema lombardo di qualificazione delle imprese all’applicazione del CCNL edilizia. Ma crediamo anche sia importante fornire incentivi fiscali per chi investe in sicurezza e stabilità occupazionale, garantire un piano di rigenerazione urbana e housing sociale legato alla qualità del lavoro e rafforzare la bilateralità come motore di prevenzione e welfare. L’edilizia lombarda può essere un modello per l’Italia, se la politica avrà il coraggio di scegliere la qualità contro la quantità”.

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