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Elezioni, la prima uscita Pd-Minghetti profuma di candidatura di Como a capitale italiana della cultura

Si può definire come la prima uscita ufficiale del 2022 “a braccetto” tra il Pd e la candidata sindaco Barbara Minghetti, in vista delle elezioni comunali? Tecnicamente, se non altro per ragioni di calendario, sicuramente sì. E dunque ecco il primo appuntamento che di fatto apre la campagna elettorale, almeno per uno spezzone di centrosinistra.

Nell’ambito delle agorà del Partito Democratico di Como, dunque, il 27 gennaio prossimo alle 21 si terrà l’incontro dal titolo “La Como che vogliamo-Diffondere Cultura: progetti, quartieri, persone”. Temi – in particolare quello della cultura – quasi inevitabile per Minghetti, la manager simbolo della rinascita del Teatro Sociale.

“Per costruire il futuro di Como serve cultura – si legge nella presentazione – Ma prima ancora serve una politica capace di vedere nella cultura il bene della collettività, un modello e un motore di sviluppo. Serve una politica che sappia fare cultura in maniera democratica, diffusa tra le persone e i quartieri”.

Importanti – e quasi “suggeritori” di una Como in corsa per la prossima nomination a capitale della Cultura italiana – gli ospiti: oltre a Minghetti, Mattia Palazzi, sindaco di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, Anna Buttarelli, progettista creativa e sociale di Luminanda, Francesca Velani, Coordinatrice Parma 2020+21 Capitale Italiana della cultura. Coordinerà la serata Daniele Valsecchi, della segreteria PD Como, e chissà che, sulla scia della suggestione inevitabilmente innescata dai nomi dei relatoi, non ci sia da attendersi qualche annuncio, quella sera, sul destino culturale della città.

L’agorà sarà esclusivamente online a questo link.

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5 Commenti

  1. La Cultura non è né di destra né di sinistra. In questi cinque di governo il centrodestra a Como ci ha regalato poco sui temi culturali e una serie di gravi disattenzioni sul patrimonio architettonico razionalista della città, ad esempio le tapparelle dell’Asilo Sant’Elia. Non è un problema di salotti o di monopolio della Cultura, è un problema di attenzione alla Cultura. È un tema più ampio. Durante il mandato dell’Assessore Gaddi si poteva discutere sull’interesse delle sue iniziative culturali o se avesse potuto promuovere di più le mostre sul movimento razionalista comasco del ‘900, ma nessuno può dire che la Cultura non fosse al centro della sua attenzione.

  2. La Cultura non deve essere patrimonio esclusivo solo della sinistra e dei suoi salotti. E’ una cultura faziosa e monotematica, la città ha bisogno di una cultura legata ai suoi valori razionalisti e futuristi.

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